Se nel film dei fratelli Coen (e nell'omonima serie a questa ispirata) era la coltre costante di neve del Minnesota a fare da sfondo alle vicende assurde e criminose dei suoi protagonisti, qui invece non potremmo trovarci in un luogo più diverso: le immense distese desertiche dell'Australia. Paesaggi totalmente agli antipodi eppure capaci di dipingere allo stesso modo posti inospitali, ricolmi di segreti da celare, difficili da attraversare o dai quali fuggire. Se lì però era il contrasto tra il bianco della neve ed il rosso del sangue a creare atmosfere ovattate, qui sono il giallo e l'arancione ad essere squarciati da pennellate di morte, tra lunghissime strade apparentemente infinite e città desolate tra chilometri e chilometri di nulla. Ci si sente soli, abbandonati, piccoli, figuriamoci se nemmeno ci ricordiamo chi siamo, come il protagonista delle vicende di questo The Tourist. Solo, senza memoria e braccato da un misterioso assassino che, chissá perchè vuole fargli la pelle.
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| "L'Australia me la immaginavo meno post-apocalittica" |
E' su una costante ambiguitá che giocano quasi tutte e 6 le (poche) puntate di questa serie. Un uomo deve ricordare chi era prima che si risvegliasse in ospedale dopo aver avuto un incidente. E' stato davvero un incidente? Di chi può fidarsi? Cosa era venuto a fare in Australia? C'è un continuo senso di inadeguatezza e di smarrimento nelle azioni del protagonista, che non capisce se è soltanto una vittima innocente del caso e di scelte sbagliate o se è invece interamente parte dell'ingranaggio criminoso dal quale tenta di sfuggire. Se dimenticassimo totalmente chi siamo torneremmo a fare le stesse scelte oppure cominceremmo un percorso totalmente nuovo, come se subissimo una sorta di reset mentale che ci fa diventare una persona totalmente nuova? E' su queste riflessioni che gioca maggiormente la serie.
Nel corso delle puntate i misteri si riveleranno abbastanza scontati ma la godibilitá del telefilm è garantita, oltre che dalla citata atmosfera, anche da un'ironia spiccata: meno beffarda e grottesca rispetto a quella delle opere alle quali si ispira, ma comunque ben presente e ben contestualizzata. Basti ad esempio prendere anche il finale, in pieno stile Coen. Sviluppato per essere un "vero finale" (e sarebbe stato un finale perfettamente coerente) e non un cliffhanger lo è diventato, purtroppo o per fortuna, dopo il rinnovo della serie.
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| "Non preoccuparti se vogliono farti la pelle, l'importante è seguire una sola regola: non fidarsi di nessuno. Fidati". |
The Tourist è insomma una serie che non fa tantissimo ma lo fa bene. Riprende atmosfere e dinamiche giá viste (pure la poliziotta interpretata da Danielle Macdonald sembra presa di peso da Fargo, la serie più che il film) ma le cucina aggiungendoci qualche esotismo e un andamento scorrevole e privo di momenti morti. Jamie Dornan (famoso per la famigerata trilogia di Cinquanta Sfumature...) forse non ha il carisma di altri venuti prima di lui, ma risulta abbastanza credibile, soprattutto col passare delle puntate. Discreto.
PRO
- Lo spaesamento del protagonista è credibile
- Belle atmosfere
- La sottile ironia di fondo
CONTRO
- Plot che si rivela molto più classico di quello che appare inizialmente
- Forse sole 6 puntate non permettono di sviluppare meglio determinate situazioni
- Non è Fargo, anche se a tratti gli si avvicina.
Voto:7+
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