mercoledì 22 gennaio 2025

Club Brugge 0-0 Juventus – 7ª UCL 24/25 – calcio spumante, panettone e biscotto



La primavera è ancora lontana, la rondine è già fuggita. Come previsto, e a conti fatti, la vittoria col Milan è stato l'ennesimo fuoco di paglia di questa stagione. I numeri sono sempre più impietosi delle chiacchiere dei fan boys di Motta a tutti i costi. Sedicesimo pareggio stagionale (16) e siamo ancora a gennaio. Era dal 2012 che una partita di Champions non finiva con un solo tiro dello specchio e se contate che quel tiro è stato il nostro, da fuori area con Locatelli, capirete che quelli con la maglia del Pisa (battuti 3-1 dal Milan di Fonseca) sono stati tutt'altro che irresistibili, mentre noi i soliti inconcludenti. Insomma, più che calcio Champagne, il solito panettone e spumante. In più con biscotto, dato che alla fine il pareggio andava bene anche a loro.

Il solito possesso palla sterile che poi sublima. No, avete capito male. Sublima per sublimazione, cioè passa dallo stato solido a quello aeriforme (senza passare per quello liquido) evaporando repentinamente. Come le occasioni mangiate da Nico e Koop, che se le avesse gettate alle ortiche Dusan, oggi una delegazione di tifosi juventini sarebbe volato a Londra per chiedere a Giuntoli l'immediato licenziamento del serbo per giusta causa. Altro che spendere soldi sul mercato. Chi arriva qui non sa più cosa sia un tiro in porta. Ipnotizzato dalla solita stucchevole reti di passaggi e passaggetti fini a se stessi.

Un primo tempo di una bruttezza... come solo questa Juve ci ha abituato quest'anno (vedi Milan-Juve) in cui si salva solo Mbangula, naturalmente sostituito nel secondo tempo, come da destino di tutti quelli che han fatto vedere qualcosa finora. Secondo tempo in fotocopia, checchè ne dica chi ha visto invece, in questa amichevole d'agosto, una partita di Champions. Un'occasione concessa da Di Gregorio sciupata da loro in stile Speroni, forse in solidarietà con le due nostre. Insomma ci si è divertiti come al matrimonio di un cugino di secondo grado.

Le scusa, sempre le stesse, ripetute a pappagallo: "la Juve soffre le squadre che si chiudono", "gli attaccanti devono fare di più", "dobbiamo migliorare", "dateci tempo" e bla bla bla. Come se non le ripetessimo solo da inizio stagione, prima ancora che anche Motta iniziasse ad ammette di non essere in grado di affrontare squadre che si chiudono a riccio. Come se in Serie A, più della metà delle squadre che affrontano la Juve non lo facessero. Ed ora l'anno capito anche in Europa. Mai un'autocritica, anzi, croce addosso su giocatori che non fanno nulla per smentirlo. Montagne di chiacchiere e interessanti prospettive per il futuro.

Ma ancora molti sono soddisfatti di tutto questo, continuando a nascondersi dietro i pareggi solo perchè non si chiamano sconfitte. "Ci siamo qualificati" dicono alcuni, ma in realtà siamo solo agli spareggi per gli ottavi, quindi tecnicamente siamo ancora alla prima fase. Ne dobbiamo mangiare di pane duro e pareggi!

Nessun commento: