Il tema della violenza sulle donne è purtroppo sempre tristemente attuale. Il mondo del cinema e delle serie TV l'hanno affrontato spesso, a volte anche scegliendo approcci totalmente inusuali. Pensiamo ad esempio al marveliano Jessica Jones e al rapporto tra la protagonista ed il suo villain, Killgrave. Senso del possesso che diventa "materiale" a causa di un potere soprannaturale, che permette all'aguzzino di tenere in pugno la vittima psicologicamente e fisicamente.
Shining Girls sembra esserne un mezzo clone. Sembra...prima che si mostri per quello che realmente è: un telefilm che gioca abilmente con i generi prima di mostrare la sua vera natura.
Impossibile però non scorgere fin da subito delle somiglianze tra i personaggi della vittima e del carnefice delle due serie: Kirby Mazrachi, un'archivista di un giornale di Chicago, è l'unica sopravvissuta di una serie di omicidi, compiuti da un misterioso serial killer che sembra avere delle "capacitá particolari" (a distanza di molti anni ha sempre lo stesso volto e in qualche modo sembra capace di prevedere il futuro). Dopo aver scoperto un dettaglio singolare e apparentemente assurdo decide quindi di mettersi sulle tracce dell'assassino, assieme ad un collega. Ma il mondo sembra congiurare contro di lei.
Se però in Jessica Jones, nonostante uno stile molto più particolare e più "femminile" rispetto alle altre serie Marvel, emergeva quasi subito il lato più supereroistico e "patinato" della vicenda, in Shining Girls invece assistiamo ad un approccio più "oscuro". I personaggi sono costantemente tormentati, ambigui, segnati da qualcosa. Le atmosfere sono più oscure, oniriche, sospese, la narrazione è (almeno inizialmente) indecifrabile, psichedelica, con un susseguirsi apparentemente sconnesso di eventi che destabilizzano lo spettatore e lo immergono in una situazione apparentemente priva di appigli concreti. La stessa protagonista quasi fin da subito si ritrova infatti all'improvviso a vivere in altre realtá, come se la sua esistenza le scivolasse di mano e lei non fosse in grado di trovare un suo centro. Come se qualcuno si divertisse a spostare dettagli qua e lá della sua vita da sotto il suo naso impedendogli di mettere un punto sulle cose, di trovare risposte alle sue domande. Si ritrova quindi ad esempio sposata con un marito che non ricorda di conoscere, o ad avere un cane invece che un gatto, una madre assente anziché presente costantemente nella sua vita, a fare un lavoro invece che un altro. Tutto ciò che le sta intorno muta, apparentemente solo per lei, senza che gli altri se ne accorgano: per loro ciò che la protagonista afferma è privo di senso e lei sta conducendo una battaglia contro i mulini a vento. Kirby sta impazzendo? O forse sta combattendo contro un assassino che è in grado, non si sa come, di torturarla in maniere che vanno al di lá della comprensione umana e assumono connotazioni metafisiche?
Ci troviamo insomma, più che dalle parti di un fumetto di supereroi, in una serie di situazioni tipicamente fantascientifiche e dickiane, dove "Tempo Fuori di Sesto" sembra essere la fonte principale alla quale la serie sembra inizialmente attingere (è tratta comunque abbastanza fedelmente dall'omonimo romanzo di Lauren Beukes): un universo che sembra costantemente "sbagliato", che slitta temporalmente e rivela un quadro sottostante ogni volta diverso che il protagonista della storia non riesce a comprendere
Ma Shining Girls alla fine non si rivela neanche (solo) questo. Man mano che i suoi misteri vengono svelati, mostra un cuore alla Stephen King: ci parla di soprattutto di personaggi che si ritrovano a vivere situazioni straordinarie e terribili ma che cercano di sconfiggere i mostri (reali e interiori) grazie a risorse inaspettate.
Shining Girls è quel tipo di serie che parte da tematiche fantascientifiche o horror che però in realtá sono solo una metafora per raccontare le paure e le emozioni dei suo personaggi. Kirby è infatti nella classica situazione in cui si trova una donna dopo aver subito un abuso: è confusa, ha paura di raccontare cosa le è accaduto, è come se sentisse che il mondo non fosse in grado di capirla, di capire la sua condizione, la sua realtá. Una realtá nella quale il suo aggressore è onnipotente, onnipresente, quasi invincibile e tutto ciò che invece le sta intorno si fa invece confuso, indecifrabile. Come può venirne fuori? Scoprendo le motivazioni e le fragilità del suo aggressore e (soprattutto) trovando supporto in coloro che le stanno a fianco.
PRO
- Elisabeth Moss in un ruolo nel quale dimostra di essere sempre efficace
- La serie gioca con i generi e le attese dello spettatore, rivelandosi una metafora perfetta
- Le atmosfere da sci-fi alla Philip Dick
CONTRO
- Genera un po' di confusione soprattutto all'inizio
- Dei passaggi di trama risultano poco chiari e potevano essere spiegati meglio
- Nel finale, pur molto efficace, diventa una serie più canonica.
Voto 8
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