Per la prima volta nella storia di questo blog, aperto nell’ormai lontano 2008, pubblico un articolo prima di una partita, anziché dopo la stessa, per ragionare a mente fredda sull’opportunità di disdire la visione a quello che ormai (per la Juve soprattutto) sarà un campionato farsa. Non vedo quindi l’utilità di aspettare il risultato finale, né di questa, né delle successive gare da qui alla fine del campionato, dato che come si è detto si tratterà di una “pena afflittiva”, cioè qualsiasi sarà la rimonta per l’Europa o addirittura per la salvezza sarà poi modificata in corso d’opera a tavolino. Se quindi è già tutto scritto, che motivo abbiamo di vedere quello che succede in campo? Solo questo basterebbe a giustificare una disdetta salva portafoglio. Ma non voglio fermarmi a questo, perchè molti di noi potrebbero voler pagare per vedere le amichevoli.
Siamo infatti di fronte ad una procedura politico-giudiziaria di proporzioni mai viste nemmeno per calciopoli, dove le accuse erano obiettivamente più gravi. Un giustizialismo da pelle d’oca, indegno persino del regime iraniano, confezionato e servito in 22 minuti netti, in cui un giudice ha addirittura aggravato la richiesta di un’accusa. Un paradosso storico. Qui non si tratta nemmeno più di avere ragione o torto ma solo di considerare qualsiasi processo equo ed umano. Persino per un capo mafioso si sarebbe più clementi. Questo la dice tutta su quanto sia malato questo paese.
Come ha risposto la Juve? In perfetto burocratese. Prendendo atto dell’ingiustizia subita ma affidandosi allo stesso ingiusto iter sportivo che ha eseguito la sentenza iraniana in questione. Una macchina quanto minimo pregna di una faziosità oleosa e tifosa che non fa nemmeno finta di nascondere (vedere le storie Instagram della compagna di Gravina). La società Juventus FC ha nei fatti dato un segnale di impotenza immediata (voluta o non voluta) non solo nel comunicato stesso ma anche mandando il parafulmine Allegri nell’intervista pre partita. Lasciare soli allenatore e squadra, di fronte agli attacchi dei media, per rispondere ad accuse che non riguardano gli stessi intervistati, oltre ad essere un atteggiamento scarsamente professionale è anche un pizzico riprovevole, da parte dei nuovi burocrati bianconeri.
Come vedete ci risiamo. La storia si ripete. Come nel 2006 il tifoso juventino viene lasciato solo a difendersi dalla tempesta. Quali azioni di protesta allora gli restano? Insomma, se fossimo Napoletani ci riuniremmo velocemente in piazza Plebiscito o se fossimo romanisti o laziali andremmo direttamente di fronte alle sedi di competenza per farci sentire. Il tifo juventino invece è disseminato in tutta italia e per motivi logistici e organizzativi possiamo fare poco o meno di quello che potremmo. Il che è un bene non solo per questi mercenari del giudizio, faziosi e politicizzati, ma anche per l’eventuale città ospitante, perchè una tale folla sarebbe problematico da mantenere pacifica. Insomma siamo in tanti, dovremmo iniziare ad essere più uniti.
L’unico mezzo che resta, dunque, è quello di esercitare un diritto di scelta pacifico. Una protesta che non è nemmeno fine a se stessa come quella che si farebbe scendendo in piazza a parlare al vento e al gelo invernale. Togliamo benzina a questa macchina del fango e colpiamoli dove gli fa più male.
A questo punto qualcuno potrebbe farvi la prima obiezione. Cosa c’entrano Sky e Dazn con la giustizia sportiva? Innanzitutto perchè non sono affatto estranee al clima che ancora una volta si è creato. Il ben noto sentimento popolare di cui si nutrono e per cui attirano consensi antiju.
Ok ma in che modo si colpisce il calcio italiano? Innanzitutto senza i soldi degli abbonati Juve i diritti televisivi perdono appeal e a quel punto si dovrà o rinegoziarli o, se non è possibile farlo, ritoccare i costi per chi rimane abbonato, colpendo così gli abbonamenti degli antiju. Ma comunque la macchina calcio italiano non ne uscirebbe impunita. Prendiamo ad esempio i due piccioni con una fava che nel 2006 sono stati la Juve in B e la possibilità di rivalutare un campionato che fino all’anno prima nessuna TV si cacava. Questa volta chiuderemmo il rubinetto. Meno appeal, meno ricavi anche per loro dall’estero in tema di vendita pubblicitaria.
Ma così facendo chi ci perde davvero non sono le multinazionali Sky o Dazn, ma le maestranze che lavorano in queste emittenti? Il che è un po’ come dire: senza una pandemia chi vende mascherine perderebbe il lavoro. Quindi preferite che la pandemia non finisca mai? E che dire del fatto che Netflix sta perdendo abbonati? Dovremmo rimanere abbonati anche se non troviamo nulla che ci piace? E perchè non ci abboniamo a tutti i servizi di streaming in modo tale da sostenere tutte le maestranze televisive del mondo? Semplicemente è una scelta libera da consumatore insoddisfatto, fatta per ragione di opportunità.
Ma vi dirò di più. Qualsiasi altro tifoso, di qualsiasi altra squadra, da sempre insoddisfatto da un servizio pessimo e monopolistico, che toglie libertà di scelta e obbliga a sottoscrivere più abbonamenti per vedere tutte le partite, senza contare quello di internet, dovrebbe approfittare di questa protesta, così come a suo tempo ADL approfittò di Agnelli.
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