venerdì 6 maggio 2016

Life is strange - Dontnod Entertainment [2015]

Amo i film sui viaggi nel tempo (Ritorno al futuro è un mio cult). Anche i telefilm sui viaggi nel tempo (Quantum Leap e Il telefilm per me). Pure i libri sui viaggi nel tempo (22/11/63 di Stephen King l'ho divorato). I videogames dove stanno? Per tanti anni ho cercato un videogioco che riuscisse a sviluppare bene queste tematica e che sapesse inserirla al suo interno come meccanica principale e non solo come contorno: prendiamo ad esempio il sottovalutato Singularity, bello e appassionante, ma troppo semplificato per quanto riguarda scelte e conseguenze dei viaggi nel tempo. La trama è interessante ma tutto sembra accadere indipendentemente da quello che fai tu nel gioco, non è una tua scelta.

Eppure a ben pensarci una sorta di "time travel" occulto è già presente nei videogames: muori, riprova, rimuori, fino a quando non risolvi il problema (come ci ha insegnato Edge of tomorrow, film con meccaniche da videogioco). Tutto però di fatto è un semplice reiterare una stessa azione, una risoluzione di una problematica appunto, non una questione di scelte e conseguenze, di plasmare i personaggi e modificare gli eventi, ma di "ricaricare un salvataggio e vedere come va". C'è insomma un taglio netto, costituito appunto dal caricamento post-morte e dal recupero del save precedente. Life is strange prova a cambiare le carte in tavola. Ci riesce? Per gran parte si.

Max è una teenager che, dopo aver passato 5 anni in un'altra città, torna alla sua città natale (Arcadia Bay) per studiare. Qui incontrerà dopo tanto tempo la sua amica del cuore, Chloe, e finirà per salvarla da morte certa riuscendo incredibilmente a tornare indietro nel tempo. Questo suo potere modificherà il suo modo di porsi con le persone e la sua concezione del mondo, spingendola a prendere decisioni difficili che avranno un impatto importantissimo sulla sua vita e quella dei suoi cari.
Di fatto parliamo di un'avventura grafica di nuovo concezione, quelle alla Telltale per intenderci, ma che possiede una sua autonomia e un suo perché.

Pur trattando temi apparentemente adolescenziali lo fa in modo delicato e profondo, affrontando anche tematiche piuttosto forti e inusuali nell'universo videoludico, riuscendo a non banalizzare il tutto e anzi a tratti perfino ad emozionare. Gran parte del merito va a una colonna sonora toccante e sempre puntuale e a una "regia" efficacissima e ottima nell'enfatizzare determinati momenti (impossibile parlarne senza spoilerare).
La sceneggiatura per larghi tratti è di buona fattura e la trama ci regala 2/3 colpi di scena davvero riusciti, forse non originalissimi ma dal grande impatto, lasciandoci sempre con la sensazione di un qualcosa di pianificato e non scioccante solo per il gusto di stupire. Anche la caratterizzazione dei personaggi è un punto di forza: finiremo per affezionarci a questa o quell'altra persona e avremo la sensazione di cambiare la loro vita prendendo una scelta piuttosto che un altra.

A stupire è anche la mole gigantesca di citazioni, ester eggs, associazioni, che magari non diranno nulla all'adolescente ma non mancheranno di solleticare il palato del videogiocatore cresciuto a pane e cinema o telefilm, soprattutto sopra in venticinque anni di età.

Purtroppo qualche difetto non manca e pure "sul più bello". Il capitolo finale parte bene, purtroppo però avremo ad un certo punto la sensazione che qualcosa sia stato lasciato per strada e qualche altra cosa sia stata affrettata, lasciandoci un certo senso di confusione. Non aiuta il finale nel quale una certa decisione risulta poco coerente con quanto visto in precedenza e questo rischia di minare quanto di buono fatto sul fronte dell'impalcatura generale dei rivolti di trama dettati dalle nostre scelte. Un neo piuttosto evidente ma che alla fine, lasciandoci trasportare dal viaggio, possiamo anche scegliere di non vedere (anche se c'è). Forse sarebbe stato meglio optare per un binario fisso e solido piuttosto che inserirne due col rischio però di far deragliare il treno per colpa di uno di troppo.

In buona sostanza un prodotto decisamente particolare questo Life is Strange: un videogame quasi "artigianale" ma fatto col cuore, che emoziona, appassiona, fa riflettere. A tratti si sente che qualcosa è forse un po' poco rifinito tecnicamente ma questo gli dona un fascino particolare. Con qualche limatura qua e là parleremmo di un capolavoro assoluto e immortale, ma già così ci sono tutti i crismi del cult, proprio come un bel film o telefilm sui viaggi nel tempo.

Voto 8+

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