Lo Sciacallo: uno dei rari casi in cui il titolo italiano è forse meglio di quello originale. Oscuro Thriller-allegoria, dalla trama coraggiosa, sul mondo dell'informazione, cioè quella macelleria che ti vende carne e sangue tutti i giorni spacciandotela per cronaca nera. Il suo protagonista Luis (Jake Gyllenhaal) pare un personaggio appena uscito da Gotham. Uno di quei geni del crimine dei fumetti di Batman che si fanno strada strisciando nella notte (Nighcrawler) per ambire a diventare super-criminali.
Partendo dalla gavetta di ladruncolo di rame, una notte scopre che il suo futuro è nel mondo dei servizi di cronaca nera, quando assiste ad un incidente stradale. La troupe di cameramen giunti sul posto per catturare le crude immagini del salvataggio lo ispirano: Questi tizi erano arrivati e avevano preso qualcosa che era già lì per poi rivenderlo al miglior offerente. Così ruba una bici e la rivende per un po' di soldi ed una telecamera, iniziando una carriera da freelance.
Louis nel mestiere ci sguazza, rendendosi conto sin da subito di quanto sia
il suo habitat naturale, un microcosmo in cui nessuno in fondo in fondo
e migliore di lui e nel quale addirittura potrebbe dare lezioni a molti. E' lo sciacallo per eccellenza, un individuo astuto e senza alcuno scrupolo morale, come un avvoltoglio che aspetta il momento ideale o una volpe che se lo crea. Una scena su di tutte lo riassume, non è nemmeno la più cruda ma è la più significativa perchè istintiva: quando trascina per i piedi un cadavere per sfruttare la luce dei i fari di un automobile. Da li capisci che un simile individuo sarà disposto a tutto per conseguire uno scopo. Un tale personaggio non usa la forza ma bensì il cervello, è la sua costituzione fisica che glielo impone. Per entrare nella parte Jake Gyllenhaal ha perso 20 chili, rimandandando all'allegoria dantesca della lupa, simbolo della cupidigia umana, "che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza".
Abbiamo definito questo film coraggioso e nel farlo ci riferiamo alla sua trama politicamente scorretta che farà storcere il naso a qualche moralista della domenica, magari però gli stessi che continuano a seguire ogni pomeriggio trasmissioni su omicidi e orrori vari, in cui tutti conoscono ogni aspetto della vita dei carnefici ma nei quali pochi ricondano il nome delle vittime.
Ottima la fotografia e la prova attoriale del protagonista. Un macabro Collateral visto dalla prospettiva del cattivo, immaginado che quel lupo in mezzo alla strada, prima dell'ìncidente e col sottofondo degli Audioslave, possa essere proprio lui
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