sabato 28 dicembre 2019

IL MEGLIO DEL DECENNIO - SERIE TV

L'ultimo decennio ha visto non solo lo sdoganamento delle serie tv (fino a quel momento considerate di serie B rispetto al cinema) ma la loro vera e propria esplosione, nonché rivincita nei confronti del grande schermo. Un vero e proprio boom che ha coinvolto non solo servizi di streaming saliti alla ribalta (Netflix dapprima, poi Infinity, Amazon e altri a seguire) ma attori, registi e sceneggiatori di alto livello. Oggi le serie TV hanno acquisito una dignità e una reputazione impensabile e ciò ha permesso di sperimentare e innovare. L'offerta non è mai stata quindi più ampia, sia in termini di quantità che di qualità. Ecco perché scegliere solo 10 posizioni é un'impresa ardua. 




10. Mr Robot

La prima stagione di Mr. Robot fu un vero e proprio caso caso mediatico (anche grazie ad un'efficace strategia di marketing virale e ai consensi che provenivano dall'estero) e riportò in auge il mito del hacker, dello smanettone capace di mettere in ginocchio multinazionali e capi di stato grazie alla sua genialità e a qualche artificio tecnologico. Certo non mancavano le ingenuità e le eccessive strizzatine d'occhio ad un pubblico più giovane, ma ne si intravedevano già le potenzialità, a cominciare dal comparto tecnico e, soprattutto, dalla bravura di Sam Esmail nel costruire puntate sempre sorprendenti (sia dal punto di vista della trama e dei colpi di scena, che soprattutto della costruzione e dello sviluppo delle puntate: ad esempio una presente nell'ultima stagione fatta solo di silenzi intervallati da due frasi speculari). Non solo forma, ma nel corso delle stagioni è arrivata anche la sostanza, con un approfondimento migliore del protagonista e del suo rapporto con Mr Robot e non solo. Il grande pubblico, come previsto, ha mollato quasi subito finito l'effetto sorpresa, ma la serie ha continuato a crescere e ha cominciato a convincermi sempre di più, dopo un inizio per me non del tutto soddisfacente, fino a conquistarmi. Di sicuro Mr Robot a suo modo ha segnato l'ultima decade televisiva.


9. Il Trono di Spade

C'è voluto del tempo prima che cominciassi ad entrare nel "mood" adatto e iniziassi ad apprezzare la serie, molto più che per la serie alla posizione precedente. Da fan de "Il Signore Degli Anelli" trovavo questo tipo di fantasy troppo "costruito", stiloso,  sensazionalistico (con puntate fatte più per far parlare di se che per raccontare qualcosa di compiuto), con un meccanismo che faceva sembrare le puntate e le prime stagioni più una "caccia al prossimo morto" e al "chi vincerà" (dalla struttura a eliminazione alla "Indovina chi?") che a qualcosa di realmente appassionante e centrato. Poi però col passare delle stagioni la serie individuò il suo "centro", la sua struttura, i suoi protagonisti, il percorso da compiere e cominciai a ricredermi in positivo (all'opposto dei fan duri e puri di vecchia data paradossalmente). Il Trono di Spade è un fantasy particolare, fuori dai canoni codificati in precedenza, che si avvale di una recitazione di alto livello e di scenografie di prim ordine. E nelle ultime stagioni finalmente trova pure una trama coerente e appassionante (si, pure il criticato finale ha un senso e chiude degnamente e come mi aspettavo la serie, alla faccia dei "petizionisti" che ormai pretendono si riscriva qualsiasi finale che non gli piace, roba che, fosse uscito oggi avrebbero fatto pure una petizione per cambiare il finale di 2001 Odissea nello spazio).
Resto un fan distante piuttosto che un devoto ma la sua importanza storica e la potenza di alcune puntate sono innegabili.


8. Fargo

I film dei fratelli Coen sono un qualcosa di particolarissimo nel mondo della cinematografia: tutti (o quasi) posseggono delle caratteristiche comuni, un atmosfera, uno sviluppo delle situazioni che li rendono impossibili da replicare a comando, non con la stessa efficacia e Fargo ne é probabilmente l'esponente più famoso. Trasformarlo in una serie tv quindi poteva essere un disastro... poteva. Si, perché Fargo, la serie, non è un mero copia e incolla (personaggi e trama sono diversi) ma ne riprende invece lo spirito, le intenzioni, il modo col quale le vicende conducono gli anonimi protagonisti a imbattersi in un qualcosa che é piú grande di loro e a fallire. Il dramma che flirta col tragicomico, in un turbinio di situazioni bizzarre e personaggi indimenticabili. Le stagioni non sono collegate eppure allo stesso tempo hanno dei punti in comune. 
Una scommessa vinta insomma, che ha permesso a Noah Hawley di costruirsi un'ottima reputazione.


7. Aiutami Hope

Aiutami Hope all'epoca rappresentò una specie di oasi per tutti gli orfani di My Name is Earl, dal quale riprendeva universo narrativo, alcuni personaggi e molte comparsate. Certo, non aveva la stessa follia, gli stessi tormentoni o la stessa carica umoristica, a suo modo comunque si dimostrò non solo un ottimo surrogato ma una serie a sé stante di ottimo livello. Qui il demenziale si mescolava con l'intimismo e anzichè ridere di gusto si sorrideva, a volte amaramente, assieme ad una famiglia che seguiva il percorso di crescita di una simpatica bambina. Una famiglia molto poco ordinaria (eufemismo) se non addirittura un po' tonta, ma a suo modo affettuosa e partecipe. Avercene adesso di surrogati come questi...


6. Better Call Saul

Uno spin-off di Breaking Bad? No, dai, ma che é sta commercalialata? Perchè rovinare per vil denaro l'aura di mito che avevate costruito? E invece no alla fine Vince Gilligan... no, no vince proprio Gilligan, su tutti i fronti. Better Call Saul nonostante il cordone ombelicale impossibile da tagliare costruisce un suo proprio universo, più ristretto, meno pirotecnico eppure tremendamente affascinante. Saul Goodman è un personaggio diversissimo da Walter White, almeno in superficie, eppure allo stesso tempo rappresenta un perdente che cerca il riscatto nel crimine, solo che Saul a differenza di Walter sarà destinato a restare comunque tale: schiacciato dalla volontà di darsi comunque un codice morale (anche se molto molto personale) e dalle pressioni psicologiche che il suo lavoro e il suo ingombrante fratello maggiore gli mettono quotidianamente sulle spalle. Qui la parte più "gangsterosa" della vicenda non è quella principale, anzi forse nelle prime puntate sembrerà messa quasi di forza, quanto ben più preponderante sarà l'analisi psicologica del protagonista.
Better Call Saul dimostra che si può creare qualcosa di memorabile anche da uno spunto di partenza che non ha apparentemente grandi pretese.


5. True Detective

Dapprima mitizzata e poi letteralmente distrutta per poi essere dimenticata. Questo il destino in 3 parti di una serie come True Detective. Troppo perfetta e memorabile la prima stagione, troppo carismatici i due protagonisti e le interpretazioni di Woody Harrelson e McConaughey, troppo strabordanti rispetto a tutto il resto le loro personalità. Ma sapete che c'è? La seconda stagione, pur con tantissimi difetti, non era malaccio, magari non era qualcosa di epocale ma si lasciava seguire e la terza comunque è tornata ad uno sviluppo molto simile a quello della prima stagione. Se ci riflettete bene a livello di trama anche il primo ciclo di puntate non era un granchè, si tende a mitizzarlo per via di quanto detto sopra ed è per questo che le differenze con quanto è venuto dopo non sono così abissali a livello strutturale. Inoltre basterebbe anche solo la prima stagione e l'impatto che ha avuto su questo decennio per far stare comunque di diritto True Detective in questa classifica.


4. The Americans

Per metà spy story ambientata nella guerra fredda e per metà dramma familiare. Per quanto strana potesse sembrare l'idea non solo funzionò ma divenne memorabile. Un continuo crescendo di tensione e di cose non dette, di silenzi, raggiri, menzogne, ma anche di senso di colpa, rimorso, affetto, amori... The Americans ribalta la prospettiva delle spy story classiche, da sempre fredde e didascaliche, raccontandoci la guerra fredda da una prospettiva più diretta, in prima persona, una "falsa" famiglia americana. Due coniugi costretti a fingere continuamente di essere ciò che non sono, che si spingono sempre piú in là per mantenere segreta la propria identità a tutti, perfino ai propri figli, cercando di mantenere un barlume di normalità e ordinarietà che non potrà mai esserci. Una prigione psicologica  creata dal senso del dovere dalla quale é impossibile uscire, una condizione che non ha via di uscita e non può che portare alla disfatta, alla perdita di tutto e di tutti. Una serie tv emozionante e piena di momenti memorabili: glaciale, amara, triste, fascinosa, indimenticabile.


3. Stranger Things

Una delle migliori serie tv degli anni dieci é una serie che sprizza anni 80' da tutti i pori, sembra quasi paradossale, eppure tolta la scorza della nostalgia resta un prodotto curatissimo, avvincente, emozionante. Non stupisce che abbia conquistato tutti fin dalle primissime puntate. Stranger Things dagli anni 80' non prende infatti solo le luci al neon, i capelli cotonati, la colonna sonora, ma soprattutto lo spirito: la voglia di avventura, la rivalsa, l'amicizia sincera di una classica combriccola di ragazzini svegli che si imbatte puntualmente in un complotto (siamo insomma dalle parti di pellicole memorabili come Explorer, I Goonies, Stand by Me), il sogno. Quella è forse la caratteristica che ci manca di più di quegli anni: la positività e la fiducia in noi stessi che ci fa pensare di poter sconfiggere anche le persone (o gli esseri) più pericolose del pianeta. Quanto di più banale al mondo ma in questi anni è tremendamente necessario.
Stranger Things non è un puro scimmiottamento di un'epoca insomma, ma rappresenta il recupero di alcune sue caratteristiche migliori, sforbiciando magari qua e là e aggiornando senza farsene accorgere qualcosina al gusto attuale. Una serie tv per tutti e che parla a tutti: ai ragazzini di oggi, a quelli di ieri che si ritrovano adesso a fare i genitori ed averci a che fare, a chi in fondo anche per qualche ora vuole tornare egli stesso un po' bambino


Agghiacciante, scioccante, destabilizzante (tanto che dopo aver visto una puntata ci ripensi su per giorni e giorni) eppure vicina, tangibile, reale. Black Mirror ha rappresentato un unicum nella serialità televisiva di questo decennio, mostrandoci senza filtri un mondo alla deriva che ci scivola dalle mani e sul quale, proprio per una assurda mania del controllo, non abbiamo più nessun controllo.
Un futuro distopico che è già qui, sull'uscio di casa che bussa inesorabile. Philip Dick al tempo degli anni '10, dove il "tecnologismo" esasperato ha creato una società disumanizzante mettendo da parte la personalità di ognuno di noi.
E' vero che dopo "l'assorbimento" da parte di Netflix la qualità é notevolmente calata, quello che prima metteva angoscia è diventato ben presto una serie di puntate che fanno solo sorridere riflettendo, ma é anche vero che Black Mirror quello che doveva dire lo aveva già detto, eccome se lo aveva detto...  

1. Person of interest

A me in realtà già piaceva fin dalle prime puntate, col suo retrogusto quasi alla Quantum Leap, con la quale aveva inaspettatamente più di un punto di contatto. Però é innegabile che nel corso delle stagioni abbia subito un'evoluzione che ha dell'incredibile. Quella che poteva apparire come una serie molto classica e perfino ottantiana (con il consueto eroe senza macchia che ogni puntata deve risolvere "un caso "diverso assieme al suo capo) si é trasformata nel corso degli anni in un universo distopico dominato dalle macchine e dal controllo. Una mitologia e delle regole costruite puntata dopo puntata, aggiungendo tasselli su tasselli ('HR, la "Macchina, Samaritan...) senza sacrificare mai l'azione in nome della riflessione, creando misteri che è sempre stata in grado di poter spiegare o quantomento di saper reggere (a differenza di altri esponenti magari più famosi).
Person of Interest è un classico  thriller che diventa a poco a poco una serie di fantascienza innovativa e perfino visionaria (citofonare Snowden, le lo trovate). La creatura di Jonathan Nolan ha insomma saputo raccontarci il decennio come pochissime altre ed é riuscita a farlo senza sacrificare l'intrattenimento, inserendo anzi una serie di personaggi ottimamente caratterizzati e indimenticabili. Per noi è la serie del decennio.

Come detto in precedenza 10 posizioni sono poche, restano fuori altre serie tv meritevolissime e che abbiamo adorato, magari meno importanti a livello storico ma importanti per noi. Vale la pena quindi almeno nominarle: Z Nation (in bilico fino all'ultimo per entrare in classifica), Wilfred, Mindhunter, Dark, Sneaky Pete, The man in the high castle, The Killing, Ash vs Evil Dead. 

Alla prossima per l'ultima classifica del decennio: i film. 

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