E' stata la domenica del ritorno della caccia alle streghe, o meglio alla strega. E i romanisti in tale ambito ci tengono sempre a rimarcare con orgoglio il loro speciale primato nel farlo. Insomma, l'abbiamo già detto, in Italia gli errori arbitrali han sempre due pesi e due misure. Quando Peluso la mette dentro regolarmente, prima si tarocca la moviola poi, quando ci si rende conto della topica che si sta prendendo, si cerca di deviare il discorso con il più tradizionale e irrazionale: "è stata compenzazione" o "giustizia divina", quando invece non si mette da parte tutto e si dimentica. Si perchè la fede ci porta sempre a pensare che Dio sia sempre dalla nostra.
Quande volte quest'anno abbiamo detto, "se fosse successo a noi..."? Così se l'arbitro non concede 1 rigore al Verona e ci dà 1 gol in fuorigioco si scatena il putiferio. E badate bene, a dire 1 e 1 non sono io, ma uno dei giornali più antijuvenini d'Italia, cioè la Gazzetta dello Sport (testata costituiva di farsopoli). Insomma l'interpretazione dell'arbitro sulla non influenza del fuorigioco di Llorente o dell'involontarietà del mani di Lichtsteiner divengono anche essi un peccato mortale, mentre il gol di Toni (in più netto fuorigioco e con una posizione influente di un altro giocatore scaligero) è cosa da poco. Insomma l'arbitro è in malafede quando ci favorisce e un brocco quando ci sfavorisce, anche se questo avviene nella stessa partita. Perchè il discorso è sempre quello, spogliatevi della votra ipocrisia (e ora non parlo al tifoso fondamentalista ma al giornalista professionita), ogni volta che lo fate non mettete in discusione la bravura di un arbitro ma la sua buonafede.
Questo solo per farvi capire perchè poi molti juventini se ne sbattono e (anzi) ci godono del vincere così e farvi rosicare. Comunque alla fine vittoria non c'è stata e da perfezionista quale è, Conte ha subito fatto capire che così non si va lontano. Le disattenzioni ci possono stare ma se iniziano a diventare troppe, allora meglio raddrizare la nave ora che non è successo ancora nulla. La Roma pareggia nel derby e la toppa è messa. Anche se è una toppa antiestetica.
Di tutto questo ne gioisce il terzo incomodo, no non parlo dell'Inter, ma del Napoli. Ma alla fine è giusto un esercizio statistico, visto che sono ancora molto lontani da noi e la Roma ha una partita in meno. Vittima sacrificale il Milan di Balotelli, costretto in lacrime. Alcuni maligni ipotizzano si tratti del pensiero di dover pagare gli alimenti. Chiaro che si tratta di una battuta, la sostanza oltre l'ironia sta nel fatto che il Milan non può ancora considerarsi guarito e che il Napoli, dopo tanti punti buttati, non poteva non approfittare di un avversario, che si era anche illuso del vantaggio.
Stessa cosa vale coi prescritti. Non avessero vinto neppure col Sassuolo... Non è scherno, anche noi ci siam passati e sappiamo che una vittoria è sempre una vittoria, non conta come o con chi. Chiaro che ora tutti si aspettano una reazione anche da noi. Riusciremo a buttarci alle spalle un'altra domenica di blackout o dovremo davvero preoccuparci della condizione fisica di pilastri come Pogba e Vidal? Perchè poi alla fine noi come tanti burattinai ci facciamo grandi su abitri e giocatori, ma ce ne frega del fatto che anche loro siano uomini. Non consideriamo il fatto che non si possono vincere tutte le partite. Il feticcio dei 100 punti è cosa raggiungibile solo in Spagna.
Tanto poi se siamo pigri, chiediamo a chi ci sta vicino di passarci il telecomando.
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