lunedì 9 aprile 2018

Horizon Zero Dawn - Guerrilla Games (2017) - Il tutto è più della somma delle singole parti

Ci sono videogiochi capaci di entrare nella storia grazie alla loro originalità, all'innovazione, all'introduzione di meccaniche inedite in grado di rivoluzionare dinamiche consolidate (pensiamo all'inquadratura "dietro le spalle" in Resident Evil 4, poi ripresa da buona parte dei TPS seguenti), ci sono giochi che addirittura inventano un genere o lo sdoganano alle masse. Poi ci sono giochi che non dicono nulla di realmente nuovo, si limitano a riprendere un po' da questo un po' da quello, cercando un ibrido che sia un miscuglio di cose già viste ed apprezzate da altre parti, ma che lo fanno così bene che, se non in grado di riscrivere la storia, risultano ugualmente capolavori. Questo in buona sostanza fa Horizon Zero Dawn:

 - prendiamo il sistema di arrampicate da Uncharted
- aggiungiamo un mondo vasto e pieno di mostroni da trovare e uccidere alla Monster Hunter
- condiamo con una serie di missioni secondarie e una progressione che ricordano Far Cry e simili
- aggiungiamo una spruzzatina di dinamiche rpg
- insaporiamo con un sistema di combattimento sbilanciato sugli attacchi con l'arco (attacchi dalla distanza che ricordano per certi versi quelli di Dragon's Dogma)
- decoriamo con un sistema di dialoghi a scelta multipla, ininfluente ma affascinante e in grado di approfondire certi risvolti di trama
...


I Guerrilla Games d'altronde venivano da una saga come Killzone, apprezzata ma di certo piuttosto derivativa, quindi non è che ci fosse la sensazione che potessero sfornare qualcosa di assolutamente originale o clamoroso.
Ne viene però fuori un prodotto che è più della somma delle singole parti perchè poi ad esempio giocandoci ti accorgi che i mostroni da trovare non sono i classici visti in decine di rpg ma "dinosauri meccanici dotati di attacchi e debolezze specifiche", i collezionabili sono presenti ma non in numero eccessivo (e ci fanno entrare nella prospettiva di chi in un remoto futuro si imbatterà in oggetti per noi di uso quotidiano), la trama non è eccezionale ma la costruzione del mondo di gioco (e il mistero ad esso legato) è affascinante (come si è arrivati a questo futuro post apocalittico? Da dove vengono le macchine? Chi sono questi Dei e "La madre" che i "primitivi futuri" venerano? Chi e' in realtà la protagonista?), il mondo non sarà molto "interattivo" ma la presenza delle macchine e la cura riposta nei paesaggi (grazie anche ad una grafica spaccamascella) sapranno sempre garantire la voglia di scoperta  (e la visione ingenua degli uomini del futuro farà sorridere sotto i baffi). C'è insomma questa continua alternanza tra passato e presente, tra modi di fare e credenze che sembrano appartenere a uomini primitivi ma che allo stesso tempo sono accompagnati da tecnologie futuristiche, sensazioni che per certi versi ricordano un po' "L'uomo che fuggì dal futuro". La trama spesso finisce quindi per cedere il passo al "senso di meraviglia", al volersi buttare a capofitto in questo futuro particolare e esplorarne ogni minimo segreto, accompagnati per mano da un gameplay sempre efficace nel metterci di fronte a sfide stimolanti.



Perchè a volte non è tanto quello che dici ma è come lo dici che fa la differenza.
Certo, difetti ce ne sono (espressioni facciali quasi assenti, missioni secondarie non sempre appassionanti, trama legata alle "fazioni" non così entusiasmante, combattimenti contro gli umani non sensazionali) ma riuscire a creare un gioco che dura anche 60-70 ore senza annoiare (difetto di buona parte dei free roaming) e che anzi spinge sempre ad andare avanti alla ricerca di qualcosa (dettagli della lore, sfide di caccia e combattimenti vari contro macchine sempre nuove e più potenti) è una qualità non da poco.

Horizon insomma è un gioco che nasconde all'interno di un'apparente banalità tutta una serie di stimoli e chicche che appagano il videogiocatore e gli regalano un'esperienza assolutamente da provare.

Voto 9

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