I Walking Simulator non godono di grandissima fama, si potrebbero considerare come i giochi "piatti" per eccellenza. Lo dice già il nome: si cammina e si guarda, senza fare praticamente nient'altro. Tutto ciò che insomma per la stragrande maggioranza di utenti è eresia pura: il videogioco secondo la maggior parte delle persone è gameplay, senza quello è il concetto stesso di "gioco" che decade. Molti hanno scomodato la parola "esperienza" per definire meglio il concetto. Spesso però questo termine è servito solo a mascherare prodotti evanescenti, privi di spunti di interesse, che si limitavano a costruire uno scenario sul quale far camminare (a 2 all'ora mi raccomando, così invece che 30 minuti il gioco dura 1 ora, ma in compenso annoia molto di più) il protagonista, naturalmente muto (altrimenti poi dobbiamo inventarci dei dialoghi e la cosa diventa troppo complicata) . Un paio di figure misteriose, qualche simbolo qua e là (scelti a casaccio, altrimenti poi devi spiegare che significano) e la trama è fatta. Zero evoluzione, zero background, magari nei 5 minuti finali ci piazzi qualche scena "strana" che incuriosisca e spinga l'utenza a trovare un qualche significato ad una storia che in realtà di fatto non esiste. Spesso insomma i walking simulator sono solo dei bei filmati interattivi che si limitano ad offire scenari interessanti nei quali muoversi. Tech demo o giù di lì. Un po' pochino.
Se però invece il tutto poggia su una trama affascinante, piena di sfaccettature, con luoghi sempre vari e magari qualche blando enigma? La cosa comincia a cambiare. Radidicalmente. What remains of Edith Finch fa non solo questo ma riesce addirittura ad essere originale e vario. Si, un walking simulator vario. Eppure non fa nulla di eccezionale non stravolge certo i meccanismi del genere, ma inserisce degli artifici che scombinano il tutto e creano un effetto straniante.
La trama ruota attorno alla famiglia dell'omonima protagonista, un complesso albero genealogico fatto di bisnonni, nonni, genitori, zii, cugini ecc. Ognuno di questi personaggi è morto in circostanze strane (e dovute apparentemente a cause "soprannaturali"). Starà alla protagonista (e al giocatore) ripercorrere la saga della famiglia Finch, parente per parente, ramo per ramo, ognuno con un qualcosa di diverso da raccontare, per cercare di dipananare il mistero. Un mistero che ha a che fare con meccanismi umani e psicologici (a tratti autobiografici se ci si prende la briga di andar e a cercare), non con un simboliamo fine a se stesso, vuoto e artefatto.
Si potrebbe parlare quindi di tanti Walking Simulator in uno, si, perchè ogni personaggio non solo ha una sua storia da raccontare (i toni si fanno di volta in volta divertiti, tristi, grotteschi, fantasy...) ma caratteristiche diverse e queste caratteristiche si esprimono nel gameplay, che quindi cambia di volta in volta. Nulla di eccessivamente complesso per carità (sempre di walking simulator si tratta) ma grazie a semplici artifici il gioco si trasformerà in uno pseudo gdr, un simil survival horror, un gioco di volo ecc.Proprio come un albero, insomma, avremo tante sottotrame e tanti meccanismi di gioco diversi che però sono connessi e collegati profondamente tra loro.
Per questi motivi il finale non sembrerà messo lì a casaccio, per fare scena, ma anzi chiuderà il cerchio in maniera perfetta lasciando soddisfatti, con qualche domanda in sospeso ovviamente, ma con un quadro generale compiuto, riuscito e memorabile. Certo il tutto dura solo al massimo 2 orette ma sono 2 orette piene, senza momenti morti, senza passeggiate senza senso nel nulla. Ogni luogo e ogni parola hanno un qualcosa da raccontare, come un bel libro che ci si apre dinnanzi un po' alla volta.
What Remanins of Edith Finch è un videogioco? Un'esperienza. Chi se ne importa, è una bella storia, raccontata in modo originale e questo basta e avanza.
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