lunedì 5 luglio 2010

Dead Space - EA Redwood Shores



Di videogiochi horror se ne sono visti tanti negli ultimi 15 anni, e spesso appartenenti a filoni piuttosto diversi, seppur accomunati da una buona dose di suspance, di mistero, quando non di splatter allo stato puro.
Tutto cominciò naturalmente con quel Resident evil, indicato da tutti come l'inizio degli incubi a sfondo videoludico (Alone in the dark si può in un certo senso considerare un pioniere del filone, un gioco che preannuncia qualcosa che in esso non è ancora del tutto compiuto).
Le inquadrature, le scene ad effetto, certo machismo tipico di alcuni b-movies, tutto riconduceva a film fatti per spaventare, non certo per far riflettere: non a caso la trama di Resident evil si basava su un semplice canovaccio, neanche troppo originale, ma tremendamente efficace, soprattutto nell'ambito di un mezzo come i videogames che poco avevano esplorato questo genere di cose.

Qualcuno però ad un certo punto si accorse di volere qualcosa di più, di cercare un esperienza diversa, più basata sull'introspezione, sul mistero legato alla natura dei personaggi di una storia, sull'orrore accennato più che mostrato.
Nacquero così giochi come Silent Hill, che spaccarono in due tronconi le proposte future, che cercavano di avvicinarsi a quel genere (ad esempio "Project Zero" e "Forbidden siren" schierati sul fronte "psicologico", mentre altri come "Cold Fear" seguivano il "maestro" Resident Evil).

Col tempo però le due saghe principali hanno perso smalto, e gran parte del loro fascino: Resident evil sempre più affascinato da da un eccessiva dose di action che in pratica lo ha trasformato in uno sparatutto in terza persona (RE5 è si un bel gioco, ma purtroppo forse non è davvero un Resident Evil: la tensione, il mistero e la suspance vengono definitivamente sacrificati in favore dello splatter e delle sparatorie), Silent hill incapace di rinnovarsi, relegato sempre nel suo angolo, a continuare a ripetersi all'infinito.

Nel 2008 arriva, quasi in sordina, questo Dead Space e l'impressione e subito quella di ritrovarsi di fronte ad un Resident evil 4 ambientato nello spazio. Non è esattamente così.
Innanzitutto il fatto di essere ambientato "nel vuoto" è una componente fondamentale del gioco, che influisce parecchio: molti combattimenti avvengono in assenza di gravità ed il rischio è sempre presente, proprio perchè ciò da la possibilità ad i nemici di presentarsi da qualsiasi direzione.
Il fatto poi di essere ambientato, per quasi tutta la sua durata, in luoghi chiusi, aumenta la sensazione di claustrofobia, riportandoci quasi all'epoca in cui aprendo una porta non sapevi mai cosa tu potessi trovarti di fronte (Resident Evil e Resident Evil 2).

La trama non è originalissima, almeno all'inizio ("La Cosa" e "Alien" sono stati saccheggiati con dovuta cura), ma con il passare del tempo tutto si farà più "movimentato", e ci saranno anche parecchi colpi di scena, e soprattutto nel finale...
Il protagonista non è il solito eroe pieno di muscoli alla Chris Retfield, ma un uomo qualunque, che si ritrova a fare determinate cose perchè costretto dagli eventi, o più semplicemente spinto da uno scopo "personale", più che da spirito magnanimo. In definitiova si potrebbe definire un anti-eroe.
Il fatto che il suo volto non sia praticamente mai visibile durante il gioco (lo sarà soltanto all'inizio in maniera "sfumata", e alla fine) aumenta in un certo senso l'immedesimazione.

Magari non è un gioco che "fa paura" (come sostengono in molti), ma sicuramente una buona dose di tensione (soprattutto tenendo alto il volume, visto che il sonoro è uno dei suoi fiori all'occhiello) la provoca.

Purtroppo ci sono anche delle note dolenti: il doppiaggio di Dario Argento rovina in parte l'eperienza. Sarà pure un (ex) maestro del brivido, ma la sua voce nel gioco farà scoppiare più di qualche risata.
Alla lunga inoltre si avrà una sensazione di ripetitività (tamponata in parte con minigiochi del tutto fuori contesto), ma è sicuramente uno dei migliori titoli horror dell'ultima generazione di videogames (se non il migliore)

Voto 8,5.

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