Il Real si presenta a Torino con la maglia dell’Olanda, mentre lo Stadium ha già preparato per Ronaldo un ricco menù a base di fischi. Non abbiamo ancora mandato giù, la facilità con cui il fenomeno portoghese, all’andata, si sia lasciato andare giù, e il risultato di stasera ha dimostrato, ancora una volta, che se solo ce ne fosse stata data l’opportunità, quella partita sarebbe potuta andare in maniera diversa.
Juve-Real è stata la partita dai mille volti, il cui risultato, visto con un certo distacco, ci sta tutto e non è affatto da gettare, perché sarebbe potuta andare in tanti modi differenti. Un pareggio che alla fine per motivi diversi sta bene ad entrambi.
Il primo tempo è una spremuta d’arancio. Schiacciato nella propria metà campo, il carrarmato di Ancellotti dà l’impressione di voler contenere e ripartire. la Juve invece spinge sugli argini, gioca meglio, a tratti è straripante. Smorza ottimamente ogni occasione di ripartenza. Quel che ci manca, invece, è quel pizzico di fortuna in più che ci faccia concretizzare le buone occasioni che ci costruiamo. Lo vedi quando, sul colpo di testa di Marchisio, Casillias ci mette il piede come fosse una coda, o quando lo stesso portiere madrileno esce a farfalle e Pogba si trova la palla sulla testa ma è troppo incredulo per capire davvero quale occasione abbia avuto. Ma tanto tuono che piovve. Lo stesso Pogba, lanciato splendidamente, viene toccato in area dalla maldestra scivolata di Varane. Rigore! Vidal dal dischetto accende lo Stadium con un gol piazzato sotto il sette della curva nord. 1-0. E’ il 42’.
Nel secondo tempo le merengues si scuotono e badano più al possesso palla, adesso devono recuperare lo svantaggio. Così, nel tabellino nascosto dei se, entra di prepotenza lo sciagurato retro passaggio di Caceres, che propizia il pareggio di Ronaldo, sino ad allora ben contenuto e ora li a bullarsi senza neppure ringraziare. La rimonta di Bale è un tutt’uno. Tutto perso? In realtà poi lo stesso Caceres riequilibra le sorti dell’universo (e della partita) pennellando un cross perfetto per la testa del Re Leone Llorente, che ancora una volta castiga il Madrid. Da li in poi la bilancia si ferma. Anzi. Con l’ingresso di Quagliarella (entrato al posto di un insolito Tevez) torniamo persino ad essere propositivi e pericolosi.
Lo so, anche quest’anno, a questo punto della stagione, siamo costretti a tirar fuori la calcolatrice e fare due calcoli. L’insperata vittoria di stasera del Copenaghen contro i turchi di Mancini, sbilancia il pronostico dalla nostra. Il paradosso infatti è che, pur essendo ora ultimi nel girone, le opportunità di qualificazione non ci mancano. Se infatti battiamo il Copenaghen in casa alla prossima (risultato fattibilissimo) e se il Real ci da una mezza mano in casa sua col Galatasaray (altrettanto preventivabile), la bilancia potrebbe iniziare a pendere dalla nostra.
Naturalmente poi la partita la devi far tua, ma per come si era messa possiamo essere un po’ più ottimisti.
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