domenica 8 gennaio 2023

#SerieA 22/23 17ª #JuventusUdinese 1-0 – Vincere al’otto



Da agnostico mi sono trovato spesso nella condizione di dover spiegare quale fosse il mio concetto di fortuna e sfortuna, fede e superstizione. Ma quello che sta succedendo con i tifosi della Juve (spesso ormai solo sedicenti non praticanti) dopo otto vittorie consecutive e zero gol subiti, avrebbe davvero bisogno di un supplemento di spiegazione scientifica. Nella dimensione bianconera si è oggigiorno o solo bianchi o solo neri. Senza zone grigie la massa vuole importi una netta scelta di campo: sei allegriano o anti-allegriano? In tutto questo la Juve rientra poco o nulla. Come le stelle nell’oroscopo servono solo per parlare di amore, salute e denaro perché ormai abbiamo google maps per orientarci. Non si accetta un parere neutrale sull’allenatore e sulla squadra.

Siamo arrivati al punto che la Juve sull’8 volante inizia a dare davvero fastidio, non solo a chi dava già fastidio naturalmente (cioè al resto del mondo tifoso) ma soprattutto a tutta una schiera di influencer che inevitabilmente ne influenzano altri, come in una pandemia. Gente senza mascherina sulla bocca e senza alcun vaccino mentale. Untori di un pensiero, questo unico e unificante, che non riguarda più il tifare Juve, ma andare contro l’allenatore a tutti i costi. Tanto che oramai sono diventati perfettamente indistinguibili da qualsiasi interista, napoletano, milanista sui tubi e sui blog, tranne per il fatto che (ogni tanto) usano il "noi" invece che il loro, "abbiamo" invece che hanno. A volte ci vuole un orecchio attento per coglierlo.


Tutta gente ormai in apnea che non vede l’ora che arrivi venerdì 13, quando il Napoli stellare finalmente ci batterà e potranno agitare il loro dito di biasimo ridendo e respirando. Tutta gente che ormai ripete come un mantra il proprio slogan. La stessa parola ripetuta in modo ossessivo compulsivo: culo. Parlano più di culo loro che un film porno. Come se il culo o la fortuna fossero come il sangue di San Gennaro e Allegri fosse capace di fare ogni volta il miracolo. Sovvertendo l’etimologia stessa della parola miracolo, cioè qualcosa di soprannaturale ma soprattutto inaspettato se non raro. Ma noi in fondo in fondo non abbiamo mai abbandonato i riti e la cultura pagana. Per noi il culo si può incanalare, come la sfortuna. Altro che fortuna cieca. Per alcuni ci vede benissimo.


Quando al contrario la Juve perdeva e molti parlavano di sfortuna, io ero il primo a dire che la sfiga ti capita una o due volte, tutte le altre merde che pesti sono colpa tua. Magari perché cammini con la testa tra le nuvole e non presti attenzione a dove metti i piedi. Se continui a perdere la sfortuna non c’entra una ceppa. Il bello è che questo era lo stesso discorso che magari facevano quelli che oggi credono in Zeus piuttosto che nel Dio della bibbia. Ma d’altronde solo in uno uno sport politeista come il calcio, ogni calciatore può entrare in campo pregando un dio che dovrebbe preferire la sua squadra a quella dell’avversario, mentre l’avversario fa la stessa e identica preghiera.


Equiparare ad esempio la partita con l’Udinese a quella con la Cremonese (giusto per restringere l’arco temporale al massimo) è solo figlio di un cieco odio per il proprio allenatore. L’analisi della partita muore per mancanza di soccorso. Posso infatti essere persino d’accordo con quelli che dopo Cremona parlavano di fortuna. La sorte in quella gara ci ha palesemente dato una mano. Perché quando io parlo di fortuna e sfortuna mi riferisco alla vera definizione della stessa: un evento, o una serie di questi, imprevedibile e del tutto casuale che come una moneta possono mostrare la loro testa e la loro croce e portare qualcosa di buono per te o meno. Dovremmo invece sperare nel fare più gol, questo sì, ma non rifiutare gli uno a zero perchè si vorrebbe un quattro a zero. Qui invece si spera in peggio e non in meglio. Molti tifano per la sconfitta apertamente.


Nella partita di ieri ho contato quasi una decina di occasioni d’oro gettate alle ortiche che mi guardo bene dal definire sfortuna e due tiri loffi dell’Udinese che mi guardo altrettanto bene dal definire fortuna. A conti fatti l’Udinese non ha prodotto i grattacapi che ci ha dato la Cremonese delle zone basse delle classifica, anzi ha fatto poco o nulla per rendersi pericolosa, ma per qualche oscuro motivo si è riusciti ad equiparare le due gare solo perchè decise (a nostro vantaggio) da un gol in extremis. Non è una esagerazione la mia, ma ormai otto vittorie consecutive sono diventate solo il frutto di un evento soprannaturale. Non si critica neppure più il gioco che si vorrebbe che questa squadra avesse e che con questo allenatore non avrà mai. No, qui si rosica perchè si vince comunque. Non ci si è ancora resi conto che al punto attuale in cui siamo, o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. Anzi qui si spinge la squadra verso la finestra e si vorrebbe archiviare il caso come suicidio. Qui si dovrebbe ridiscutere il concetto stesso di tifare la propria squadra e riscrivere in modo orwelliano gli striscioni come “sempre al tuo fianco” con “sempre al tuo fianco, tranne quando non mi piaci” perché in quel caso ti tifo contro sinché non cacciano l’allenatore. Il che significa fino a fine stagione se va bene.


Nessuno di noi ha la pretesa di vincere uno scudetto che a mio parere resta un’utopia, ma caspita, più punti si fanno meglio è! Perchè poi quando il vento girerà, giocherai bene e perderai, lo criticherete lo stesso se non peggio. Continuerete a fare visualizzazioni e magari ad alzare qualche euro ma in altri tempi come minino avreste smesso di seguire il calcio o avreste addirittura cambiato squadra. Poiché vi ricordo che nessun medico, che non sia google o qualche sponsor di magliette, vi ha prescritto di tifare Juve, così come un tifoso tifa anche una squadra di terza categoria anche se è ultima in classifica. Riuscite ad immaginare un esempio migliore di tifoso?


In tutto questo abbiamo dovuto salutare un uomo e un capitano, l’ultimo ad alzare la champions con la maglia della Juve, e abbiamo dovuto farlo in un clima in cui un TG nazionale come il TG1, confeziona un servizio in cui tutti lo ricordano e lo piangono senza dover ricordare che è stato anche una bandiera bianconera, il giorno dopo la partita della sua Juve. Anche le ultime bandiere ci stanno lasciando, così come gli ultimi tifosi. Ciao Gianluca, rimpiango i giorni in cui eri tu quello che entrava negli spogliatoi con una telecamera in mano come una serie di Netflix ante litteram e gli juventini festeggiavano i tuoi gol, anche se arrivavano al novantesimo e dopo una partita sofferta. 

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