venerdì 20 dicembre 2019

IL MEGLIO DEL DECENNIO - MUSICA

Pur essendo abbastanza onnivori musicalmente parlando e pur riuscendo ad ascoltare quasi tutti i generi musicali siamo sempre stati innamorati del rock classico e del progressive rock in generale. D'altronde la musica è forse la forma d'arte più polarizzante, quella che porta più spesso a fossilizzarsi (anche inconsapevolmente) su determinati stili e forme che magari ad altri non dicono nulla. La classifica non può quindi che rispecchiare il nostro "credo" musicale.


10. Galahad - Battle Scars (2012)
Gruppo neoprogressive di seconda generazione, che non ha mai spiccato per particolari doti compositive e strumentali...fino ad una quindicina di anni fa. E' con l'ottimo Empires Never Last (2006) che, grazie all'introduzione dell'elettronica e di una maggiore durezza del sound hanno coniato una specie di particolare ibrido elettro-prog-metal non innovativo ma tremendamente efficace, tanto che da lì in poi non hanno piu' sbagliato un colpo. Nel 2012 se ne uscirono poi con ben due nuovi lavori nell'arco di soli 6 mesi: questo (più compatto e con un rifacimento della vecchia Sleepers da applausi) Battle Scars e il successivo Beyond the Realms of Euphoria. Anche gli ultimi lavori risultano comunque di buon livello confermando la crescita esponenziale del gruppo nell'ultimo decennio. 


9. Iron Maiden - The Book Of Souls (2015)
Non il migliore della loro discografia, non il più iconico ma sicuramente uno dei più coraggiosi (per i loro standard) degli ultimi anni. Un doppio semi-concept che si chiude con un pezzo progressive (si proprio progressive, non metal con spruzzate prog) di 17 minuti con tanto di piano, crescendo, chitarre suadenti, cambi di tempo...Il resto non e' allo stesso livello ma mantiene standard ugualmente elevati e mostra un gruppo ancora in forma e capace di dire la sua. 


8. Helloween - My God Given Right (2015)
Un'altra escursione fuori dal prog, ma gli Helloween se lo meritano. Continuano a produrre ottima musica pur essendo in tempi recenti un po' snobbati. My God Given Right è invece un disco divertito, potente, melodico, affilato, epico, dove la velocità supersonica degli esordi ha lasciato il passo alla compattezza e i temi si susseguono in una serie di cavalcate metalliche che flirtano col prog. Trascinante e gasante.


7. Pendragon - Man Who Climb Mountains (2014)
Non si puo' dire che i Pendragon siano il gruppo più prolifico o originale sulla faccia della terra e nemmeno nell'ambito del prog. Eppure (dopo gli ottimi album sfornati nei primi anni) quel Pure del 2008 ci aveva consegnato un gruppo in grandissima forma, ancora capace di stupire ed emozionare. E' per questo che il successivo Passion, anche se discreto, si rivelò una mezza delusione. Man Who Climb Mountains, pur non essendo un capolavoro, rappresenta una ripresa, un ritorno ad atmosfere più consone al gruppo e meno metalliche. Non tutto funziona ma quello che funziona lo fa alla grande riportando ai bei tempi di The World o The Masquerade Overture. E speriamo che il nuovo album, in uscita tra un paio di mesi, costituisca un'ulteriore passo in avanti.


6. Big Big Train - Folklore (2016)
Pur sforzandovi difficilmente riuscirete a trovare un album brutto sfornato dai Big Big Train negli ultimi anni. Una qualità che è sempre andata a braccetto con la prolificità, almeno da quando alla voce è arrivato David London. Il gruppo inoltre è cresciuto di numero fino a diventare una specie di cooperativa dove si possono trovare una invidiabile varietà di strumenti e spezie. Folklore è probabilmente il disco più centrato tra quelli sfornati in tempi recenti: bucolico, pastorale (il titolo non è scelto a caso), tipicamente inglese. Le atmosfere soffuse non impediscono comunque al gruppo di sfoggiare la consueta pirotecnicità e inventiva, per un lavoro ricco e completo da assaporare con calma, dedicandogli il tempo che merita.



5. The pineapple Thief - Your Wilderness  (2016) 
Messi da parte i radioheadismi (comunque in piccola parte presenti) Bruce Soord e soci con Your Wilderness tornano al prog/indie degli esordi, con un disco fatto di pezzi semplici ma arrangiati con gran cura, che si aprono dopo qualche minuto rivelando sfumature inattese e profumi particolari. Un album di gran gusto melodico, che sta in mezzo tra gli ultimi Marillion e certo rock indipendente che strizza un occhio al passato. Se cercate qualcosa di accessibile ma ricercato è l'album che fa per voi


4. Circa Survive - Descensus (2014)
Musica indie (nell'accezione comune del termine) e prog possono andare d'accordo? Nel 90% dei casi no, ma a volte ti imbatti in strani ibridi che ti fanno vedere tutto sotto una prospettiva diversa. Più che negli album precedenti o successivi (comunque di ottimo livello) i Circa Survive con Descensus trovarono la perfetta alchimia tra schitarrate heavy, riff punk, urlacci grunge, melodia, cambi di tempo e umore. Il tutto nell'arco di un album fatto (a parte un paio di episodi) da canzoni dalla durata classica. Ad arricchire il tutto come al solito poi c'è la voce magnetica e trasformista di Anthony Green. 



3. IQ - The Road Of Bones (2014)
Ci ho messo parecchio tempo per apprezzarli davvero. Questa loro incapacità di evolvere, la loro riproposizione quasi pedissequa di certi stilemi del prog, la voce di Nicholls troppo piatta e lontana dall'ecletticità del Fish di quegli anni, una produzione infima che rende i loro primi dischi freddi e monocorde e poi...E poi c'è che con una serie di dischi sfornati negli anni 2000 hanno dimostrato che le capacità le avevano e che se meglio indirizzate potevano produrre qualcosa di entusiasmante. The Road OF Bones è un disco piuttosto classico ma che guarda anche al presente, con un Nicholls cresciuto in espressività in maniera incredibile. E' un disco di prog dark, potente, sinfonico e a tratti glaciale. Uno dei migliori della loro discografia e del prog degli ultimi anni.


2. Steve Hackett - At The Edge of Light (2019)
Pur essendo uno dei chitarristi più amati e celebrati della sua generazione, Steve Hackett per quasi un ventennio (pur pubblicando comunque ottimi pezzi e album non disprezzabili) ha faticato a scrollarsi di dosso il suo passato o venirci a patti. E' negli anni 2000, con To Watch The Storms, che torna alla ribalta mostrando di nuovo ciò di cui e' capace. Da lì in poi e' partito come un treno, sfornando dischi in serie, magari non originalissimi ma di grandissima classe, lontani dalle vette e dalla magia di quelli degli anni '70 eppure a loro modo pieni di ottime cose. At The Edge of Light non è che l'ultimo tassello di questo rosario, forse non superiore di gran lunga rispetto ai dischi che lo precedono ma di sicuro si tratta dell'album più "politico" ed immerso nei nostri tempi del chitarrista inglese. Resta comunque uno dei migliori della sua discografia, composto a quasi 70 anni. Scusate se è poco


1. Marillion - F.E.A.R. (2016)
Si potrebbe fare un po' lo stesso discorso fatto per la posizione precedente: è incredibile come i Marillion di Steve Hogarth sembrino invecchiare come il buon vino. Dopo la difficile gestione del dopo Fish, qualche album di assestamento e qualche passo falso, il gruppo sembra aver trovato una maturità e una consapevolezza che gli permette di comporre col pilota automatico e di sfornare (anche a distanza di ormai 40 anni) musica di gran livello. F.E.A.R., che segue il già più che discreto Sounds That Can't Be Made è un distillato della visione attuale del combo inglese: un prog raffinato, di classe, lontano da quello più pirotecnico degli esordi, più "adulto" per tematiche e scelte compositive. Un album figlio dei suoi tempi: pessimista e disilluso (è un concept su tutto quello che sta accadendo nel mondo, basta guardarsi attorno) ma che possiede più di una punta di speranza. Un album che ti entra in testa e non ne esce più: complesso concettualmente e tematicamente, eppure allo stesso tempo melodico e godibilissimo. Per questi motivi è per noi il disco del decennio

Chiudiamo citando altri dischi meritevolissimi rimasti fuori classifica e non nominati in precedenza per vari motivi: David Bowie - Blackstar (inclassificabile, impossibile non citarlo), Drifting Sun - Trip The light Fantastic/Safe Asylum, Huis - Despite Guardian Angels, Mystery - The World is a Game/Delusion Rain, Unitopia - Artificial Life, Riverside - Love Fear and the time machine, Final Conflict - Return of the Artisan, Anathema - We Are Here Because We Are Here, Anubis.  A Tower of Silence, Millennium - Ego, Coheed & Cambria - The Afterman Ascension, Sound of Contact - Dimensionaut

E' tutto, alla prossima per la classifica dei migliori videogiochi del decennio

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