domenica 1 febbraio 2009

Juventus-Cagliari 2-3 (Cacciate il cantante 2… L’alba dei morti viventi)

Quello a cui si è assistito ieri è stato come il sequel del famoso horror “la notte dei morti viventi” del grande George A. Romero. Quando infatti sembrava che si fossero eliminati tutti gli zombie d’ottobre ecco che te li ritrovi a circolare per il campo in balia di una squadra di medio classifica.
Palermo, Napoli, Udinese, Cagliari… Se il vecchio detto calcistico recita: “lo scudetto si vince sui campi delle medio-piccole” ecco spiegato in sintesi perché questa squadra dice definitivamente addio al tricolore. Certo nel corso di un intero girone di ritorno non ci saranno solo periodi di nera crisi (o almeno voglio sperarlo) e assisteremo (forse) più volte a riavvicinamenti e riallontanamenti “fisarmonicali”, come sempre accade, ma i 9 punti di distanza dall’Inter, che sono 10 alla luce della sconfitta nello scontro diretto, a mio parere bastano a farci salutare il treno 2008/2009.
Il caro vecchio cantante attaccato duramente e poi difeso a spada tratta, anche dagli stessi soggetti, continua nel corso degli anni ad allenare nella continua voglia di migliorarsi non rendendosi però conto che solo ai mediocri spetta questa eterna ricerca. Per molto meno Lippi, in una sua celebre sfuriata, dopo aver perso in casa col Parma prese le distanze dalla squadra dimettendosi. Qui oggi un uomo resta, essendosi sobbarcato la responsabilità di una campagna acquisti fallimentare (vera causa di tutti i mali) continuando a schierare formazioni amorfe che come in quest’ultima occasione si fanno rimontare sul 2-1 col la classica tattica del contropiede (cosa che spetterebbe a chi è in vantaggio) e con una gestione infortuni ridicola e dannosa. Schierare Buffon nella sconfitta col Palermo ed esporlo alla ricaduta dell’infortunio e schierare Zanetti titolare fisso in partite ogni tre giorni per riconsegnarlo all’infermeria denota l’incapacità di imparare dai propri errori. I dati dicono che la Juve ha fatto meglio quando la sorte a privato Ranieri del libero arbitrio di sbagliare formazione.
Ma tutto poi davvero è imputabile solo al cantante? Deschamps lasciò la Juve perché capì di non poter avere una squadra competitiva per la A, col senno di poi bisogna dargli ragione. I giocatori? Non dimostrano alcun senso di responsabilità e poco professionismo. Commettono errori da oratorio. Sissoko l’elemento principe dell’incoerenza di questa squadra ieri segna due gol, uno suo l’altro con delega per il Cagliari con quella palla persa a centrocampo. L’attacco spuntato aspetta ormai che siano i difensori e i centrocampisti a preoccuparsi del gol. Cosa volete che vi dica, parafrasando il loro stesso spot… saranno “appena tornati”.

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