Nella storica sera della prima foto mai scattata di un buco nero, si consolida l'einsteniana teoria della relatività, che tra le altre cose parla di "differenze di osservazione" di un fenomeno fisico da parte di due osservatori in due sistemi di riferimento diversi. Per il sistema di riferimento di un ottimista dunque, questo pareggio esterno è una buona cosa, perchè ci concede un vantaggio, seppur minimo, ma che dopo Atletico-Juve avremmo comunque agognato. Giocheremo in casa, dove sappiamo far bene, e siamo abituati a far meglio i ritorni che le andate.
Per quello di un pessimista le insidie sono invece molte di più di quelle che si possono osservare ad occhio nudo e davvero servirebbe un sistema di osservazione, non dico della potenza di quello che ha "scatatto la foto" del buco nero, ma comunque fatta di attenzione per evitare di sentirci già qualificati. In breve se da una parte si era stati eccessivamente pessimisti dopo l'andata degli ottavi, dovremmo evitare di essere eccessivamente ottimisti dopo l'andata dei quarti.
L'andata del quarto di finale di Champions è un mezzo bicchiere quindi, se mezzo pieno o mezzo vuoto lo vedremo. Un risultato buono per quello che si è visto, ma quello che si è visto non può essere propriamente considerato... buono. Un prezioso vantaggio acciuffato e poi buttato via con nonchalance, con Cancelo che prima apre per Ronaldo e poi ci "chiude" la porta in faccia, nell'arco di una fine ed un inizio di tempo, come un cancello scorrevole.
Tra lui e il Manzo le prove peggiori. Il portoghese 2 in quel ruolo proprio non si può vedere. Verrebbe da rispedirlo in fretta ad Appiano Gentile. L'emergenza lo snatura in difesa, quando invece (e lo si è visto nell'assist del gol) vorrebbe correre in avanti e assumersi quei rischi che sulla fascia difensiva non puoi permetterti, perchè rischi di rompere le uova.
Il Manzo invece continua a godere della sua tipica fiducia di quello col posto fisso. Uno "statale" con molti meriti di sacrificio che a volte sarebbe bene... sacrificare. L'ingresso di Douglas Costa è sembrato ristabilire la parità numerica e ha prodotto l'occasione più clamorosa del secondo tempo. Un palo che fa vibrare i se e i ma e che onestamente avrebbe punito eccessivamente la squadra avversaria.
Ops, I did it again (l'ho fatto di nuovo) direbbe la Spears. Fortuna che di fronte non c'erano le vecchie volpi dell'Atletico ma i giovani (comunque indemoniati) lancieri dell'Ajax. La costante sembrerebbe essere quella di affrontare le andate con la paura di chi bada più a non prenderle che a darle. Di nuovo, capisco il voler aspettare per poi colpire in contropiede approfittando della loro difesa alle "prime lance", ma ricordavo che la sera del Wanda ci avesse detto qualcosa che forse nessuno di noi è riuscito a capire o che forse ha dimenticato, distratti dall'impresa dello Stadium. Cos'era quella cosa? Boh, mi è passato di mente.
Troppo poco quello che si è prodotto, troppa confidenza lasciata ai padroni di casa, che nel bicchiere mezzo pieno non concretizza per tutto quello che produce. Se pensiamo che l'Atletico ci aveva punito per molto meno.. allora c'è da restare ottimisti. Se non fosse che ti era andata persino di lusso, passando in vantaggio poco prima dell'intervallo, con la possibilità di tornare in campo, non dico per gestire la situazione, ma per farne tesoro. Invece no, nemmeno il tempo di tornare seduti sulla poltrona di casa che tutto si riequilibra. Molti nemmeno l'hanno visto quel gol, coi nostri che sembrava fossero rimasti nello spogliatoio. Tutto annullato o... quasi, dato che un 1-1 fuori casa è meglio di uno 0-0 ed in questo il bicchiere torna a cambiare prospettiva.
Testa al 16, dunque, ma con un’altra... testa. Un ritorno insidioso, in bilico tra fiducie e paure. Le insidie sono più di quelle che si pensa: sottovalutazione rispetto al ritorno degli ottavi, eventuale (cattiva) gestione del risultato e non da ultimo l'eventualità di festa scudetto di Sabato, che per quanto possa o meno essere nei fatti, potrebbe comunque portare una pericolosa distrazione. Il pensiero che il futuro non possa essere negativo e che tutto debba viaggiare per inerzia senza una forza esterna che riesca a fermarci.
Cerchiamo dunque di non farci ubriacare da questo mezzo bicchiere, o da chi dopo essere rimasto scottato per averci gufato prima, ora passa alla tattica opposta, quella di darci già scaramanticamente in semifinale. Il ritorno è tutto da giocare e va addentato, non bevuto.
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