lunedì 2 luglio 2012

Italia – Il punto sugli europei di calcio 2012

santi poeti e… commissari tecnici


Qualcuno ha detto che in Italia ci sono 59.999.999 commissari tecnici e 1 incompetente: L’allenatore della nazionale. Tra la maggioranza dei primi non posso tirarmi fuori, anche se non mi vanto di farne parte, ma un po’ di analisi ragionate fan parte di questo mondo. Del mondo di chi segue il calcio assiduamente e di chi se ne interessa solo per europei e mondiali. In questo circolo democratico non c’è meritocrazia e tutti vogliono prenderne parte, tutti hanno la propria idea indotta o spontanea che sia. Cosi accade che si viaggi per umori, vinci e sei un mito, perdi e cerchi il capro espiatorio. Tutto compresso in un mese di tempo in cui siamo stati i migliori e i peggiori a giorni alterni e poche volte lo siamo stati sul campo, perchè queste partite si giocano sui tavoli dei bar.
scandali al sole
Ma analizziamo un po’ come siamo arrivati a tutto questo. Partiamo dal gioco al massacro, quella macchina del fango pronta per tutti ma utilizzata per pochi, quelli più comodi da colpire. Si da il caso, infatti, che i giustizialisti italici abbiano una pessima mira. Preferiscono sparare nel mucchio o mirare al grande animale, quello già rallentato dal famoso sentimento popolare razzista e pregiudiziale. “Qui non si ha ad analizzare i fatti ma a trovare i colpevoli” questo e il loro motto. Così la cara FIGC caccia Criscito per lavarsi la faccia e i carissimi media si scagliano contro Bonucci e Buffon più per la loro maglia di club che per motivi logici. Prendiamo l’esempio del portierone azzurro, possibile che a nessuno pare sia una casualità che, soltanto 24 ore dopo il suo famoso sfogo contro la stampa, venga chiamato in causa dagli stessi mezzi di disinformazione (visto che non risulta affatto, ne imputato ne iscritto in alcun registri degli indagati) per una storia di scommesse? Solo per aver speso dei soldi senza aver spiegato per cosa, quasi dovesse avere la prima pagina della Gazzetta dello Sport per suo commercialista. Si dice che dopo un po’ che senti la puzza l’olfatto si abitua al suo odore, in Italia invece accadde l’esatto contrario, nell’assiduo tentativo di voler sentire la puzza di bruciato, alla fine si è indotti a sentirlo sempre e comunque, anche quando il fuoco lo si accende per raggiungere tale scopo. Esempi come questi ce ne sono stati moltissimi e i bersagli si son fatti sempre più grossi, a voler rimarcare quanto potente sia il quarto potere nostrano, ma pochi se ne accorgono, tanto impegnati sono ad utilizzarli per tifare contro i propri nemici.
Fratellastri d’Italia
Il punto è che i tifosi italiani sono sempre in equilibrio precario, squassati da lotte intestine pronte a scatenarsi alla prima sconfitta. La nazionale porta via tempo ed energie ai club così gli si da poco spazio pretendendo comunque che si faccia bene in questo tipo di competizioni. Dall’atro lato invece non si ha riconoscenza verso gli stessi giocatori (in particolare alla maggioranza juventina) e i sacrifici che fanno per essere in questa nazionale. Non siamo mai entrati nella mentalità che vede la nazionale come una squadra a parte, senza sottostare a logiche di tifo per i rispettivi club. La politica di questa FIGC (autodefinitasi incompetente) da parte sua non fa molto per migliorare le cose. Ecco allora che i motivi per tifare contro non mancano, ne agli juventini ne agli anti juventini. Se abbiamo fatto l’Italia ma non gli italiani, pensate quanto sarà difficile fare i tifosi della nazionale.
Un europeo Travagliato
Poi arrivano personaggi da circo e della forca, come i vari Narducci e Travaglio che tifano contro perchè è il loro mestiere, perchè non sanno fare altro. Si, Travaglio Questo Ronin della politica orfano del nano, che dice di essere di destra ma focalizza tutta la sua foga professionale contro questa stessa parte politica, che dice di essere juventino e non perde occasione per buttare fango sulla sua squadra del cuore e in definitiva dovrebbe essere anche italiano ma tifa contro per paura che vi sia un’amnistia da vittoria (come se nel 2006 vi fosse stata). E’ tale e tanta la sua rabbia nell’impiccare che se un giorno dovesse sopravvivere solo lui ad una catastrofe biblica sarebbe capace anche di auto accusarsi per rimanere vivo e coerente al suo anti regime, che non propone mai ma accusa, perchè solo questo sa fare!
Il calcio giocato
Nell’altalena delle prestazioni, lo stesso Prandelli ha ammesso di avere in mano una nazionale cotta, che aveva nelle gambe non oltre l’ora di gioco. Una nazionale che comunque è poi cresciuta e che ha avuto anche la sfortuna di raggiungere l’apice contro la Germania in semifinale, esaurendo tutte le sue scorte fisiche ad un passo dal traguardo. Visto le premesse nell’amichevole con la Russia sembrava improbabile persino passare il turno, figurarsi vincere l’europeo, ma chiaro che una volta arrivato in fondo ci si deve provare. E’ stato invece troppo facile e ingeneroso da parte della corazzata spagnola umiliarci in questo modo. Per carità, “gloria al re e nessuna pietà per i vinti”, ma fa male essere umiliati dai più forti giocando nelle condizioni fisiche peggiori, così come capitò alla storica Italia del ‘70, in finale col Brasile giusto dopo aver battuto la stessa Germania con quel famoso 4-3. Lo stile però non si insegna e la presunzione di forza di questa squadra (quella iberica) durerà ancora per chissà quanto, galvanizzati dalle prestazioni di Barca e Real. Prandelli nel fare autocritica ammette di non aver osato, non ha cambiato i giocatori bolliti per non mancare di rispetto agli stessi che l’hanno condotta fin qui, dichiarazione alquanto criticabile, ma quanto ha dato retta al suo cuore piuttosto che ai giornali o alla federazione nelle sue scelte invece che allo “spietato” cervello? Era il caso di aspettare il recupero di Cassano per poi portarlo all’europeo a mezzo servizio? Convocare Ogbonna è stato il simbolo del suo pensiero, tenersi stretta l’opinione pubblica per non essere divorato dalla stessa, fa niente non far giocare lui e Borini perchè alla fine sono li solo per presenza. perchè parliamoci chiaro, con Ogbonna e Borini in finale cosa avremmo voluto fare? A mio parere solo evitare l’umiliazione, ma non la sconfitta. La vittoria avrebbero potuta darcela solo gli stessi di Italia Germania ma in condizioni ottime, magari con un modulo diverso.

Al di la di quello che si vorrebbe, infatti, solo Lippi nel 2006 riuscì ad impiegare quasi tutti i giocatori, gli altri commissari tecnici della storia (Prandelli compreso) han sempre avuto un impianto di gioco fondato su titolari funzionali alla propria idea e dei sostituti portati per far numero. Si dice però che questo europeo sia un punto di partenza per il cambiamento, per l’approccio ad una visione di gioco che è stata quella della Juventus di quest’anno, non a caso la maggiore fornitrice. Una mentalità che abbandoni il catenaccio per un gioco più propositivo. La domanda rimane la stessa, Prandelli è l’uomo giusto o troppo condizionabile dall’esterno? perchè per fare una rivoluzione ci vogliono rivoluzionari e non aziendalisti… vedremo, per il momento il giro di giostra è ancora degli spagnoli. Gettonatevi!

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