Per quanto maestosi siano i nostri sogni prima o poi bisogna svegliarsi e scontrarti con la realtà. Certo tutto può accadere, ma non sempre. Vi sono stati ad esempio dei momenti della storia del calcio in cui, anche non essendo una squadra eccezionale sai che è il tuo momento, a prescindere da tutto, come è accaduto nella vittoria della Grecia in quel famoso Europeo o, per non andar tanto lontano, al Chelsea lo scorso anno. Quella squadra non siamo noi, ed oggi dobbiamo soltanto pian piano prenderne coscienza.
Dopo il Barcellona, il favorito per questa coppa è sempre stato Bayern, anche se molti per incoscienza o opportunismo hanno fatto finta di ignorarlo e il vento, su questo punto di vista, è stato chiavo sin da subito, son bastati solo 25 secondi, nessuno spazio ad illusioni di sorta. Meglio così? Non so, magari aver avuto in risultato finale un po' più in bilico avrebbe dato più sapore ad un ritorno a questo punto pare davvero una formalità, quasi un’amichevole di Aprile. Chiaro che con queste condizioni non c’è bisogno di gol spettacolari per mettere la partita sui binari, ma giusto una deviazione che spiazza Buffon e un gol viziato da un lieve fuorigioco. Ma poco conta infine, se il risultato non è altro che lo specchio perfetto della partita e della prestazione della Juventus. In fondo ammettiamolo, la squadra non ci ha mai creduto. E’ stato infatti un continuo impaccio tecnico da far rabbrividire ogni tifoso. Se è vero che la bravura di una squadra forte è quella di non farti giocare come sai, è anche vero che non ci abbiamo neppure provato.
La prova di Pirlo ad esempio, la peggiore mai vista negli ultimi tempi, può essere la sintesi più esaustiva dell’atteggiamento di una squadra che non s’è resa conto di essere in Europa e non in Italia, dove il gap che abbiamo con le altre ci consente di ottenere anche molto col minimo sforzo, invece noi stasera siamo andati lì e il gol ci ha messo subito a tacere. Il tocchettino corto e il leziosismo fuori luogo qui sono peccati mortali e noi abbiamo bestemmiato a sufficienza per poter sperare uscire assolti. Peluso che gioca sulla fascia di Robben è una favola più per i nostri avversari che per lui. Quel che ti resta allora è il lancio lungo (tattica di gioco tipica di chi è inferiore) ma se non ne azzecchi una e se Matri non ne stoppa nessuna davvero non puoi avere neppure il diritto di crederci.
Iniziamo allora a tirare le somme è a tuffarci testa e gambe sul campionato e pensiamo a centrare l’obbiettivo che abbiamo l'obbligo di centrare senza più fronzoli e distrazioni, prendendo l’esperienza che ci danno questi quarti. La speranza dunque deve essere che tutti abbiano preso coscienza di quello che bisogna fare se si vuol davvero tornare a vincere in Europa, a partire da chi in campo deve comunque dare il massimo con chiunque e soprattutto dalla società che invece di arrabbiarsi e scalpitare in tribuna deve capire che con questa politica non possiamo neppure presentarci con le grandi, ed è inutile che ci venite a parlare male di una Juve col Top Player come la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba, senza campioni dovrete prendere atto che la Champions resta soltanto un sogno irrealizzabile. Per cui se si vuole ancora salire sulla giostra è il tempo (a Giugno) di gettonarsi.
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