giovedì 23 novembre 2017

UCL D5> Juventus vs Barcellona 0-0 - Ridursi all'ultima partita

"Perchè dobbiamo ridurci sempre all'ultima partita?". Questo è il commento più "gettonato" ogni anno tra i tifosi bianconeri in questo periodo quando si tratta di champions.

Verrebbe da rispondere che se giochi contro un Barcellona che sta dominando il suo campionato (il Real, terzo, è a ben 10 lunghezze di distacco dai catalani) e che in champions ha subito solo un goal un po' te lo devi aspettare. Forse l'aprile dell'anno scorso ha un po' creato eccessive aspettative per questo tipo di partite, come se fosse normale giocare contro il Barcellona e pretendere di dominare imponendo il proprio gioco. E invece ti ritrovi con l'esatto punteggio dell'anno sorso, ma invertito: 3-0 in Spagna, 0-0 da noi.
Mettiamoci poi che non stiamo attraversando un buon momento: continuiamo a subire goal, non abbiamo ancora trovato un assetto stabile, ci portiamo dietro ancora le scorie del brutto k.o. con la Samp e Chiellini va a farsi male proprio poco prima di questo match decisivo. Le premesse sono pessime.


Al Barcellona però bastava il pari e si presenta addirittura senza Messi (l'idea di inserirlo nel secondo tempo quando la Juve di solito cala non è così assurda) durante i primi 45 minuti. Ecco quindi che circola quasi subito la parola "biscotto" come sempre in questi casi: "un bel pareggio e sono tutti felici", peccato che con il pari sono felici solo loro. Alla Juve serve solo la vittoria visto che prevedibilmente lo Sporting sta asfaltando l'Olympiakos.
Il primo tempo quindi scivola via tra un Barcellona cha bada a tenere il possesso palla e poco altro ed una Juve che potrebbe osare di più e sfruttare un paio di bei contropiede ma sembra sempre frenata da non si sa bene cosa. L'unico "squillo" un palo quasi casuale dei catalani su calcio di punizione: Rakitic scodella in mezzo, nessuno tocca la palla e questa va a stamparsi sul montante prima che la Juve allontani non senza qualche affanno.

La ripresa si apre come molte altre in questo periodo: all'improvviso la Juve non si sa bene perchè comincia a sbagliare palloni su palloni, anche facili, anche a due metri e lo fanno un po' tutti i calciatori. Poi addirittura entra Messi e ti dici che andrà a finire anche questa volta male. Cuadrado che già da qualche minuto era scivolato in una spirale di errori imbarazzanti pensa bene di completare l'opera con un tentativo di retropassaggio a Buffon quasi fantozziano: Digne ringrazia e si ritrova solo davanti al capitano bianconero. L'ex romanista però forse pensa "ora sono nel Barcellona, non posso fare un goal così semplice, devo inventarmi una giocata da playstation" e quindi pensa bene di passarla in mezzo nell'area piccola ad un compagno inesistente e la Juve allontana.

Passata la paura Allegri decide di rivoluzionare completamente il centrocampo (stasera davvero pessimo) e inserisce prima Bentancur, poi Marchisio e infine Matuidi. Il risultato è quello di rendere la Juve più solida (non si soffre praticamente più) ma di rendere la fase offensiva ancora più sterile. La Juve tiene più palla ma di fatto non sa cosa farne, arriva nei pressi dell'area avversaria ma non ha la forza o il coraggio di provare qualche giocata. Ci si trascina stancamente fino ai minuti di recupero quando quasi in maniera casuale Matuidi offre a Dybala una palla al limite dell'area, quest'ultimo si coordina e fa partire un tiro molto simile a quello dell'aprile scorso ma stavolta Ter Stegen si supera e la partita finisce di fatto lì. Forse sarebbe stato troppo per quanto visto in campo ma semplicemente ci sono dei periodi dove tutto ti va bene e sei concretissimo sotto porta ed altri nei quali non riesci a sfruttare le occasioni.

Cosa ci lascia quindi questo pareggio a reti bianche? Una Juve che inaspettatamente (senza Chiellini) dopo la marea di goal subiti in campionato lascia la porta inviolata proprio contro l'avversario più temibile. E' vero, loro "sono venuti per il pareggio" ma queste squadre anche quando giocano col freno a mano tirato quelle 4-5 occasioni le creano comunque e molto spesso vincono lo stesso. Non è stato così. Allo steso tempo però i bianconeri sembrano ancora psicologicamente frenati, troppo timorosi, incapaci di sfruttare anche i momenti nei quali il Barcellona sembrava poter offrire il fianco. Troppa paura di perdere, anche largamente (Allegri a fine partita dirà proprio questo: "era importante non perdere") eppure di fatto l'unico risultato veramente utile per non "ridursi all'ultima partita" era la vittoria.

Ci toccherà insomma andare a vincere in Grecia contro un Olympiakos ultimissimo e ormai fuori dai giochi, impresa non impossibile (ma sappiamo che il calcio spesso stupisce e regala risultati inaspettati), tantopiù che se lo Sporting non battesse il Barcellona a Barcellona (va bene che saranno "in ciabatte" ma in casa presumibilmente non vorranno rimediare una figuraccia) saremmo qualificati con qualsiasi nostro risultato. Peccato che l'ultimo turno arrivi proprio in mezzo a due partite già quasi cruciali per il campionato: Napoli-Juve e Juve-Inter. Bizzarrie di un calendario folle in un periodo nel quale si accavallano sfighe e leggi di Murphy. I primi 10 giorni di dicembre insomma potrebbero rivelarsi uno snodo già cruciale della stagione della Juve, si spera che ci si arrvi per una volta con convinzione e non con la solita paura che ci ha attanagliato in questi mesi post Cardiff.

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