domenica 24 gennaio 2021

#SerieA 20/21_19> #JUVENTUSbologna 2-0 – A pranzo mangiamo sempre troppo


Allarmante la capacità che ha questa squadra di crearsi una tempesta in un bicchiere d'acqua. Anche oggi i due gol divorati da Bernardeschi tengono, di fatto, in vita il Bologna prima e la partita poi. Va bene che si giocava all'ora di pranzo ma, da tempo ormai, con questo giocatore in campo, siamo costretti a giocare virtualmente in dieci, anche solo a causa dei suoi gol mangiati. La solita mancanza di filtro a centro campo e il tipico assetto offensivo della squadra, lasciano alla squadra avversaria le congeniali ripartenze pericolose. Ancora una volta Szczesny deve restare perfettamente sveglio e in una occasione deve rimediare persino al fuoco amico di Cuadrado.

Ancora coi se e ancora coi ma, se Bernardeschi avesse buttato dentro almeno una delle due clamorose palle gol sarebbe (forse) stata una partita diversa, magari meno sofferta. Invece abbiamo dovuto ancora una volta patire le pene dell'inferno per portare a casa il risultato, ottenendo nel modo più difficile qualcosa che poteva risolversi più facilmente.

La squadra di Mihajlovic parte con le opzioni di default e dopo soli 30 secondi già entra in modo assassino su Bentancur, che è costretto a farsi medicare. L'uruguaiano non è ancora riuscito a rientrare in campo che già il Bologna ne fa un altro paio, uno dei quali non fischiato, in area su Cuadrado. Il rigore non dato da qualcuno viene giustificato con un: "Cuadrado mette il piede avanti", scusa anacronistica dopo il rigore dato a Mertens in Supercoppa. Non è che una volta vale e un'altra no. Bisogna decidersi una buona volta.

È emblematico come il modo che troviamo per andare in vantaggio, tra le tante occasioni limpide sprecate, sia quello di farlo per una deviazione che spiazza il portiere. Ma se vai all'intervallo sull'1-0, invece di andarci come minimo sul 3-0, rivitalizzi la fiducia di una squadra che era andata a Torino per metterla sul fisico e sui falli, trovando anche un arbitraggio che chiude più di un occhio sui cartellini.

Nel secondo il Bologna capisce che in tutta questa situazione potrebbe iniziare anche a giocare a calcio, invece di continuare solo a tirarci calci. L'inesistenza del centrocampo crea una partita che forse fa divertite gli spettatori neutrali (se di neutralità si può parlare quando in campo c'è la Juve) ma che fa penare troppo noi tifosi. Costretti a salvare le coronarie ogni tre giorni. Non è un caso che tra i protagonisti principali della gara ci sono i due portieri. Sia Szczesny ma soprattutto Skorupski, in assoluto il migliore dei loro. Difficile capire dove sbagliano i nostri sotto rete e dove arriva lui. Anche se giocare nella Juve sbilancia un po' il discorso. Certi gol non puoi sprecarli in questo modo, indipendente dal portiere che hai di fronte. Lo stesso Ronaldo: è lui a mangiarsi quel gol, prima ancora che il portiere faccia su di lui quella bella parata

Cuadrado rischia di buttare all'aria un'altra bella prestazione post-Covid. Che già gli avevamo perdonato quel gol divorato nel primo tempo in contropiede, tre contro uno, con Ronaldo liberissimo sulla destra. Assolutamente scellerato su quel colpo di testa e Szczesny deve continuare a fare i miracoli.

Meno male che possiamo contare su un McKenny del genere. Uno che, ad esempio, in area sa dove posizionarsi. Già nel primo riesce ad arrivarci di testa anticipando l'avversario, anche se si coordina male, poi è lui a chiuderla nel secondo tempo, proprio su calcio d'angolo. Più avanti sfiorerà persino la doppietta, sull'ennesimo miracolo di Skorupski.
DAZN gli chiede se durante la sua esultanza quello era il segno di Zorro. Lui, da buon ventiduenne (classe 1998) fa la faccia di chi: "chi cazzo è Zorro?"

Insomma se riuscissimo a semplificarci le cose qualche volta di più non sarebbe male. Soprattutto eviteremmo inutili sprechi di energie, giocando otto volte al mese. L'entrata in campo di Morata (al posto del Berna) mette in chiaro le cose col Bologna e la vittoria arriva. Tutto quello che ci resta da fare (a noi tifosi) e di vivere alla giornata. Tutto quello che resta da fare a loro (ai giocatori) è continuare a crederci o quanto meno ad onorare la maglia.

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