domenica 15 maggio 2022

Hanna - Terza Stagione (2021)


Costretta fin dalla tenera età ad una fuga costante, addestrata ad uccidere e mentire, per Hanna non c'è mai stato nemmeno un momento che si possa definire una vita normale. Coloro  che l'anno "creata" e trasformata in un arma vivente, non l'hanno mai permesso. La terza ed ultima stagione non può che essere quindi l'apoteosi di questo suo destino: una corsa contro il tempo e contro il passato che continua a braccarla. Una terza stagione che è anche quella conclusiva e che, proprio come la protagonista, procede costantemente sul filo del rasoio. Veloce, ritmata, senza momenti morti, molto breve (solo 6 puntate, pochine forse per chiudere tutte le questioni). Un atto conclusivo che sceglie di concentrarsi soprattutto  sulla trama principale, chiudendo in fretta le questioni irrisolte.

"Sei proprio diversa da tutte le altre persone: di solito in film e telefilm fa più male il momento della medicazione che la ferita in se"

Tutto partiva dalla Utrax ed è lì che tutto finirà: Hanna e Marissa infatti affronteranno il duello finale con l'organizzazione e con il suo "presidente": (un redivivo Ray Liotta) figura legata a doppio filo con la seconda. Il passato torna insomma ad affacciarsi nella vita di entrambe e giungerá il momento di fare scelte difficili. Anche le altre ragazze dei Meadows, ormai sguinzagliate nella loro missione omicida cominceranno a farsi delle domande sul proprio ruolo e la loro vera natura. Dispersi nel mondo ci sono infatti dei giovani, inconsapevoli di rischiare la vita, dei bersagli, che un computer ha previsto come soggetti potenzialmente pericolosi e in grado di destabilizzare il mondo. In quanto tali vanno eliminati. Uno scenario alla Minority Report nel quale però al posto della pre-crimine abbiamo un'organizzazione segreta e al posto dei criminali abbiamo dei giovani idealisti (impossibile non notare tra i "soggetti pericolosi" per la Utrax una sorta di sosia di Greta Thumberg).

In un costante mutare di location (la serie continua a mettere in bella mostra scenari europei e mediterranei) i personaggi si muovono continuamente a passo felpato, tra un despistaggio e l'altro, tra un salvataggio all'ultimo secondo e una fuga rocambolesca, in un infinito gioco di scacchi che prevede una risposta immediata per ogni azione, e innumerevoli cambiamenti di fazione tra i personaggi. Non mancano quindi scene un po' inverosimili o qualche Deus ex machina, come vuole il genere di riferimento, tutto pur di non sacrificare la godibilità e la scorrevolezza del racconto: non si fermano mai i protagonisti e non si ferma mai la macchina da presa che gli sta costantemente dietro, un attimo sono a Parigi e quello dopo a Vienna, come se avessero una sorta di teletrasporto in grado di annullare le distanze. 

"Io mi fido ma Entriamo, ammazziamo tutti e poi scappiamo non sarà un po' scarno come piano?"

Come detto però stavolta si tratterá della fuga finale, quella che ci consegna una conclusione delle vicende dolceamara e molto cinematografica, fatta di addii, di arrivederci poco realistici e di abbandoni sofferti. Ce la farà Hanna a trovare un po' di pace? Deporrá le armi oppure non potrà fare a meno di trovare una nuova battaglia, una nuova sfida, senza le quali non si sentirà mai davvero se stessa? La risposta probabilmente sta nell'immaginario dello spettatore.

Pro

- Ottima l'interpretazione di Esmè Creed-Miles
- Non c'è un attimo di sosta
- Riesce a chiudere quasi tutte le questioni anche con sole 6 puntate a disposizione

Contro

- Alcune risoluzioni affrettate
- Qualche Deus ex machina di troppo
- Forse chiusa un po' troppo presto.

Voto alla stagione 8-
Voto alla serie 7,5

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