domenica 15 novembre 2020

Utopia - prima stagione (2020)



Viviamo in quella che é probabilmente l'epoca piú fortunata per i complottisti. Se anni fa (anche se di complotti ne fiorivano pure allora erano forse meglio costruiti e con un loro senso tutto sommato) coloro che se ne uscivano con "teorie" che non stavano in cielo né in terra venivano relegati piú o meno ai classici scemi del villaggio, l'avvento di internet ha dato la possibilità a determinate "community" di fiorire e proliferare. Non importa quanto sia ridicolo o illogico quello che dici, se trovi persone che condividono il tuo pensiero puoi ambire a creare un movimento e costruirti magari dei follower fedeli disposti a credere a tutto quello che dici e a pendere dalle tue labbra (spesso sul web mi sono imbattuto in persone che seguono ciecamente la visione assurda di youtuber discutibilissimi piuttosto che credere ai fatti e ai dati ufficiali, ne piú ne meno di quanto fanno i seguaci di una setta). Ecco allora nascere sciachimisti, terrapiattisti, I Qanon, no Vax, e chi piú ne ha piú ne metta, ognuno con gradi di credibilità e pericolosità diversi. 
Ma se uno di questi avesse ragione? Fantascienza? Beh, cosa c'é di meglio di un film o di un telefilm per immaginare l'impossibile? Se ad esempio un fumetto contenesse messaggi segreti, in codice e ben nascosti,  che permettono di prevedere il futuro? E' quello che ci lascia immaginare Utopia, remake americano dell'omonima serie britannica. 


"Ho visto una scia chimica sotto il letto"


Utopia (e il suo seguito, Distopia), come detto, non é solo una grafic novel, ma una porta sul di svelamento della verità, un assist per i complottisti di tutto il mondo affinché risolvano il mistero. Quale? Beh, lo si scoprirà col passare delle puntate. Un mistero molto piú terrorizzante ed attuale di quanto possa sembrare. Non a caso parecchi vogliono impossessarsi del prodigioso fumetto: semplici nerd, uomini d'affari, curiosi, criminali...

Se però tra le tavole la protagonista, Jessica Hyde, é una specie di Alice nel paese delle meraviglie, una bambina che combatte un villain misterioso che si fa chiamare MR. Rabbit, nella realtà Jessica é una ragazza senza sentimenti, piuttosto schizzata e incline all'omicidio senza rimorsi. Troverà ugualmente degli alleati pure loro piuttosto bizzarri e male assortiti (bambini, fumettari, complottisti estremi...) che la affiancheranno in una sorta di caccia al tesoro che sembra una specie di Goonies splatter. I nostri eroi si trasformeranno infatti da semplici nerd a "eroi" che si ritrovano a scappare o ammazzare per scoprire la verità. 

E' però proprio in questi frangenti purtroppo che vengono a galla alcuni difetti della serie. La violenza, per quanto a tratti caricaturale, sembra a volte piuttosto gratuita, improvvisa, priva di contestualizzazione, quasi messa lí a dare una cifra stilistica alla serie piú che a seguire un preciso schema. I "buoni" si ritroveranno spesso a commettere atti riprovevoli, ma anche a comportarsi in maniera poco credibile e coerente (un secondo prima uccido un tuo caro amico e due secondi dopo ci comportiamo come amiconi, oppure personaggi che in pochi minuti cambiano totalmente idea su fatti importanti di trama e cose cosí). Una sceneggiatura insomma che mostra alcune lacune e che non sempre risulta impeccabile. E se per Jessica ci può stare una caratterizzazione sopra le righe, a volte si ha la sensazione che gli altri protagonisti non siano trattati cosí bene in fase di sceneggiatura. 


"Nel fumetto di Utopia viene svelato alla fine che i fumetti in realtà non esistono. Oh mio Dio, come ho fatto a non pensarci prima, era fin troppo ovvio in tutti quei anni in cui li ho letti ma non avevo mai osato crederci"


Molto meglio invece va quando la scena si sposta sul villain, quel Mr Rabbit che nella realtà é un cattivo molto piú subdolo e ambiguo di quello del fumetto, interpretato da un John Cusak stranamente a suo agio con un personaggio diversissimo da quelli interpretati in passato. I suoi piani imperscrutabili verranno rivelati solo nelle battute finali ma diciamo che hanno che fare con degli strani virus, delle pandemie, dei vaccini discutibili, dei bambini che cadono nelle spire di potenti cattivoni che governano il mondo. Ma tutto questo....si, é tremendamente simile a quello che stiamo vivendo in questi mesi e alle teorie del complotto che girano attualmente. Ed é cosí, anche se la cosa non é del tutto volontaria. La serie in pratica vorrebbe essere (e per buona parte lo é) di puro disimpegno ma invece piú di una volta ci fa strabuzzare gli occhi, ci mette tristezza, ci rifila pugni nello stomaco anche quando non dovrebbe. Questo dualismo rende la serie affascinante e allo stesso tempo destabilizzante. Leggera, veloce, caricaturale ma anche capace di metterci a disagio, sembrare pretestuosa, scherzare col fuoco a volte piú del dovuto. 


"Cosa ho fatto oggi per meritare il mio posto nel mondo? Ho lasciato il posto sull'autobus ad un anziano, ma era antipatico e forse non lo meritava" 


Se quel Black Mirror (dalla simile sorte: prodotto tipicamente British poi  americanizzato) ci prefigurava un futuro distopico e agghiacciante, vicino eppure ancora un po' al di là della nostra portata, qui siamo nella situazione opposta: quel futuro, quelle paure, quelle teorie cosí assurde "da opera horror fantascientifica" sono già accadute, diventando parte del quotidiano, c'é già insomma chi ci si deve confrontare ogni giorno. 

In questo senso quindi Utopia (a differenza dell'originale inglese) non é una serie premonitrice quanto invece una involontaria fotografia del quotidiano, certo veicolata sempre attraverso meccanismi cinematografici (estremizzata e fumettistica), ma comunque attuale. Si potrebbe definire quindi in un certo senso già "vecchia" nel momento in cui é uscita. Sebbene la sceneggiatura sia stata scritta qualche anno fa, in tempi non sospetti, in piú di un punto la somiglianza con la realtà che viviamo é cosí forte che rischia quasi di tendere la mano a no-Vax, Quanonari, negazionisti e simili. 
Il disclaimer all'inizio di ogni episodio risulta superfluo quindi, un'opera di finzione é e resta un opera di finzione, in qualunque caso. È lo spettatore poi ad attribuirgli determinati significati ed é quindi pressoché certo che i complottisti piú sfrenati finiranno per forza di cose per vederci quello che vogliono vederci: l'avvaloramento delle loro teorie.

Utopia in definitiva é una serie TV avvincente, divertente, che fa riflettere ma che vive di contraddizioni e che a volte cede il passo ad una trama non sempre coerente a sé stessa. E' abbastanza per "meritare il suo posto nel mondo"? Vedremo

PRO

- Divertente e appassionante
- Una interessante commistione tra Goonies, fumetti e violenza splatter
- Alcuni personaggi sono riuscitissimi

CONTRO

- Altri personaggi non sono caratterizzati benissimo
- Qualche incongruenza di troppo
- Non consigliato ai complottisti duri e puri, potrebbero sbarellare del tutto.

Voto: 7

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