Se c'è una partita che il tifoso juventino ricorda più teneramente di tutte quelle disputate in quell'anno di B, questa è proprio Crotone-Juventus. Quel pomeriggio di dieci anni fa è rimasto un simbolo di quella stagione di esilio forzato e persino un ricordo di orgoglio nella nostra storia bianconera. Ebbene sì, d'orgoglio! La sera in cui il tifo, il sud e la provincia italiana più profonda mostrarono tutto l'amore, il sostegno, l'attaccamento e la solidarietà alla squadra colpita da Farsopoli. Nel giorno in cui l'Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone registrò il record nazionale di ricoveri.
La Juve e il sud, un legame d'amore che resta il vero motivo per cui i napolisti ci odiano. Loro che pretenderebbero per diritto questo mercato economico. La storia del Regno delle due Sicilie resta una scusa sulla bocca di chi non ha mai studiato nè storia nè altro a scuola. Il vero regno che vorrebbero è quello di un Sud che tifi tutto per loro, ma annegano nel paradosso di chi continua a voler rimanere un tifo legato al proprio orticello.
Da quel giorno, ed in particolare in questi ultimi sei anni, la Juventus ha continuato a riempire gli ospedali di mezza Italia, anche nelle grandi città, che hanno registrato il record di patologie legate al fegato. Fresco è l'ultimo ricovero di massa, a Milano come a Crotone. E mentre noi torniamo allo Scida con cinque scudetti in più sul petto, una squadra che in questi anni avrebbe voluto e potuto spazzarci via dal calcio professionistico, creando un impero sulle nostre ceneri, ritorna a piangere per due rigori farlocchi, schierando l'artiglieria pesante sui media e giornali nazionali. Roba che in questi anni Napoli e Roma si sono sognati, con i loro rispettivi giornali locali.
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Pjaca ha giocato dall'inizio, e noi dobbiamo essere benevoli nei suoi confronti. Già qualcuno si lascia andare a giudizi affrettati per la sua prima da titolare, magari gli stessi che hanno rotto le scatole ad Allegri perché lo vedevano in panchina. Per il resto Crotone-Juve è stata una vittoria scolastica, con il più classico dei risultati e con la scelta di Allegri di non voler infierire sull'avversario, a dimostrazione di quanto sia meglio vincere 3-0 con una piccola e 2-0 con un altra, piuttosto che vincere 7-1 con una e pareggiare 1-1 in casa con l'altra. Persino quando c'è un altro rigore non dato a Dybala lui chiede ai suoi di tornare a sedere e di non protestare, limitandosi ad una smorfia. Tutte cose che saranno presto dimenticate nelle prossime pagnolade, fatte con i fazzoletti ancora madidi di lacrime. E mentre la Juve torna a più sette, annullando il vantaggio che avevamo dato alle inseguitrici per Natale, i perdenti continueranno a non saper perdere, nonostante debbano essere ormai abituati a farlo.
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