sabato 7 aprile 2018

Serie A 31> Benevento vs Juventus 2-4 - Con le streghe nella testa (vol. 2)

Si può dire "male" dopo una vittoria per 4-2? Oggi si potrebbe. Attenzione, dallo stretto punto di vista del risultato è andata benissimo, lungi da me l'idea di sembrare uno di quegli juventini snob che vanno tanto di moda dopo una eliminazione di coppa, quelli che magari remano contro solo per il gusto di uscirne e prendere approvazioni dagli avversari, svendendosi, invece di fare il mestiere di tifoso (un mestiere che non prescrive il medico). No, mi riferisco a quello che ho visto oggi e alle cose che non mi son piaciute anche dopo questa vittoria.

Innanzitutto diciamo che il rischio sottovalutazione, dopo la batosta di martedì, non andava scartata e spesso l'abbiamo visto sulla nostra pelle. Stessa cosa stava capitando all'andata, ma lì la prestazione (a dispetto del risultato stretto) fu diametralmente opposta. Il vantaggio del Benevento si colloca tra due parentesi di assedio della Juve.

Si può persino non vincere sui campi delle piccole, come è accaduto a Ferrara, subito dopo il sorteggio di Champions e anche lì già col pensiero al Real, ma rischiare di fare una figuraccia a Benevento (dopo il passo falso di Ferrara, per altro) prendendo poi quei due gol lì, non ci poteva andare giù senza graffiare la gola dolorosamente. Ma visto che alla fine è andata bene una critica costruttiva la si può sempre accampare, senza sbraitare né esagerare come molti fanno.

Non puoi presentarti in campo con quell'atteggiamento e con quella mancanza di voglia. Va bene il caldo, va bene l'aspetto psicologico post-sconfitta con Real, ma proprio dopo il Real il Benevento andava divorato, o comunque non gli si doveva dare tutto quello spazio. Anche per riprendere animo ma soprattutto per centrare il vero obbiettivo della stagione, che a dispetto dei sognatori (o dei denigratori per sopravvivenza propria) resta il settimo scudetto consecutivo.

Fatta salva la vittoria dunque, quello che non mi è piaciuta è la prestazione. In generale si è avuta l'impressione che la Juve volesse portarla a casa senza faticare più di tanto, e questo non va bene e si sta ripetendo troppo spesso. Lo stesso ha sottolineato Dybala nell'intervista dell'intervallo. Non è così che si può ragionare con queste squadre, poiché anche se stiamo parlando di un testa-coda record (per differenza di punti tra le due) devi comunque vincerle queste partite. Troppe volte giochiamo con sufficienza con le squadre di De Zerbi e le sue squadre se ne galvanizzano

Un sonnacchioso sabato che risparmia giusto Dybala, che zitto zitto si porta a casa il pallone della tripletta. Grazie anche a Costa, ancora una volta, che mette a segno un gran gol che caccia via le "streghe". 
Malissimo Cuadrado, non ancora tornato a splendere e a tratti inguardabile. Male Mandzukic. Il Manzo era anche riuscito a fare un gol da rapace, insaccando da terra, ma l'arbitro gli toglie la gioia del gol per un fallo di mano del croato e alla fine lo ammonisce addirittura. Un'ammonizione parsa arrivare a coronamento negativo alla sua prestazione
Male anche la difesa, due gol evitabilissimi. Troppa approssimazione sui calci d'angolo che vedono come antagonista anche Szczęsny, il quale non riesce ad azzeccare le uscite a dispetto di un paio di ottime parate.

Scarsa personalità della Juve, come scarsa personalità c'è stata da parte dell'arbitro Pasqua. Il tiburtino nato a Nocera Inferiore (Salerno) usa il VAR come un bambino delle elementari usa la calcolatrice invece di fare semplici calcoli sul foglio. E' parsa evidente la sua pilatesca voglia di lavarsene le mani.

La Juve la raddrizza con la sfuriata del singolo, legata all'ingenuità del Benevento che commette due rigori stupidi e ingenuità legate forse al fatto di essersi illusa troppo di fare il colpaccio, non accontentatosi del pareggio, come ha fatto la Spal. Quel che salviamo è dunque il risultato, e meno male perché era la cosa più importante, ormai non resta altro che stringere i denti e non buttare tutto via sul finale.

Nessun commento: