A distanza di 10 anni dall'ultimo film Walter Hill ritorna con una pellicola che riprende pienamente le tematiche dei suoi film più famosi e celebrati. Se il regista infatti probabilmente verrà ricordato soprattutto per The Warriors, ha saputo forgiare anche un tipo di action (pluriimitato e pluricitato) con qualche spruzzata di commedia come Danko o 48 ore
E' proprio a questi ultimi 2 che Bullet to the Head si rifà: la strana coppia che per "il bene comune" e costretta a collaborare e che si punzecchia per tutto il film, tra una scazzottata e una sparatoria.
In effetti non si può dire che non sia una coppia agli antipodi quella formata da Sylvester Stallone e Sung Kang, un duo che rende perfettamente l'idea di culture e modi di fare diversissimi.
In effetti non si può dire che non sia una coppia agli antipodi quella formata da Sylvester Stallone e Sung Kang, un duo che rende perfettamente l'idea di culture e modi di fare diversissimi.
Se la storia ovviamente è classica e stravista (come un po' in tutti gli action), questo Bullet to the head ha dalla sua il classico tocco del regista: grande capacità nel girare sequenze d'azione memorabili (con pochissimi effetti speciali ma molta sostanza), capacità di mescolare musiche e atmosfere con grande cura, bravura nel rendere appassionante e pieno di stile anche ciò che per altri registi sarebbe soltanto tamarro e fracassone.
Se non si facesse accenno con qualche battuta alla tecnologia e ai cellulari di ultima generazione sembrerebbe di vedere proprio un film degli anni '80, allo stesso tempo però il film non risulta "vecchio" pur nel suo essere classico fino al midollo: ci si diverte ma allo stesso tempo si gustano le diverse sfumature del carattere dei protagonisti, si apprezzano le inquadrature notturne e i dialoghi da film noir.
Stallone come al solito gioca a fare lo Stallone anche se stavolta la sua recitazione appare più "misurata" e meno "fumettosa" e il personaggio che gli viene costruito addosso appare più credibile, anche gli altri attori sembrano in parte. La vera particolarità del ruolo dell’attore sta piuttosto nel fatto che per la prima volta si cimenta nel ruolo fondamentalmente da cattivo, un Killer spietato e mercenario ma con un cuore sotto la corazza. Se infatti fondamentalmente non si dovrebbe, si finisce con empatizzare con lui.
Un film insomma gradevole, godibile, che piacerà molto a coloro che amavano gli action tipicamente anni '80 che Hill ha contribuito a rendere così famosi.
Voto 7,5
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