mercoledì 7 aprile 2010

Lettera aperta a replay

Dopo la scandalosa trasmissione intercentrica di ieri sera ho deciso di mandare una lettera aperta alla rai. Vi ripropongo il testo.
Della vostra “obbiettiva” trasmissione di questa sera, come l’esimio vostro presentatore l’ha apostrofata, non è stata tanto la vostra invettiva sputata anti-Moggi (e anti Juve, come Galeazzi si è palesemente fatto scappare di bocca) , o l’ipotesi delle schede svizzere sventolata come pistola fumante, o il continuo vendere agli ingenui l’eterna balla del tutti colpevoli tutti innocenti (Moggi ha sempre detto che persino le sue erano telefonate irrilevanti, figurarsi queste), ne l’ignorare volutamente e ripetutamente quanto ai tifosi juventini interessi il processo sportivo più che quello penale… poiché di tutto questo ha potuto in due parole renderne conto l’avvocato Prioreschi con il suo intervento. Persino l’aver scelto di non mandare in onda l’intercettazione con Facchetti l’avete potuta giustificare con il rispetto dovuto ad un defunto, Ma la cosa più grottesca ed esilarante di tutto il vostro circo è stata la frase lapidaria del “grande” Boniek (uomo sempre onesto e fuori dal calcio) che in risposta al consiglio di Prioreschi che chiedeva semplicemente a tutti: “prima di parlare con facili pregiudizi andate a leggervi le carte” ha detto “Abbiamo altro da fare”.
Assurdo! Quindi su cosa avete basato la vostra trasmissione? Sul bar dello sport? Cosa siete scesi di casa a fare stasera? Per perdere tempo o per rubare lo stipendio (canone)? Penso che questo sia un insulto all’intelligenza del singolo spettatore che da una parte si sente rassicurato da voi stessi di assistere a una trasmissione oggettiva che analizza i fatti, dall’altro quando la conoscenza di tali fatti andrebbe verificata ci venite a dire di non avere tempo. Il tempo e denaro e voi lo state sprecando con l’informazione faziosa di chi guarda ad un uomo come colpevole fino a prova contraria, perché palesemente invece questa prova contraria per voi non è mai esistita, ma non dovrà neppure esistere, non sia mai!
Ecco perché siete li che ve la cantate e ve la suonate da soli, un interista un romanista e un laziale dichiarati (sembra tanto l’inizio di una barzelletta) senza contraddittorio e quando questo vi si presenta in forma telefonica ne siete esplicitamente contrariati e disgustati, come se un portoghese si fosse imbucato in una festa privata senza l’invito. Siete patetici, e non è un offesa, vi offenderei se vi vantassi poiché anche io come voi sono della scuola di chi si attiene ai fatti, sperando sempre di superare l’esame senza copiare il compito.
Con immutata stima (immutata nel senso che non l’ho mai avuta) Tino da Foggia

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