lunedì 18 marzo 2019

#SERIEA1819 28> #GenoaJuventus 2-0 - Con l'espressione un po' così... (distratta)


Come si fa a passare da una memorabile cena di coppa ad un pranzo di campionato? La deontologia intestinale di un professionista ben pagato imporrebbe una digestione facile e veloce, ma forse la dimensione umana di un gruppo, ancora tra le nuvole per l'impresa compiuta, conscio di un vantaggio di 18 punti in campionato e con il pensiero già alla sosta, ha suo malgrado dovuto buttare giù l'amaro digestivo di questa prima sconfitta. Quanto, però, questo può risultare comprensibile tra il tifo italico? Come vedremo sotto questo aspetto non ci si annoia mai, checché ne dicano quelli che a Marzo sbuffano per una lotta scudetto tanto sbilanciata.


Non era facile, come si era detto, ma non era nemmeno difficile immaginare una Juve comunque vincente a Genoa. Sarebbe potuto capitare che, ad esempio, nonostante il pensiero fosse stato altrove, quel gol di Dybala fosse stato regolare. A parti invertite, ad esempio, tutta la gara si sarebbe riassunta in quel rigore netto negato a Mandzukic, escludendo bellamente tutto il resto della gara caratterizzato da una Juve distratta e svogliata contrapposta ad un Genoa in odore di occasione d'oro. Per avere un esempio si può benissimamente portare a campione il vittimismo borbonico-spagnolo di chi ha indetto una crociata mediatica per chiedere la squalifica di Ronaldo (per l'imitazione che ha fatto di Simeone dopo il gol) o in stile "video-aerei-11-settembre" cerca di evidenziare il grande tarocco della gol-line technology sul secondo gol dello stesso contro il Patetico di Madrid. In fondo, nonostante ieri ricorresse il 158° anniversario dell'Unita d'Italia (17 Marzo 1861) spagnoli e napoletani han sempre voluto restare a quell'epoca, continuando a dimostrarci la loro affinità di pensiero.

Ma da questa parte della barricata gli errori arbitrali non hanno lo stesso peso mediatico, anche (giustamente) da parte dei nostri tifosi, abituati più a far parlare il campo. Poi però c'è sempre l'eccesso opposto, del ritorno dei "cacciate-Allegri" e del pessimismo cosmico e del "bisognava quanto meno pareggiare", come se uno o zero punti cambiassero le sorti dell'universo. Qualcuno è arrivato a chiamarli "indegni per quelli che si sono sobbarcati costi e chilometri per andarli a vedere". Un'affermazione tanto patetica che parla da se, come se la società Juventus dovesse istituire un fondo da destinare a quelli che sono andati a vedere la Juve proprio la rara volta che questa non ha vinto. Che sfiga!

Una situazione che fa il paio con quella dei "genoani" che han chiesto il rimborso perchè l'attrazione Ronaldo non era stata convocata. Pensate un po' cosa sarebbe questo campionato senza Ronaldo, persino per le volpi che chiamano quest'uva "vecchio e bidone". Invece gli stessi forse - e sottolineo forse, perchè secondo me non sarebbe cambiato molto - dovrebbero ringraziare la Juve per l'occasione, che ha contribuito a farli vincere e a farli esultare, imitando l'imitazione di Simeone coi bambini sulle spalle nella famosa serie tv dal titolo "solo se lo fa l'altro è diseducativo".

Nemmeno i già citati napoletani sono stati capaci di godersi la prima sconfitta della Juve. Vuoi i tanti punti di distacco, vuoi il tributo che comunque devono pagare al dio dei complotti per il loro credo, Carlo Alvino si fa fautore dell'ipotesi compensazione: strategia che il palazzo Juve ha messo in piedi per poter giustificare il prezzo di acquisto del Genoa per Sturaro. Eh, già, la filosofia alviniana e napoletana non finisce mai di partorire idee fantastiche, degne di Spielberg. E dire che col Genoa sono pure gemellati e simili complotti parevano esserci più con altre società. Ma questo sempre con le maglie degli altri, dato che con la propria in questi anni han fatto meno punti del Genoa contro di noi.

Breve storia di come in Italia non ci si annoia mai, nemmeno con 15 punti di distacco. Già, infatti, fervono i preparativi per mettere giù la scientifica tabella del sorpasso Napoli sulla Juve. Perchè con l'immaginazione tutto si può e non ci si annoia mai.

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