Sono tante le serie TV di fantascienza che negli ultimi anni ci hanno dipinto futuri cupi e angoscianti. Sono molte meno (per non dire quasi nessuna) quelle che invece ci hanno mostrato scenari meno oscuri e più solari. Tra queste sicuramente va citata Upload, conclusasi in queste settimane dopo l'uscita della sua quarta stagione.
Non che manchi di prospettive distopiche e molto poco allettanti o momenti drammatici (soprattutto nelle ultime 2 stagioni) ma la creatura di Greg Daniels ci ha regalato un approccio molto più positivo e ironico al genere: tra defunti che continuano a vivere con le medesime pretese di agiatezza dei vivi, IA che provano ad umanizzarsi con risultati esilaranti, regole assurde da rispettare nell'aldilà, rivolte decisamente poco canoniche...Diciamo che i momenti comici superano di gran lunga quelli più strettamente riflessivi, ma è una comicità che ha comunque ad oggetto argomenti non certo banali: la morte, la nostra eredità nei confronti dei posteri, il potere delle corporazioni, il dislivello tra ricchi e poveri che la tecnologia esalta in maniera esponenziale. Siamo insomma vicini per approccio a prodotti come The Good Place (con la tecnologia che fa le veci della religione), con una comicità però meno intelligente. L'approccio a volte è molto più caciarone e caotico, non tutte le battute o i momenti comedy c'entrano il bersaglio ma siamo comunque sempre su livelli almeno discreti: la presa in giro delle nostre fissazioni quotidiane e della tecnologia in generale, estremizzate a puntino, non mancano di causare un sorriso, fosse anche beffardo.
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"Uno dei due è la coscienza, caricata su digitale, di un uomo morto, l'altro è una copia di backup dello stesso. Quale dei due è il VERO Nathan? |
La trama nel corso delle sue stagioni non è mai stata un fattore determinante o cruciale, si è limitata a offrire uno spunto di partenza piuttosto originale e a offrire un contesto ai personaggi e una motivazione per spingerli a combattere le loro battaglie: le persone del futuro, dopo la morte, hanno la possibilità di "vivere" in un paradiso digitale, grazie ad una tecnologia che ha immagazzinato la loro coscienza. Ma il "paradiso" presenta delle caratteristiche molto particolari e nasconde dei segreti. Da qui in poi però il fulcro si sposta tutto sui personaggi e sulle loro storie più che su misteri, segreti, rivelazioni. Il plot risulta insomma piuttosto semplice. Non è per quello insomma che va visto o approcciato Upload. Molto più determinante è stato invece il background sul quale questa storia era inserita: la costruzione dell' assurdo aldilà digitale, con le sue leggi peculiari, la sua ritualità e i suoi personaggi sopra le righe (prendiamo ad esempio il "ragazzo IA" e le sue folli evoluzioni, vero catalizzatore di momenti esilaranti o altre trovate estemporanee come il "taxi gerbillo"). E' qui che la cifra stilistica di Upload ha trovato libero sfogo, rendendosi riconoscibile e originale in mezzo a tanti prodotti simili. Tante idee insomma, non tutte sfruttate approfonditamente, ma utili a dipingere un quadro generale estremamente affascinante e bizzarro.
Altra caratteristica della serie è sempre stato un romanticismo mai troppo esagerato ma comunque funzionale a contraddistinguere i momenti che hanno visto per protagonisti i due personaggi principali. Il loro legame (e il loro perdersi per poi ritrovarsi) è uno dei motori principali della trama, se non il principale, molto di più delle classiche tematiche (comunque qui presenti) che potremmo trovare in una serie di fantascienza (la ribellione contro sistema, il transumanesimo, il concetto di coscienza ecc). Qui il classico tema della "relazione a distanza" trova la sua massima estremizzazione: la memoria digitale di un defunto può avere una relazione con una persona vivente? Da qui riflessioni che spaziano dal grottesco, al più profondo, al semplicemente demenziale.
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Se l'Abed Nadir cattivo avesse avuto un figlio con Hal 9000, sarebbe nato lui |
Upload è insomma un prodotto onesto: non prova ad essere quello che non è: un po' come i suoi personaggi che provano a trovare uno scopo (nella vita ma anche nella morte) e una propria identità, senza mai giocare sporco. La serie non cerca facili trovate ad effetto o complicazioni che non gli appartengono. Si tratta di un prodotto di puro intrattenimento, che certamente offre una miriade di spunti interessanti, ma non mira a sconvolgere o destabilizzare. E' un prodotto divertente, leggero, positivo anche nei suoi momenti più commoventi. E va comunque bene così.
PRO
- Riesce a chiudere abbastanza bene i punti in sospeso
- Il ragazzo IA malvagio
- Il finale: non troppo pessimista ma neppure da "e vissero tutti felici e contenti"
CONTRO
- Alcuni momenti vorrebbero fare ridere ma non ci riescono
- Una stagione finale di sole 4 puntate (di durata esigua)
- Qualche eccessiva ridondanza nei momenti più commoventi
Voto 7 alla stagione
Voto 7,5 alla serie
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