mercoledì 12 novembre 2008

Marillion - HAPPINESS IS THE ROAD



E' uscito il 20 ottobre 2008 il doppio lavoro dei Marillion. Due Album indipendenti con lo stesso titolo, Happines is the Road, e due sottotiloli, Essence (primo cd) e The hard Shoulder (secondo cd). Il Titolo si ispira ad una frase del Buddha: "Non esiste una strada per la felicità... la felicità è la strada".

Il primo cd comincia in maniera soffusa, "brave-iana" direi e le premesse sono buone, Dreamy Street (voto 9), si continua con un ottimo pezzo pop, molto interessante e gradevole (This train is my life (voto 8). Il primo accenno di prog si avverte nella title track del primo cd (Essence: voto 8), se non altro per il fatto di essere un brano cangiante. Si mantiene sempre su tematiche soffuse intimiste, ricercate ma non eccezionali. Il crescendo è riuscito ma non particolarmente emozionante.
Decisamente migliore la seguente Wrapped up in time (voto 8,5). L'introduzione è un vero colpo al cuore: siamo tornati ai tempi della mitica This strange engine? Dopo un po' in realtà il brano si fa più ordinario (almeno nella ritmica) ma quel retrogusto "enginiano" non ci abbandona. Elegante. Liquidity è un carino intermezzo strumentale, ma niente di che (voto 7). Nothing fills the hole (voto 7,5) è molto gradevole, con un ritornello che mi rimanda ad un gruppo che adesso non mi sovviene, Woke up invece è il primo vero punto debole dell'album, sembra uscita da Somewhere else: evitabile (voto 5,5).
Trap of the spark risolleva il disco, se non altro nella seconda parte dove Rothery si fa vivo (dove cacchio sei Rothery?) (voto 7,5).
A state of mind torna su tematiche più ordinarie e "somewherelsiane" (voto 6,5).
Arriviamo così al "pezzo" del disco: la title track. Non ci sono dubbi: quando vogliono riescono a rispolverare le vecchie atmosfere tanto care ai fan di Brave e Marbles. Magica (voto 10).
Dopo una traccia vuota, la ghost track Half full jam è quello che è: una ghost track...
Media aritmetica (7,7)


Il secondo cd si apre con Thunder fly (voto 7) più aggressiva, ma abbastanza banalotta. Le seguenti due canzoni però sono eccellenti: The man from the planet Marzipan (voto 8,5) ha un gran bel lavoro di basso e ritmiche funky molto interessanti. Il solito finale meraviglioso la rende una delle migliori del doppio disco.
Asylum satellite #1 (voto 10) però è ancora più bella: camaleontica, psichedelica. Le tastiere regalano atmosfere floydiane e Rothery con la sua chitarra blueseggiante finalmente fa il suo dovere (ma dove ti eri nascosto?). Standing Ovation. Older than me è breve e delicata (voto 7,5), così come è breve la discreta, ma non di più, Throw me out (voto 7).
Il disco purtroppo anzichè crescere sembra afflosciarsi ancora di più: Half the world è la più piatta del lavoro (voto 5), mentre la nota Whatever is wrong with you è simpatica più che altro per quel retrogusto Depeche Mode (It's not good), a cui avevo già fatto riferimento, che altro (voto 6,5). Fortunatamente Especially true (voto 7,5) risolleva la situazione con un Rothery che torna vagamente a farsi sentire, su atmosfere più dure.
Chiude in bellezza Real tears for sale voto (8,5) che sia avvale di una prima parte molto alla U2 per poi sfociare in un bel crescendo.
Media aritmetica (7,5)
Voto complessivo, per eccesso 8--

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