© 21 Ottobre 2013 |
Dopo l'uscita del secondo capitolo del suo personale omaggio ai Genesis (Revisited 2) Steve Hackett si è subito imbarcato in una serie di date dal vivo per celebrare davanti al suo pubblico i migliori episodi di una delle bandiere del progressive rock.
I concerti sono stati un successo e hanno dimostrato (qualora ce ne fosse bisogno) ancora una volta la grandezza, non solo di un gruppo come quello dei Genesis, ma di un chitarrista purtroppo spesso sottovalutato magari perché troppo poco appariscente.
I concerti sono stati un successo e hanno dimostrato (qualora ce ne fosse bisogno) ancora una volta la grandezza, non solo di un gruppo come quello dei Genesis, ma di un chitarrista purtroppo spesso sottovalutato magari perché troppo poco appariscente.
Qualche settimana fa è uscito un bellissimo cofanetto (3 cd e 2 dvd) che testimonia il concerto tenutosi il 10 maggio scorso ad Hammersmith, show per il quale tra l'altro il chitarrista ha vinto il premio come migliore evento live al "Progressive awards 2013".
La particolarità di questo cofanetto è composta dalla tracklist che vede affiancarsi ad i brani del recente Genesis Revisited 2 altri che invece Steve aveva proposto in precedenza sulla prima raccolta.
La particolarità di questo cofanetto è composta dalla tracklist che vede affiancarsi ad i brani del recente Genesis Revisited 2 altri che invece Steve aveva proposto in precedenza sulla prima raccolta.
Per quanto riguarda la line up, non potendo ovviamente affidarsi a tutti i musicisti coinvolti nel disco in studio, Steve si affida alla line up classica che lo accompagna ormai da tempo in tour, con Lee Pomeroy (Take That, Rick Wakeman) che ha sostituito il partente Nick Beggs al basso.
Le parti vocali sono state affidate per la gran parte al bravo Nad Sylvan (Unifaun, Agents of Mercy), qui forse più bravo che nel disco in studio, soprattutto nei brani gabrieliani, al lui più congeniali.
Le parti vocali sono state affidate per la gran parte al bravo Nad Sylvan (Unifaun, Agents of Mercy), qui forse più bravo che nel disco in studio, soprattutto nei brani gabrieliani, al lui più congeniali.
I momenti emozionanti sono molti, a cominciare da una meravigliosa The lamia che vede la presenza di ben due ospiti: Nik Kershaw (autentica icona degli anni 80') alla voce e Steve "Ciccio" Rothery degli "affini" Marillion alla chitarra.
La cosa migliore del brano è proprio la parte finale, un duetto davvero molto emozionante e pieno di pathos tra i due grandi chitarristi, che si alternano regalando tocchi di classe e finezze preziose.
La cosa migliore del brano è proprio la parte finale, un duetto davvero molto emozionante e pieno di pathos tra i due grandi chitarristi, che si alternano regalando tocchi di classe e finezze preziose.
Sempre magnifiche ed evergreen Dancing with the moonlit knight e The musical box, con Hackett sempre bravissimo durante gli assoli (riprendendo il tapping, tecnica che ha contribuito a portare nella musica rock) e Sylvan sempre più a suo agio.
Sempre molto nutrita la truppa crimsoniana (i King Crimson sono da sempre tra i preferiti dei Genesis e di Hackett in particolare), ecco quindi che la magica Entangled è affidata alla voce del bravo Jakko Jakszyk (tra gli acquisti più recenti di Fripp e soci) e Afterglow si avvale invece del fido John Wetton, che spesso fa una capatina nei concerti di Steve.
La truppa degli ospiti si completa con la presenza di Amanda Lehmann (voce e chitarre) che in realtà, più che una guest, si può considerare a tutti gli effetti componente del gruppo che accompagna dal vivo il musicista inglese (sorella tra l'altro della moglie del nostro).
Insomma un concerto da gustare e da assaporare con calma, facendosi rapire da atmosfere magiche che non invecchiano mai (Selling England ha da poco compiuto la bellezza di 40 anni dalla sua pubblicazione), in compagnia di un musicista che sembra invecchiare come il buon vino, che alla bellezza di ormai 63 anni continua a stupire con una quantità di uscite in studio e dal vivo che ha del sorprendente. il segreto lo si vede, è il ritrovato amore per la musica e una sicurezza dei propri mezzi invidiabile, la capacità di scacciare i fantasmi del passato (Hackett non è che si fosse lasciato proprio bene all'epoca col suo ex gruppo) e anzi ripescarlo e esaltarlo, non rinnegando nulla.
Insomma Genesis Revisited:Live at Hammersmith è la testimonianza di un musicista che omaggia il passato ma allo stesso tempo non si ferma mai, sempre preso da nuove idee e progetti, uno degli ultimi grandi dinosauri del rock classico che non hanno (per fortuna) proprio intenzione di mettersi da parte.
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