lunedì 6 gennaio 2020

THE WITCHER - serie tv (2019)

The Witcher non è il nuovo Game Of Thrones. Leviamoci subito il dente (perchè è pure bello grosso). Non importa che in tanti lo desiderassero (magari gli stessi che avevano già ripudiato GOT per la stagione finale) o che altri facessero la classica associazione mentale fantasy=il più noto esponente attuale del fantasy (accadde pure per tutto ciò che arrivò dopo Il Signore Degli Anelli). Magari molti erano solo semplicemente orfani della serie HBO e volevano qualcosa di affine. Beh, mettetevi l'anima in pace, le due serie tv non potrebbero essere più diverse (l'unica cosa in comune è il genere di appartenenza e il fatto di essere tratti da noti romanzi fantasy) e questo lo si capisce già dopo aver visto anche solo la prima puntata di The Witcher. Diversi gli intenti, lo sviluppo, i mezzi a disposizione, le scelte di casting... Ed è un bene.


"Dona un soldo a Netflix, l'offerta è abbondante, anche se il costo è importante...Dona una chanche a The Witcher, la serie è interessante e pure invitante..."

Due mondi agli antipodi si è detto. Uno tutta strutturato sugli intrighi politici e sulle scaramucce sulle  varie casate, l'altro che, già a detta del proprio protagonista, se ne frega di tutto quanto è politica di corte (è presente ma non rilevante), schieramenti, fazioni e dipinge contesti in più piccola scala. Uno che potrebbe essere considerato una lunga soap fatta di tradimenti, vendette, rivendicazioni, l'altro che ha dei protagonisti ben definiti e ben caratterizzati che non cambiano idea ogni 3x2 solo per "un fine più nobile" (da tradursi come "prendere il potere"). Uno strutturato come una sorta di "indovina chi" con premio finale, l'altro con un solo protagonista e qualche coprotagonista, che si aggirano in un mondo che li ha emarginati e che li teme. Uno che fa della sua caratteristica dominante l'estremo realismo e l'uso limitatissimo di elementi fantasy, l'altro che sposa il fantasy in tutto e per tutto (magia, maghi, stregoni, pozioni, poteri, mostri, maledizioni,...) non rinunciando a nessun cliché proprio del genere a cui appartiene. Pure limitandosi a cose molto più "terrene", il budget a disposizione, si nota una differenza abbastanza marcata /(da tradursi come "The Witcher al confronto è fatto con 2 soldi"). Ma insomma come è questo The Witcher?

"Devi aiutarci Witcher, te lo ordina la regina"
"La regina di cosa?"
"Non scherzare, il regno è in pericolo, aiutaci e poi sarai libero. Cosa ne dici?"
"Fate una nuova regina"

Avete presente quei vecchi telefilm fantasy di una volta, tipo Xena o Hercules? Fermi, fermi tutti. Non sto dicendo che The Witcher è un prodotto simile qualitativamente o che sia uno di quei telefilm da "pomeriggio di Italia 1" (non mancano scene di sesso, horror, sangue a fiumi...). Riprende però da quei prodotti alcune caratteristiche che lo avvicinano più al fantasy classico. Quali? Beh, innanzitutto il non prendersi continuamente sul serio. Non mancano momenti tristi o drammatici, sia chiaro, ma allo stesso tempo (a differenza di GOT) non sarà sempre tutto cupo, teatrale, profondo. The Witcher non lesina momenti più distensivi, ironici, che, soprattutto grazie alla presenza di Ranuncolo, stemperano la tensione e fanno scattare qualche risata. 

Il protagonista poi qui è ben definito; e ben definiti sono anche i suoi amici/alleati. In questo caso però non si tratta del classico eroe senza macchia e senza paura (onnipresente nei telefilm sopra citati) ma più di una sorta di antieroe, un anarchico alla Jena Plissken, uno che fa quello che fa perchè ritiene sia corretto farlo in quel momento, senza avere chissà quali secondi fini (pur essendo un mercenario, non esiterà a contravvenite al contratto pattuito se lo riterrà più giusto). Geralt è un mutante, non un supereroe, non ha chiesto lui di avere i poteri che ha (anzi gli sono stati imposti e gli sono costati moltissimo) e se ne frega di usare le sue capacità per il bene di un regno o una casata. E' un escluso, un emarginato e per questo ha una naturale simpatia per i più deboli, che mostrerà preferire decisamente agli uomini di potere. Il Witcher è uno che ammazza mostri per soldi, ma molto spesso i veri mostri non sono quelli che crediamo tali, spesso la vera malvagità si nasconde nelle stanze del potere: la mostruosità non è nell'aspetto ma nell'atteggiamento.

E' la stessa struttura di base di The Witcher ad avere (come detto) sostanziali differenze con GOT. Qui non abbiamo una perenne trama orizzontale che si snoda poi in tante microstorie, tutte ugualmente fondamentali, o quantomeno "parte del tutto". Qui abbiamo una "missione principale" e una serie di "missioni secondarie", che possono essere o meno collegate tra loro, ma che appartengono a due approcci diversi. "Le missioni secondarie" non si esauriscono sempre a fine puntata, a volte hanno perfino delle ripercussioni sulla "missione principale" ma restano comunque separate. Nato da un videogame, proprio come in un videogame (qui lo spunto di partenza non è solo un romanzo e questo è storia nota) magari a volte proprio questa struttura particolare farà storcere un po' il naso, anche a causa di una sceneggiatura non sempre impeccabile e con più di qualche punto critico. Resta in piedi ma sicuramente in futuro bisognerà aggiustare qualcosina (alcuni flashback non sembrano inseriti alla perfezione tra l'altro).

Che fessi Rutilia, dicono che sono pazzo perchè parlo con un cavallo, loro però vanno a caccia di draghi, lanciano maledizioni, fanno filtri, nascondono mostri, mutaforma....

Si è parlato del gioco, ma quanto effettivamente The Witcher assomiglia al videogame (da un paragone all'altro insomma)? Beh, molto in alcune cose, poco in altre. E evidente ad esempio che, da videogiocatore, Henry Cavill abbia cercato di riprodurre il più possibile (riuscendoci ottimamente) movenze, coreografie, perfino il tono di voce compassato e brontolante del protagonista videoludico. Molti potrebbero scrivere che è "monoespressivo", ma ci sono ruoli nei quali la monoespressività è perfetta e questo è uno di quei casi, visto che lo è anche il protagonista. 
E' altresì evidente che la parte visivamente più fantasy sia piuttosto simile (il modo col quale Geralt usa i poteri, alcuni mostri, i vestiti ecc.). Davvero una riproduzione eccellente. Meno eccellente, e comunque soggetto a critiche, invece il bombardare continuamente lo spettatore con nomi di persone, luoghi, eventi, città...spesso senza prendersi la briga di contestualizzarli o di "spiegarli".  Per i fan del "Lupo Bianco" non sarà assolutamente un problema raccapezzarcisi, per i neofiti qualche problemino potrebbe insorgere (forse 8 puntate sono un po' pochine). Spesso si ha comunque la sensazione che molto verrà mostrato in seguito e che la prima stagione sia per larghi tratti "preparatoria" e "introduttiva" (una seconda stagione è stata già confermata). Vedremo.

In definitiva, insomma, The Witcher non è il nuovo Game OF Thrones (non vuole esserlo) e non è nemmeno una serie perfetta. I difetti ci sono e sono anche abbastanza evidenti, tuttavia sono sicuramente i pregi a spiccare, regalandoci una prima stagione riuscita e dedicata soprattutto a coloro che amano i romanzi e i videogiochi dai quali è tratta.

PRO

- Un protagonista carismatico
- Un fantasy che spesso sfocia nell'horror
- Le interazioni con Ranuncolo e le sue "stupide" canzoni

CONTRO
- Qualche problemino di sceneggiatura
- I neofiti potrebbero avere qualche problema a ricordarsi ed associare i nomi
- 8 puntate sono poche e non hanno permesso un maggiore approfondimento di alcune situazioni.

Voto 7,5

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