domenica 5 febbraio 2023

Caleidoscopio - Miniserie (2023)


Quello che rende un film o una serie TV memorabili quasi sempre non è ciò di cui ci parlano, ma il modo nel quale lo fanno. E' ormai quasi impossibile infatti trovare qualcosa che non sia mai stato raccontato, la bravura sta nel saperlo raccontare, inventandosi uno stile o un modo originale per concatenare gli eventi. Tutto deve combaciare ed essere importante, come tessere di un puzzle: inutili se prese singolarmente ma ognuna è essenziale per dipingere un unico quadro generale. E se invece partissimo dall'approccio opposto? Immaginate ad esempio un caleidoscopio: formato da pezzi di vetro o plastica di diversa forma e dimensione, che in base al modo nel quale vengono ruotati formano figure e immagini sempre diverse. 
E' questo il concetto che ruota (è proprio la parola giusta) attorno a questa serie TV, che di caleidoscopico non ha solo il titolo ma anche il metodo di fruizione che offre allo spettatore.
L'idea è semplice: perchè non far decidere allo spettatore l'ordine in cui guardare le puntate di una serie TV? Sará quest'ultimo quindi, a seconda di come sceglierá di disporre i vari pezzi, ad ottenere la sua immagine, il suo telefilm personalizzato, il suo personale Caleidoscopio.

In teoria quindi potreste partire dall'ultima puntata e procedere a ritroso verso la prima, come se giocaste a costruire un personale Memento, oppure potreste guardare gli episodi così come sono giá disposti (non in ordine cronologico), o magari potreste optare per un approccio classico, decidendo quindi un andamento consequenziale dei fatti. Vi piacciono i flashback e i flashforward selvaggi? E' una possibilitá. Volete partire dagli estremi della storia per poi giungere al centro? Siete liberi di farlo.
Potete insomma sbizzarrirvi con la vostra creativitá.


Ci si potrá fidare di loro?


Non è un caso che gli episodi non abbiano una vera numerazione o un titolo a se stante ma si caratterizzino invece per essere associati ad un diverso colore. Giá, come se fossero tinte di una tinozza alle quali attingere per dipingere il proprio quadro personale. 
La stessa Netflix ci ha giocato su, pubblicando sul suo Twitter ufficiale varie possibili opzioni di visione, che fanno virare la serie TV verso un approccio ora tarantiniano, ora da classica detective story o ancora alla Orange Is the new black. Ma naturalmente non sono le uniche opzioni possibili.

Il risvolto negativo? Per poter funzionare in ogni caso (qualunque sia la vostra scelta dell'ordine col quale vedere le puntate) la trama deve essere piuttosto semplice, priva di grandissimi colpi di scena o di trovate eccessivamente ad effetto. I singoli episodi devono poter raccontare un momento specifico, un particolare punto di vista, senza andare troppo oltre se stessi. Ecco quindi la trovata della rapina, che è uno dei canovacci più classici che si possano raccontare al cinema o in tv, diviso sostanzialmente in momenti ben definiti ed identificabili: la banda che si forma, la pianificazione del colpo, il colpo, le conseguenze post-rapina. Tutto qui. Il grosso lo fanno le interpretazioni degli attori (molto bravi e capeggiati dal sempre eccellente Giancarlo Esposito).


E' la vecchiaia, ho problemi di memoria, non ricordo in quale puntata siamo: lo abbiamo giá fatto il colpo?


L'operazione risulta quindi meno "interattiva" e impattante rispetto allo speciale di Black Mirror: Bandersnatch. In quel caso lo spettatore, attraverso il telecomando, sceglieva direttamente in che direzione far procedere gli eventi, manipolarli (anche se superficialmente), pasticciando con la trama a suo piacimento (come le vecchie storie a bivi su Topolino). Qui di fatto l'utente è comunque passivo rispetto alla visione: è vero che deciderá a suo piacimento l'ordine col quale muovere i pezzi, ma l'immagine che verrá fuori alla fine sará indipendente dalla sua volontá. Potrá decidere quali momenti esaltare o mettere in primo piano ma la storia avrá sempre e comunque le stesse conseguenze e lo stesso quadro generale. 


"Sta per arrivare l'FBI, abbiamo circa 30 secondi prima di essere circondati, c'è tempo, raccontami della tua infanzia, delle tue paure e delle tue fragilità"


Caleidoscopio si pone insomma un obiettivo: essere fruibile indipendentemente dalla scelta del singolo utente, essere apprezzabile e coerente a prescindere dall'ordine col quale far scorrere le puntate. Vuole offrire una forma di visione originale e sfiziosa, sopra ogni altra ambizione. Ma e' come se si preoccupasse più di funzionare a livello concettuale piuttosto che dal punto di vista contenutistico. 
Si può quindi dire che sostanzialmente riesce nell'intento che si prefigge. Basta questo però a renderlo un ottimo telefilm in quanto tale? La risposta è ardua. Dipende dalla sensibilitá di ognuno di noi, dalla capacitá di farsi avvincere dal meccanismo senza lasciarsi trascinare eccessivamente dalle proprie attese (avete scelto un ordine troppo pazzerello? Non lamentatevi se avete scoperto dopo 1 o 2 sole puntate come va a finire la storia, visto che come detto non ci troviamo di fronte ad una trama chissá quanto articolata). Caleidoscopio è insomma esattamente ciò che il titolo lascia presupporre: un meccanismo che dipinge scenari, non un dipinto ricco di sfumature.

PRO

- Idea di partenza sfiziosa e originale
- Buon cast capeggiato dal sempre bravo Giancarlo Esposito
- I singoli episodi raccontano solo una piccola parte di un quadro generale ma funzionano molto bene.

CONTRO

- Può fare storcere il naso a chi apprezza serie più lineari
- La trama di fondo è molto semplice e senza grossi guizzi.
- In questo caso il tutto non è più della somma delle singole parti 

Voto 7+

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