giovedì 14 febbraio 2019

Red Dead Redemption 2 - Redenzione senza compromessi (parte 2)

Nella prima parte abbiamo parlato di come il cambiamento degli stili di vita influisca sul completamento di RDR2. In questa puntata ci occuperemo invece dell'età

2) L'età

Un fattore discriminante che determina una netta scrematura tra chi ha comprato Red Dead Redemption 2 e chi lo ha completato è sicuramente l'età.
Noi cresciamo, cambiamo, ma sono gli stessi videogiochi ad essere cambiati e "cresciuti": si sono evoluti ed adattati ai cambiamenti del mondo e dell'utenza.
Le maggiori possibilità tecniche hanno permesso un approccio più realistico e simulativo: i filmati sono diventati molto più importanti nell'economia di un gioco, i momenti "giocati" sono diventati sempre meno, la durata media (grazie al boom dei free roaming) si è espansa in maniera vertiginosa, così come le missioni secondarie sono diventate sempre più curate e lunghe. Le trama sono diventate più complesse, tanto da avvicinarsi sempre più a quelle di un film, con tanto di doppiatori professionisti e attori che si sono cimentati col motion capture.


Ma l'utenza non è più costituita da una nicchia di giovincelli con tanto tempo a disposizione da dedicare alla loro passione, o meglio non solo. Oggi il videogioco è un business che abbraccia fasce di età sempre più grandi (quindicenni, casual gamers che si cimentano con qualcosa di nuovo, nonni che giocano con i nipoti ma anche tanti gamers cresciuti e ormai ultra quarantenni/cinquantenni) eppure un gioco come Red Dead Redemption 2 finisce per "allontanare" buona parte di queste. Perchè?



I ragazzini di oggi, figli della "generazione youtube", hanno probabilmente perso lo "spirito della scoperta", hanno già visto tutto appena 10 minuti dopo che è uscito sul mercato, si stufano subito in buona sostanza. Sono molto selettivi, troppo selettivi. Un gioco non mi prende all'istante? Merda. La stampa ha scritto che è interessante ma poco rifinito? Merda. Gli danno meno del 9? Merda. Dura troppo? Noioso. E' difficile mantenere alta la loro attenzione e Red Dead Redemption 2 non fa nulla di tutto ciò, manco ci prova. Ha bisogno di tempo per essere apprezzato, rifugge il "momento impattante" (da postare immediatamente su youtube)  ma conquista col tempo e con l'affezione. E' insomma un gioco adulto, che non significa "riservato solo agli adulti" (anche se in teoria il PEGI, di cui non frega mai nulla a nessuno, lo riserverebbe solo ai maggiorenni) ma che va approcciato in modo "consapevole". Questo però finisce per scontrarsi con una importante barriera che in questo caso riguarda, con modalità diverse, tanto l'adulto quanto il giovincello: il tempo.

Il ragazzino di oggi ha molto tempo a disposizione ma, rispetto a una ventina di anni fa, anche molte più possibilità. Se in passato per permetterti un gioco dovevi mettere da parte una mini-pensione ("fattelo durare eh, che soldi non ce ne sono") e, forse per il senso di colpa di averci speso un capitale, tendevi a dedicarci tutto il tempo che richiedeva prima di passare ad altro, oggi tra sconti, maxisconti, offerte, black friday, white monday e purple thursday hai a disposizione decine e decine di giochi, comprati, ma che non giocherai mai. Il tempo per giocarci il quindicenne lo avrebbe pure ma è in quella classica fase della sua vita nella quale vuole scoprire tutto e subito, ha paura di sprecare del tempo, finisce per provare tutto senza addentrarsi troppo in nulla. Comincia il gioco insomma, si accorge che fondamentalmente si annoia e passa ad altro.
L'adulto invece sostanzialmente il tempo non ce l'ha. In teoria è lui che rientrerebbe appieno nel target del gioco, è uno che sa cosa significa spolparsi per bene un gioco, ma è ormai anche lui pienamente immerso nei ritmi della vita moderna e nei meandri del backlog: comprerà tanto, finirà per giocare a pochissime cose. Molte nemmeno le toccherà. E se invece deciderà di giocare avrà la possibilità di farlo solo per qualche ora alla settimana o al mese, non esattamente quello che ci si aspetterebbe per un gioco che richiede la massima immersività.

Red Dead Redemption 2 risponderà ai due target allo stesso modo, in buona sostanza se ne fregherà di entrambi: faccio quello che cavolo mi pare e come mi pare, sei tu che devi adattarti a me e non io a te. Forte dei suoi dati di vendita Rockstar può permetterselo. Il gioco è un lento crescendo, è un'esperienza da vivere e assimilare, è un'epopea, ti ci devi immergere. Hai poco tempo? E allora fai come nella vita vera, fai solo quelle cose per le quali hai tempo. Hai un'ora o due ore? Vatti a fare quella missione principale che aspetti di giocare da tempo. Mezz'ora? Fatti una missione secondaria. Hai un quarto d'ora? Vai a pescare per un po', raccogli delle piante, fatti una partita a poker, vatti a tagliare i capelli dal barbiere, cavalca mio cowboy...Simulatore deve essere e simulatore sia, fino in fondo. 
Se quindi l'adulto ha poco tempo lo finirà quando lo finirà. Ci metti due/tre/quatto mesi? Va bene, nessuno ti corre dietro (a parte il già citato  backlog), lo finirai con i tuoi tempi. Questo ti dice Rockstar.
Se poi il ragazzino si stufa pazienza, lo riprendermo al lazo col multyplayer, in seguito. Li potrà sfogare i suoi istinti cazzeggiatori come più gli aggrada. Ma qui deve stare al nostro gioco, deve sopportare una trama adulta e lenta e un andamento che concede poco al divertimento immediato. Se vuoi cazzeggiare vatti a spaccare sul Fortnite di turno, qui le concessioni allo "svago per il puro gusto dello svago" sono limitate al minimo (anche se ci sono, basta vedere alcuni discutibili filmati che si trovano in rete).



La vita ci mette di fronte a delle scelte dunque, qualsiasi sia l'età che abbiamo non abbiamo il tempo per fare tutto e subito, vale anche per RDR2: siamo noi che scegliamo di fare quello che vogliamo o possiamo fare nel tempo che ci viene concesso. Accade anche per le altre forme di intrattenimento: non possiamo pretendere di vedere 2001 Odissea Nello Spazio in un'ora e mezza, non possiamo sentire Selling England By The Pound in 10 minuti. Richiedono tempo e dedizione. Sono capolavori a loro modo elitari, prodotti di massa e celebrati dalla storia non per tutti.

In tanti in definitiva cominciano RDR2 per mollarlo o mollarlo dopo poco tempo, ma è probabile che lo finiranno molte più persone di quello che dicono le statistiche oggi. Lo finiranno magari con calma, poco alla volta, con tempi biblici ma lo finiranno e ne saranno soddisfattissimi. Forse non completeranno tutte le missioni secondarie, non prenderanno il platino (impresa effettivamente titanica) non troveranno tutte le figurine e tutti i collezionabili ma il loro bel 70% minimo lo raggiungeranno e anche se con il passo della tartaruga si saranno probabilmente goduti molto di più l'esperienza.

Nella terza parte di questo speciale entreremo più nello specifico delle caratteristiche del gioco in questione, cercando di capire quanto sia cambiato nel tempo l'approccio di Rockstar ai free roaming

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