domenica 22 dicembre 2019

IL MEGLIO DEL DECENNIO - VIDEOGIOCHI

Per quanto riguarda l'ambito video-ludico il decennio appena trascorso ha visto l'avvicendarsi di 3 fasi importanti: la maturità della settima generazione di console, la nascita e crescita dell'ottava e lo sviluppo del mercato PC (che in passato era stato messo in secondo piano già da qualche tempo). Per quanto ci riguarda l'ultimo decennio video-ludico è stato sinonimo di playstation 3 e 4, per questo motivo nella nostra classifica non figurano giochi (magari veri capolavori per la critica) che non abbiamo avuto modo di giocare.



10. Dragon's Dogma (Dark Arisen) (2013) 
Ci sono giochi che dettano nuovi standard o che restano impressi per la loro originalità ed altri che invece semplicemente sono divertentissimi da giocare. Dragon's Dogma era apparentemente il classico gioco di ruolo fantasy fatto di missioni tutte uguali. Poi peró ti accorgi che giocandoci le ore volano e ti ritrovi ad esserne rapito per mesi. Il segreto? Un gameplay fluido e con rimandi ai vecchi hack'n slash, un ciclo giorno notte che trasforma il gioco nelle sue ore notturne in un survival horror, una gestione dell'arco tra le migliori viste in un videogame, una meccanica legata agli alleati originale e ben implementata, un'espansione lunga e appagante che rimanda alla saga dei Souls. In una sola parola "intrippante" . 

9. The Witcher 3 (2015)
Un universo fantasy da esplorare in lungo e in largo, missioni varie quasi mai superflue o simili tra loro, un protagonista carismatico e celebrato, un minigioco che è di fatto un gioco a sé col quale perderci decine e decine di ore, una discreta discrezionalità e possibilità di plasmare la storia e gli eventi (alcuni dei quali avranno un impatto sul mondo di gioco). Si, il gameplay é piuttosto piatto e ripetitivo, ma tutto il resto é quasi allo stato dell'arte. Il perfetto contraltare di Dragon's Dogma insomma (qui tutto funziona al meglio, a parte il gameplay, laddove lí era il vero e unico motore di tutto) e la chiusura di una saga osannata in ogni dove. Pure i dlc sono degni, anzi sono di fatto  talmente ricchi da essere dei veri e propri giochi a sé stanti. Magniloquente

8. Bioshock Infinite (2013)
Sebbene non fosse ai livelli del primo, inimitabile, capitolo, Bioshock Infinite recuperò (dopo il mezzo passo falso del secondo) le atmosfere, la capacità di catturare con una trama fuori di testa il videogiocatore, un'ambientazione piena di misteri, segreti e affascinante da esplorare. In Bioshock Infinite c'era ancora una volta tutta la mano di Ken Levine e la sua capacità di dipingere universi distopici e sceneggiature contorte (ma alla fine intellegibili). Gli altrettanto riusciti dlc costituivano poi una conclusione perfetta, non solo di quest'ultimo capitolo, ma dell'intera trilogia, legando in maniera sopraffina tutti e tre e mettendo la parola fine ad una saga probabilmente irripetibile.


07. Prey (2017)
Un fps, un gdr, un survival horror, un thriller psicologico...Prey è quello che volete che esso sia, un gioco che si adatta al videogiocatore assecondando le sue preferenze, cambiando più volte faccia. Un immersive sim tra i più riusciti degli ultimi anni: impegnativo, impegnato, destabilizzante. Non per tutti e non capito dai più, basta vedere quanto poco ha venduto. Resta un perfetto esempio di erede spirituale di quei System Shock e Bioshock che hanno reso la fantascienza videoludica agghiacciantemente realistica e adulta. E poi il cannone Gloo è una delle armi più originali e riuscite mai apparse in un videogame


6. Soma (2015)
E' possibile affrontare in un videogame temi (tra i tanti) come il transumanesimo, il senso della vita, la perdita della coscienza, l'aldilà, il destino e farlo in maniera adulta e seria? Soma ci dimostra che non solo è possibile ma che si può trasporre questa profondità di intenti in un survival horror psicologico, ma psicologico nel vero senso del termine. Soma é una sorta di test, un viaggio nella nostra mente, un'allucinata riflessione sull'umanità e sulla vita, in una sorta di romanzo di Philip Dick da giocare. Si, poi ci sono le fasi dove dobbiamo scappare dai mostri, superflue e messe lì per dare una maggiore aurea videoludica al tutto, ma il cuore di tutto in Soma è nella testa non nelle dita. Allucinato e agghiacciante 


5. Dark Souls (2011)
La posizione è quasi condivisa col suo precedente spirituale, Demon's Souls, dal quale riprende praticamente tutte le meccaniche e si limita a rifinirle. Definito come il gioco più difficile di quegli anni (cosa non vera, non nell'accezione che gli si vorrebbe dare, sarebbe meglio calzante "gioco più impegnativo" perchè richiede dedizione e costanza) ha creato una vera e propria sottocategoria di giochi (i cosiddetti "soulslike") e una specie di nuova religione videoludica. Per mesi mi tenni alla larga dalla saga subodorando fuffa ben venduta e invece (come quasi tutti) una volta iniziato il primo capitolo poi finii per giocare e rigiocare tutto quanto apparteneva al franchise, colto da quello strano senso di assuefazione che riesce a provocare. Continuo a non essere del tutto un "devoto" ma non posso fare a meno di riconoscere l'importanza che la serie ha rivestito in questi anni e la capacità di catturare il videogiocatore come pochi altri esponenti degli ultimi anni.


4. Batman Arkham City (2011)
Rocksteady ha realizzato uno dei sogni apparentemente più irrealizzabili per un fan di Batman: impersonare il pipistrellone in una Gotham tutta da esplorare e da scoprire, imbattendosi in quasi tutti i villain più iconici del fumetto. Perfino la trama si regge in piedi in maniera eccellente regalando alcuni what if riuscitissimi e alcuni colpi di scena perfetti fino ad un finale tristemente crudo e emblematico di cosa significhi la figura di Batman. Tutto é presentato in maniera certosina, a partire da un combat system, qui perfezionato, che ha fatto scuola, ad un doppiaggio eccellente, ad un campionario di informazioni e chicche da far impallidire anche il fan piú esigente. Il seguito ha dalla sua la bat-mobile e forse è più rifinito, ma è con Arkham City che la trilogia ha fissato davvero gli standard per tutto quello che sarebbe venuto dopo.

3. Skyrim (2011)
Credo sia il gioco al quale ho dedicato piú tempo in assoluto. Pieno di bug, di meccaniche poco rifinite ma con una capacità unica di catturati e di non mollati per mesi. Creatore a getto continuo di meme entrati nella storia (quello della "freccia nel ginocchio" ci ha tormentato per messi), di episodi personalissimi di follia sperimentale, di caricature e citazioni, a suo modo ha fatto epoca e non grazie alla sua storia (piatta e scontata) ma grazie a tutto quello che ci stava intorno e che in qualsiasi altro gioco sarebbe stato superfluo. Skyrim ti permetteva di andare dove volevi e di fare quello che vole, approcciandoti al mondo di gioco e alle missioni come più ti piaceva (all'epoca era tutt'altro che scontato e a ben vedere pure oggi) Aggiungiamoci una mole gargantuesca di dialoghi, una mappa sconfinata e (soprattutto) i draghi, da inseguire, abbattere e "assorbire". Forse (come quasi tutti i giochi Bethesda) sente un po' troppo il peso degli anni, ma all'epoca della sua uscita fu una vera rivelazione,

2. Mass Effect 2 (2010)
Si potrebbe definire un po' lo Star Wars videoludico. Forse la saga non si é chiusa nel migliore dei modi (tra accuse e polemiche varie, molte come spesso accade pretestuose) ma impossibile non ammettere che sia stata una di quelle che piú hanno fatto sognare i videogiocatori: battaglie, alleanze, amori (uno dei primi giochi ad inserire in modo massiccio le cosiddette romances), decisioni difficili da prendere, mondi da esplorare e sondare, tantissimi personaggi e missioni, un nemico invincibile e incombente...una vera e propria epopea in tre parti che creato un'epoca forse irripetibile (vedere la fine fatta dalla saga con l'ultimo capitolo "spin-off"). Forse tra i primi veri giochi a farci sentire il peso di una decisione grazie ad una caratterizzazione dei personaggi eccellente, senza dubbio un capolavoro. Il secondo capitolo è il più riuscito ma sta qui a rappresentare in pratica tutta la trilogia.

1. Red Dead Redemption (2010)
Pure il seguito é un capolavoro (e tecnicamente è ovviamente superiore) ma é il primo Red Dead Redemption che ha creato quel fantastico mondo di gioco che ci ha permesso di giocare ad impersonare il cowboy solitario come mai prima di allora. Non che non ci fossero precedenti, seppure comunque pochissimi (tra i quali lo stesso progenitore Red Dead Recolver), ma mai nessun gioco western aveva avuto una tale immersività (a volte vi ritrovavate per ore intere a cacciare o soltanto a girovavare per le terre desolate senza una meta, per il solo gusto di farlo), una trama così ben costruita, dal finale così potente da essere uno dei più iconici di sempre. John Marston (e il videogiocatore con lui) si muove in un'epoca agli sgoccioli, tra momenti di crudo realismo e sprazzi di umanità, verso un destino incombente. Emozionante anche nei suoi momenti apparentemente più banali e allo stesso tempo divertentissimo da giocare. Il gioco che ha dimostrato (dopo i buoni risultati ottenuti con GTA IV) che Rockstar era ormai una software house matura e capace di produrre giochi che andavano al di là dell'elogio del cazzeggio. Per questi motivi è il nostro gioco del decennio.


Restano fuori, di pochissimo, tantissimi giochi meritevoli, alcuni pregevolissimi e che non hanno nulla in meno rispetto a questi 10, anzi forse sono pure migliori di qualcuno citato, ma purtroppo nelle classifiche di devono fare delle scelte dettate dal momento e in questo momento queste dieci posizioni rappresentano il nostro top. Considerate quindi questi giochi quasi come degli ex aequo al decimo posto: Heavy Rain, Bloodborne, The last of Us, Gta V, Marvel's Spiderman, Resident Evil 7, Horizon Zero Dawn, Dead Island, Deus Ex - Human Revolution, Borderlands 2.

Nessun commento: