thInauguriamo con questo post una nuova rubrica dedicata alle serie tv che abbiamo avuto modo di vedere di recente, analizzandole non per singolo episodio ma per stagione. Partiamo con la terza stagione di the Killing.
The killing è una serie americana ispirata a un telefilm danese, Forbrydelsen, dal quale però si stacca scegliendo di fatto una propria strada. Gli eventi della prima stagione ruotano attorno all'omicidio di una giovane ragazza e sulle indagini di una coppia di detective (Linden e Holder) che finiscono per imbattersi in qualcosa che è molto di più di un semplice omicidio ma che invece ha radici molto più profonde.
Se i paragoni con Twin Peaks a tratti sono fin troppo evidenti, la scelta di calcare la mano maggiormente sul realismo e meno sul grottesco contribuisce a dare comunque una sua identità alla serie.
La terza stagione comincia lì dove era finita la seconda, ma sceglie di ripartire completamente da capo: risolto il caso che riguardava la giovane Rosie Larsen si da un taglio netto al resto, l'unica cosa in comune sono la coppia di detective e l'ambientazione, ma si battono strade completamente diverse.
La terza stagione comincia lì dove era finita la seconda, ma sceglie di ripartire completamente da capo: risolto il caso che riguardava la giovane Rosie Larsen si da un taglio netto al resto, l'unica cosa in comune sono la coppia di detective e l'ambientazione, ma si battono strade completamente diverse.
In questo caso anzichè di fronte ad un solo omicidio ci imbattiamo in un vero e proprio serial killer (anche se le "vittime" restano giovani ragazze che scappano di casa) e le indagini si spostano su un versante più "classico".
Così come accaduto nelle prime due stagioni, ad ogni puntata scopriamo un piccolo tassello verso la risoluzione del caso, in un contesto dove nessuno è davvero innocente e nessuno è davvero al sicuro.
La sporca e piovosa Seattle è metafora della corruzione, del degrado, del marciume della società moderna. Non ci sono vincitori, nessuno è immacolato, ognuno ha una quantità non indifferente di scheletri nell'armadio da nascondere giornalmente.
E' in questo contesto che chi lavora per la legge si trova ad operare. Uno scenario nel quale spesso si deve agire seguendo compromessi o scegliendo il male minore, quando non addirittura la strada più facile.
Ecco quindi che la semplice indagine sul serial killer finisce spesso per scivolare quasi sullo sfondo, per lasciare spazio a intrecci tra personaggi che nella vita hanno perso, che lottano disperatamente per un futuro migliore ma finiscono irrimediabilmentente per ricadere nello stesso circolo vizioso come in un loop. L'unico comune denominatore sembra essere la solitudine, la paura di morire soli, il bisogno di essere accettati da qualcuno e in definitiva il bisogno di essere capiti.
Alcune puntate sono emblematiche: la decima ad esempio, che nel bel mezzo delle indagini si prende quasi una pausa per mostrare la condizione, il timore, le paure, la voglia di lottare di un condannato a morte. Tutto si svolge in uno spazio angusto, con soli 2/3 attori che riempiono la puntata con una prova recitativa eccellente.
Il più grosso pregio della terza stagione di The killing è proprio questo: l'eccellente caratterizzazione dei personaggi, l'indagare più sulla loro psicologia che sul caso in se, le dinamiche tra i due protagonisti mai così centrali in questa serie. Tutto questo finisce per relegare la parte poliziesca della serie su un piano inferiore, risolvendo a volte (e qui purtroppo spesso si finisce per sbagliare del tutto strada) le situazioni con spiegazioni non del tutto convincenti o affrettate.
La puntata finale è purtroppo proprio per questo motivo imperfetta: la risoluzione dell'enigma è abbastanza inverosimile, così come le motivazioni del killer, tuttavia questo non affossa del tutto la serie che riesce comunque a elevarsi sopra la media grazie a tutto il resto.
Insomma la terza stagione di The killing è ottima sotto certi fronti, purtroppo penalizzata da una parte prettamente poliziesca poco approfondita e poco curata, il fascino si sposta tutto sulle ambientazioni, sulla cupezza della trama e soprattutto sulla figura dei due protagonisti.E'proprio su di loro che si sposterà probabilmente del tutto l'ultima (ottenuta in maniera rocambolesca oserei dire) stagione di sei puntate
PRO
- Ottima caratterizzazione dei personaggi
- I due protagonisti
- Cast e prove attoriali di ottimo livello
- Ambientazione emblematica e particolarmente cupa
- Scelte registiche a volte parecchio riuscite
CONTRO
- Risoluzione del caso affrettata e non del tutto convincente
- Alcune incoerenze nello sviluppo della trama.
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