Black Mirror 6.3 Beyond The Sea
Dopo una puntata che sembrava uscita da un altro tipo di antologia televisiva, anche la terza puntata della sesta stagione di Black Mirror fa la stessa cosa. Beyond The Sea però è fantascienza pura, quella classica, che potrebbe benissimo stare in Philip Dick's Electric Dreams. Così classica che anzichè essere ambientata in un futuro angosciante, ci dipinge invece un 1969 "alternativo", retrofuturista. Un passato nel quale gli astronauti, costretti a stare per anni lontani dalla Terra e dai propri cari, hanno a disposizione delle "repliche", dei simulacri che ne riprendono esattamente le fattezze e che possono (se attivati attraverso il controllo mentale dell'"originale", che sta fisicamente nello spazio) vivere quaggiù al loro posto, per un certo quantitativo di tempo a disposizione. Cosa potrebbe andare storto?
Beyond The Sea riprende la tematica della "doppia realtá", giá vista nella prima puntata. Lì la replica era "fittizia", irreale, opera di finzione, generata da un computer sulla base di informazioni carpite subdolamente. Qui sono i protagonisti stessi a volersi "sdoppiare" vivendo in altri se stessi, che sono perfettamente identici a loro, ed agiscono su loro impulso, provano le stesse sensazioni ed emozioni. Quei simulacri sono umani non perchè fatti di carne ed ossa (non lo sono, non sanguinano se vengono "feriti") ma perchè sono guidati da menti umane, capaci compiere opere di incantevole bellezza (i dipinti) così come di efferata spietatezza (l'omicidio).
Un episodio questo che, pur non rientrando pienamente nei canoni del Black Mirror che fu, ripesca certe atmosfere fantascientifiche e oscure che ne fanno una delle puntate più riuscite del lotto.
Voto 7,5
Nessun commento:
Posta un commento