giovedì 11 agosto 2016

Stranger Things - prima stagione [Serie Tv 2016]

Si può ormai dire che gli anni 80' sono diventati un vero e proprio genere: un decennio così caratteristico e pieno di particolarità che ha ispirato numerose opere (cinematografiche e televisive) sia dal punto di vista visivo che musicale, ma a livello di trama? Gli anni '80 sono gli anni dei capelli cotonati, delle luci al neon, dei tastieroni, dei look stravaganti, ma anche della meraviglia e del mistero. Prima che gli anni 90' distruggessero tutta quell'ingenuità, gli anni '80 ci hanno insegnato che si poteva sognare, immaginare: i primi computer "da casa", i videoclip, le bmx... tutte cose che oggi vediamo con sufficienza ma che all'epoca davano l'illusione di qualcosa di epocale, che avrebbe cambiato il mondo per sempre, aprendoci porte verso nuovi confini inesplorati.

La miglior caratteristica di Stranger Things è proprio quella di recuperare dagli anni '80 non solo la confezione (come troppo spesso ultimamente fanno tanti altri film e serie tv) ma anche il contenuto: è vero che spesso indugia troppo su citazioni che a volte sembrano fini a se stesse (il ridondante Dungeon and Dragons, o i poster de "Lo squalo" e "La cosa" sempre inquadrati nei momenti cruciali) ma ingegnosamente prende di sana pianta anche lo spunto e lo sviluppo del canovaccio. 

I protagonisti sono infatti dei ragazzini dalla grande immaginazione, che però finiranno per imbattersi in un grande complotto ordito da un'organizzazione segreta. Cercheranno di sgominarla, con l'aiuto dei fratelli maggiori. Anche gli adulti avranno la loro parte, ma così come tutti i film più famosi dell'epoca verranno messi un po' in disparte per gran parte del tempo, lasciando lo spazio ai più piccoli, veri protagonisti della vicenda.
Oggi, negli anni di internet e del villaggio globale (e di trutte le sue conseguenze negative), tutto questo non sarebbe possibile: nulla ha più quel fascino e quell'aria misteriosa, quell'aria da "Guerra Fredda" che faceva immaginare complotti ovunque. No, oggi le teorie del complotto ce le creiamo da soli, attraverso un immagine sul web, una frase, una dichiarazione. Insomma all'epoca si vedevano i complotti con ingenuità ma spesso con un certo raziocinio, oggi è tutto più costruito, artefatto, creato ad arte, suggerito, tanto da diventare non ingenuo come quello dell'epoca ma totalmente stupido e ridicolo. All'epoca si aveva l'illusione che i grandi complotti potessero essere scoperti attraverso indagini (anche raffazzonate) rischiose, ritrovamenti, senso dell'avventura e qualche gadget, oggi invece basta farsi un giro su qualche sito di qualche "scoppiato" e abbiamo l'illusione di avere in tasca il senso della vita tutta o la conoscenza di tutti i misteri che non riusciamo a spiegare (ogni riferimento alle scie chimiche è voluto).

A ben vedere ci sono però delle caratteristiche che ci riportano immediatamente alla nostra epoca: il "viaggio" dei ragazzini, la loro vicissitudini sono guidate dall'affetto per un amico scoparso, dalla voglia di sapere se sia vivo o sia morto, dalla voglia di una madre a non arrendersi alla morte di un figlio, non dallo "spirito d'avventura". I loro "fratelli maggiori" (o più precisamente padri) degli anni 80' nella maggior parte dei casi si cacciavano nei guai non per "amore" o per un motivo "terreno" ma per sete di conoscenza. Basti prendere ad esempio la caccia al tesoro dei Goonies (i protagonisti tengono all'oscuro tutti, i genitori sono tagliati fuori, l'avventura è una cosa solo "loro" per loro stessa ammissione): è vero che alla fine il tutto si può ridurre a "in realtà lo fanno perchè hanno bisogno di soldi per non essere sbattuti fuori di casa e aiutare i loro genitori". Di fatto però tutto rimaneva sullo sfondo, così come i genitori, erano contorno. Pensiamo ad esempio  Explorers: un viaggio alla ricerca della risoluzione dei più grandi misteri dell'universo, solo questo, la voglia di inseguire un sogno: tutto grazie ad un supercervellone, un computer, e un "ex giostra". Ingenuissimo ma efficacissimo.

In Stranger Things invece tutto è guidato da un motivo ben preciso, il mistero è sempre legato al doppio filo ad un personaggio che deve essere ritrovato, gli adulti sono messi molto meno in disparte (la mentalità di oggi non permette di immaginare dei ragazzini possano da soli combattere contro un'organizzazione segreta piena di uomini armati) e sono parte integrante della vicenda, pur avendo meno spazio. Non c'è nessun "quello era il loro momento ma questo è il nostro", ma una battaglia comune, un mistero semplice ma tremendamente affascinante. Tanto basta, anzi non solo basta ma avanza pure, perchè è quanto di più vicino possiamo avere al riuscire a ricreare quell'epoca, non solo esteriormente ma anche contenutisticamente. Proprio dove a volte peccava (il comunque riuscito e godibilissimo) Super 8, che spesso si limitava alla superficie senza approfondire certe questioni. Forse perchè i fratelli Duffer (gli ideatori, registi e sceneggiatori della serie) sono nati negli anni '80, a differenza di Abrams quindi hanno visto quell'epoca con gli occhi del bambino, con la stessa meraviglia e capacità di immaginazione. Se quindi troviamo anche il filone "film di ragazzini ma filtrato attraverso gli occhi dell'adulto" (E.T. per intenderci, che era la principale fonte di Super 8) qui ci sono molto di più rimandi a Explorers e ai Goonies ed è questo che probabilmente rende così affascinante la serie.

Quanto alla confezione invece abbiamo un cast di sconosciuti (ma bravi) ragazzini, affiancati da due mostri sacri (e vere e proprie icone) degli anni '80, negli ultimi anni caduti in disgrazia artisticamente parlando e quasi dimenticati: Winona Ryder e Matthew Modine. Fa piacere rivederli adesso dall'altra parte della barricata: allora ragazzini/ragazzi problematici degli anni '80, oggi adulti che devono tenere a bada un branco di ragazzini che giocano a fare quello che facevano loro all'epoca. Un'altra marcia in più la danno le musiche, ottimamente calate nel contesto quelle "su licenza", bellissime e d'atmosfera quelle create per la serie: tastieroni pulsanti e onnipresenti (oggi darebbero fastidio, ma all'epoca erano parte integrante del tutto) alla John Carpenter (raramente ne abbiamo sentite di così simili). Altro fiore all'occhiello la sigla, forse la cosa migliore in assoluto, pochi secondi che da soli valgono la visione.

Stranger Things insomma è un centro pieno: un inaspettato centro pensando che gli ideatori sono gli stessi di quella "cacata" di Wayward Pines, una serie tv che riesce a ricreare un epoca sotto tutti i punti di vista, non solo quelli effimeri, una scommessa vinta, che speriamo vada avanti, perchè 8 puntate sono troppo poche. Consigliata, soprattutto se siete nati tra la metà degli anni '70 e gli anni '80.

PRO

- Ricrea perfettamente gli anni 80' (al netto di qualche evidente concessione agli anni 10')
- Recupera due attori carismatici ormai caduti nel dimenticatoio
- Trama, colonna sonora, sigla, semplicissimi ma efficacissimi e già iconici.

CONTRO

- A volte le citazioni sanno effettivamente di posticcio
- 8 puntate sono troppo poche, ne volevamo di più
- ...
 

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