25’ Ledesma (L); 30’ Mellberg (J)
Penso si possa parlare tranquillamente di un’occasione d’oro buttata alle ortiche. Un pareggio che va bene più all’Inter che a noi, dato che alla luce… o meglio “al buio” della sua prestazione pomeridiana con l’Atalanta, da cui a preso 3 scoppole e più di un’umiliazione, rimane a +3 in classifica. A chi dice che comunque la sconfitta dei nerazzurri abbia riaperto il campionato rispondo: quando ricapiterà? Nemmeno il tempo di godere come matti per questa figura del cacio dei perdazzurri ecco che dobbiamo ricordare Buffon, Chiellini, Grygera e i loro fratelli dispersi.
Primo tempo, Juve timida e al limite dell’imbarazzo, pressata dall’onere di dover resuscitare il campionato e chioccia nei confronti di una difesa piena di defezioni, rimane rintanata nella sua metà campo e non crede nell’impresa. Si riprende solo dopo la papera di Mannaggia-Manninger che nel remake del classico “Caniggia contro Zenga ai mondiali 90” ci fa prendere un gol in maniera assurda da un incredulo Ledesma. La rete del vichingo Mellberg, primo con questa maglia, riapre i cuori e le speranze della vetta, alimentate da un secondo tempo più coraggioso ma non ancora all’altezza. Troppi i cross sbagliati dalla destra, Amauri non più il castigamatti delle difese con i suoi colpi di testa fiacchi e quel palo di Legrottaglie nel finale ti fanno dire: niente da fare, è andata.
Ok c’è anche l’avversario, e la Lazio, soprattutto nella prima frazione, è riuscita a fare il gioco che voleva ottenendo infine il risultato che gli consente di mentire su chi sia stata la migliore in campo, ma nel calcio ci sta anche questo. Però chi insegue deve imparare il cinismo e la prontezza di riflessi di chi non vuol perdere il treno dello scudetto. Le squalifiche di Sissoko e Molinaro arrivano poi come pioggia sul bagnato. Speriamo bene per sabato con la Fiorentina.
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