lunedì 30 gennaio 2023

Black Bird - Miniserie (2022)


Quanto ci manca una serie come Mindhunter. Ci manca a maggior ragione adesso che i telefilm che hanno per protagonisti i serial killer sono stati del tutto sdoganati e vanno per la maggiore. E invece la creatura di David Fincher ormai da qualche anno è chiusa in un cassetto, in pausa, non ancora cancellata e neppure in procinto di offrirci una nuova stagione. Troppo costosa per rinnovarla, troppo amata dalla sua (non troppo vasta) fan base e unica per poter essere cancellata. Resta chiusa in un limbo e tocca allora affidarsi a prodotti simili che ne riprendano lo stile. Non è facile però, perchè come detto, anche se viviamo nell'epoca delle serie basate sui serial killer, poche di queste hanno raccolto l'eredità di Mindhunter. L'approccio era infatti del tutto peculiare: non ci mostrava mai direttamente gli omicidi, il sangue o le canoniche indagini, ma cercava di entrare nella mente degli psicopatici, il loro modo di pensare, le loro fissazioni, le loro paure. I protagonisti provavano a relazionarsi con menti profondamente disturbate cercando il bandolo della matassa, l'innesco o il fine ultimo di quelle azioni efferate. A volte cercando perfino di empatizzare con gli assassini, per quanto possibile. Un approccio alle indagini più "scientifico" rispetto al 90% delle produzioni tekevisive appartenenti allo stesso genere. 
Black Bird è sicuramente tra le serie TV che per certi versi riescono a recuperare meglio quello stile, pur presentando notevoli differenze (si tratta sostanzialmente di un classico thriller carcerario). La miniserie di Dennis Lehane è un misto tra un classico dramma all'interno di una prigione e una indagine nella mente di un serial killer, da una prospettiva molto molto vicina, seppur non diretta. 


"Tutti ce l'hanno sempre con me, perchè poi? Solo perchè sogno di ammazzare le ragazzine...anzi no, faccio sogni nelle quali le ammazzo. E' diverso"


Il protagonista (un Taron Egerton in una parte ineditamente cupa) è uno spacciatore sbruffone che si ritrova a dover scontare una condanna di 10 anni. Gli si prospetta però una via d'uscita molto particolare: se riuscirá a far parlare un pluriomicida (farsi rivelare nome e luogo di sepoltura delle sue vittime), in modo da evitare che questi possa uscire di prigione dopo l'appello, allora la sua pena potrá considerarsi estinta. Il problema è che per fare ciò dovrá naturalmente "trasferirsi" in un carcere di massima sicurezza e cercare di diventare il miglior amico di un assassino di ragazzine. Non esattamente una vacanza insomma. La prospettiva però di non poter più rivedere l'adorato padre malato (un Ray Liotta qui in una delle sue ultime interpretazioni) lo spingerà ad accettare.

Black Bird è quindi una sorta di "viaggio all"inferno", una espiazione condotta attraverso la ricerca dei lati più reconditi della psiche umana. Larry Hall (Paul Walter Hauser) non è un semplice psicopatico da fare crollare ma un mentitore seriale, un calcolatore, apparentemente ingenuo ma dallo sguardo luciferino. Suscita tenerezza e repulsione allo stesso tempo. 
Per certi versi presenta dei punti di contatto col protagonista (è solo, non ha una sua famiglia, ha un legame fortissimo con un parente, è dotato di parlantina e capace di ingannare costantemente gli altri con il suo modo di fare) ma ne rappresenta le derive più estreme: l'incapacitá di avere una relazione stabile in lui si convoglia nell'efferatezza e nella necessità di relazionarsi solo con chi è più malleabile (le ragazzine). Le capacitá affabulatorie ne fanno un megalomane più che solo un arrogante sbruffone come nel caso del protagonista.  


"Sei l'unico che mi ascolta e mi capisce, un vero amico di cui mi posso fidare, quando usciremo ti insegnerò a scavare fosse"


Il ritmo della serie si mantiene sempre piuttosto lento nel corso delle sue 6 puntate e a farla da padrone sono i lunghi monologhi o le riflessioni a due, spesso piene di violenza insostenibile ma sempre raccontata. Nessun dettaglio, nessuna immagine, nessuna scena che ha per oggetto le vittime ci viene mai neppure accennata. Ci vengono mostrate soltanto piccoli attimi di vita vissuta. Ampio è anche l'uso dei flashback per mostrarci le personalitá dei due personaggi, le loro difficoltá nel superare gli ostacoli della vita, il loro modo di affrontare i traumi e la violenza vissuta che li hanno condotti fino a quel punto. Blackbird è un duetto, un gioco del gatto col topo, un continuo rincorrersi ed allontanarsi tra vittime e prede che si mescolano.

Se cercate insomma un erede di Mindhunter non lo troverete probabilmente mai. Se però di quella serie vi manca quel tipo di approccio ai serial killer, i duelli mentali, i dialoghi chilometrici alla ricerca della complessitá umana (di quelli visti ad esempio in True Detective), troverete in Black Bird un emulo di ottimo valore. 

PRO

- Taron Egerton e Paul Walter Hauser bravissimi e in ruoli piuttosto inusuali
- L'approccio alla Mindhunter 
- Riesce a coinvolgere non mostrando mai le scene degli omicidi

CONTRO

- Se cercate l'azione rivolgetevi altrove
- Non presenta svolte improvvise o particolarmente sorprendenti
- Qualche ridondanza qua e lá 

Voto 8+

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