giovedì 26 marzo 2015

Fargo – Stagione 1 [Serie TV 2014]

L'ultima moda della serialità televisiva è rappresentata dal ripescaggio di film famosi riadattati per il formato televisivo, abbiamo così serie che prendono solo lo spunto da pellicole ormai storiche o che ne costituiscono un prequel o uno spin-off, quando non un rifacimento vero e proprio.
Devo dire che non sono un grosso fan di questo tipo di operazioni: alcuni film sono ormai incastonati nella storia della cinematografia, sono pensati espressamente per esaurire la loro narrazione nell'arco di 2 ore, massimo 3, spesso hanno il loro clou in scene fortemente d'impatto, che perdono la loro forza annegate in un'infinità di puntate che potrebbero rivelarsi soltanto allungabrodo.

Se ad esempio c'è  una cosa che non mi fa papprezzare al 100% un telefilm come Gotham (che pur essendo un ibrido, in quanto sostanzialmente tratto da un fumetto, è in larga parte ispirato dai film di Nolan) è il conoscere già per forza di cose dove andranno a parare i personaggi e la storia, chi sopravvivrà e chi no, dove condurranno certi filoni narrativi.
Non è un caso quindi se mi sono lasciato indietro molte serie televisive di questo tipo: Bates Motel abbandonato all'istante perchè troppo "sacrilego" nei confronti dell'originale, Sleepy Hollow non malaccio ma noiosetto, Hannibal non mi ha mai interessato (finora) al punto da recuperarlo.

I film dei fratelli Coen li ho quasi sempre apprezzati: o si amano o si odiano, ma hanno sempre quel tocco particolare che li lascia in bilico tra il grottesco, il misterioso, l'irriverente, il politicamente scorretto, la commedia agrodolce. Forse per questo motivo una serie televisiva basata sulla pellicola degli anni 90' Fargo mi ha incuriosito più del solito: se non tiri troppo per le lunghe il tutto (e infatti la stagione dura "solo" 10 episodi) puoi giocare proprio con le caratteristiche sopra citate e magari avvalendoti di un cast di gran livello e prendendo qualche spunto qua è là da telefilm di grande successo...

Fargo sostanzialmente ha più di un punto di contatto con serie tv come Breaking Bad, che a sua volta risente molto di certe dinamiche viste proprio nei film dei fratelli Coen: si parte da uno spunto di partenza abbastanza banale, piano piano si inseriscono elementi di rottura che trasformano la quotidianità in qualcosa di criminoso o avventuroso, ci si spinge poi sul filone del grottesco e sulla commedia "amara".
Se in Breaking Bad avevamo le assolate e calde giornate di Albuquerque, qui invece la vicenda si svolge in uno scenario totalmente diverso: una nevosa cittadina del Minnesota.
Lester Nygaard così come Walter White conduce una vita ordinaria. Sogna un giorno di avere la sua rivincita sulla vita e di avere un'occasione per mostrare di che pasta è fatto, fosse anche per il motivo sbagliato. Ci riuscirà ma le cose saranno destinate a prendere una piega tragica e comica allo stesso tempo, anche grazie ad un killer professionista e a una serie di tutori dell'ordine tutt'altro che irreprensibili.

La serie sebbene risulti a tratti un po' lenta mantiene sempre alto l'interesse dello spettatore, grazie anche alla buona dose di colpi di scena e a una gestione dei tempi ben congeniata (si passa da momenti crudi e realistici ad altri grotteschi e volutamente esagerati), che con la finta pretesa (vedere la scritta ad inizio di ogni puntata) di raccontare una "storia vera" può permettersi di giocare sull'assurdo della vita quotidiana e sul caso.

Gran parte della riuscita di questa trasposizione si deve anche ad un cast di ottimo livello: dal freddo e calcolatore Lorne Malvo (Billy Bob Thornton), al meschino Lester Nygaard (l'hobbitiano Martin Freeman), passando per la determinata Molly Solverson (Allison Tolman) fino al capo del dipartimento Bill Oswalt (interpretato dal breakingbadiano Bob Odenkirk).
Certo, magari Colin Hanks non fa molto per scrollarsi di dosso quell'aria da raccomandato (figlio di Tom) e non troppo capace, ma la scelta del cast è ottima e ognuno è adattissimo al ruolo che ricopre.

Insomma una bella sorpresa questo Fargo: nulla di rivoluzionario ma con tutte le carte in regola per farsi ricordare e per sperare in una seconda stagione dello stesso livello (anche se come tutte le serie antologiche vedrà una storia ed un cast differente).


PRO

- Ottima atmosfera
- Situazioni tra il comico, il tragico ed il grottesco ben congeniate
- Cast di livello
- Non dura tantissimo quindi non rischia di tirare troppo alla lunga certe situazioni

CONTRO

- A tratti un po' lento
- Finale "risolutivo" ma forse poco d'impatto


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