Ben tornato due-a-uno, c'eri mancato. Con quel suo masochistico e paradossale gusto di dominare soffrendo, la Juve si prende a Genova (sponda blucerchiata) altri tre punti con il più classico dei suoi risultati, gettando in porta due stelle di Natale di una bellezza abbagliante. Due gol in grado di rendere straordinaria la più ordinaria delle vittorie.
Per acclamazione popolare Sarri schierava di nuovo in campo il tridente delle meraviglie (l'HDR) prendendosi non pochi rischi al cospetto della squadra di Ranieri, non solo uno noto per la capacità di fare grandi nozze con i fichi secchi, ma anche per la sua squadra larga. La Juve dunque era chiamata ovviamente a fare la partita, stando bene attenta a i contropiede. Per fortuna passiamo in vantaggio e in questi casi è sempre un bene, anche se vuol di poco, poiché di certo ad attaccare sarebbe stata sempre e solo la Juve.
Il gol come detto è una perla, Paulo la piazza di sinistro da posizione angolata. Un gol fantastico che avrebbe trovato di sicuro la copertina di tutti i giornali sportivi, se solo non avesse dovuto competere con quello di cui parlerò in seguito.
Gli uomini di Ranieri però non si scompongono. Come se nulla fosse successo continuano il loro gioco. Ad un occhio inesperto potrebbero sembrare persino timorosi, ma ai microfoni di SKY a bordo campo lo si intercetta mentre chiede alla propria squadra di stare calma, continuare col piano e (cito) "aspettare l'errore della Juve". Proprio così, esplicito quanto genuino la vecchia volpe romana sa che la Juve prima o poi una zuppa in difesa la fa. Manco a dirlo ecco che accade: Alex Sandro si fa rubare palla sulla fascia come un pollo e la Samp è brava a sfruttare l'occasione per trovare il pareggio. Tutto già visto, sia da parte loro, che qualche giorno fa ci vincevano un derby (di sicuro molto più importante che non una partita con la Juve. Va bene il palcoscenico ma da quelle parti funziona così) sia da parte nostra che il gollettino lo concediamo sempre. Meglio se dopo il vantaggio.
Di nuovo 1-1, con tutto il suo carico di paure e dubbi: un'altra Lecce? Di sicuro in queste partite, dove le difese avversarie si chiudono a riccio e tu rischi di collezionare un inutile 80% di possesso palla, dimostriamo di non poter fare a meno della grandezza dei nostri campioni. E così se Dybala fa sempre più il fenomeno ultimamente, uno che da fenomeno ha un lungo curriculum fa qualcosa di incredibile. Talmente incredibile che non è stato nemmeno il suo stacco migliore, ma di sicuro per il palato della Serie A è qualcosa di inedito. Due metri e cinquantasei centimentri (2.56) e settantuno di stacco da terra (0.71). Come un angelo resta sospeso in aria e stavolta non c'entra lo streaming, anche perchè non eravamo su DAZN. Cristiano Ronaldo vola per davvero e insacca il pallone nella stessa porta dell'altra perla, quella che per quanto bella verrà ricordata paradossalmente come seconda, rubandogli i titoloni. E pensare che il "bollito" continua a segnare, andando in doppia cifra dal 1994/95, ma soprattutto a farne uno più bello dell'altro. Se non fosse così sfortunato coi fuorigioco ne avrebbe fatti quasi il doppio. Gli conteggiano anche i capelli fuori posto, sarà per questo che ora porta il frontino. Magari da altre parti abbiamo visto più tolleranza e meno oggettività, ma fortunatamente sul fuorigioco la regola quella resta e non ci si può lamentare più di tanto, mica come quella porcata sui falli di mano! Tra questo e la gol line le uniche due "certezze" sul regolamento.
Il secondo è un tempo di gesso e controllo. La Juve toglie il tridente, naturalmente in campo fino alla fine ci resta solo Ronaldo, Higuain la prende anche male ma era inutile continuare a rischiare il contropiede. Dopo la zuppa di Sandro infatti la Juve si fa più accorta e per quanto ci provi la Samp non trova più occasioni d'oro da poter sfruttare. Danilo sembra un Sandro che ha avuto più fortuna, ci tiene col fiato sospeso con qualche pericoloso passaggio arretrato dalla lunga distanza. Sandro lascia il posto a De Sciglio che quanto meno quando non sa né leggere né scrivere te la butta in calcio d'angolo e chi si è visto si è visto.
Prima della fine siamo noi che ci facciamo timorosi e quasi non volessimo salire per concedergli contropiede abbozziamo timidi attacchi, ma nulla di serio. Buffon non è chiamato a fare miracoli e non subisce quasi alcun tiro. Di rocambolesco il finale conserva giusto un'espulsione doriana per doppia ammonizione e un recupero che da cinque minuti passa a sei e poi a sei e mezzo. Ma la Juve tiene.
In occasione della Supercoppa di Domenica con la Lazio, molto di era parlato della disparità di giorni di riposo tra le due squadre, alcuni hanno azzardato che sia stata persino la Juve a scegliere di anticipare, forse per non lasciare asterischi prima di Natale, di fatto è la Lega che sceglie e che al massimo propone una data. Ad ogni modo la polemica (da parte nostra) si chiude con Sarri che lascia cadere la cosa. Dato che se neppure uno come lui (notoriamente polemico) si lamenta allora possiamo guardare avanti. Speriamo bene.
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