martedì 17 agosto 2010
Red dead redemption - Rockstar colpisce ancora (con una colt) Parte 1
di
Napoleone Wilson
__del
agosto 17, 2010
Il Western ed i videogames
Il mondo dei videogiochi negli ultimi anni ha allargato di parecchio il suo raggio d'azione ai generi più disparati: anche grazie alla potenza delle nuove console non è più improbabile trovare videogames che affrontano temi quasi impossibili da trattare in passato.
Il genere western però è sempre stato piuttosto comoplicato da trasporre in versione videoludica: vuoi per la difficoltà di "costruire" la fisica dei cavalli, vuoi per la necessità di dover bilanciare i vari elementi che devono caratterizzare il gioco (sparatorie a cavallo e a piedi, ricreare un ambiente realistico spoglio, ma allo stesso tempo vivo, dare al tutto un atmosfera complicata da replicare con personaggi ed ambienti virtuali).
Ci sono già stati dei tentativi in passato di entrare nel mondo del vecchio west da parte del mondo videoludico: Gun, Call of Juarez, lo stesso Red dead Revolver della Rockstar (primo capitolo della saga, anche se di fatto del tutto slegato dalle vicende del seguito), e in parte ci sono state delle ottime intuizioni, tuttavia i giochi si rivelavano troppo propensi allo sparatutto, quando non decisamente noiosetti e privi d'atmosfera, atmosfera che invece dimostrava di avere un gioco lontanissimo dal genere western, ma con una bellissima rappresentazione del rapporto tra il destriero e del suo "cavaliere": Shadow of the Colossus.
Ecco quindi che Red dead redemption era atteso al varco perchè le aspettative erano altissime.
Varietà e libertà
Red dead redemption è un capolavoro: lo si capisce già dai primi dialoghi, dalla cura con la quale vengono ricreate le situazioni (nelle città o meno) e gli obiettivi (le sottomissioni sono tantissime, ma rispetto a Gta IV sono meglio amalgamate nel contesto, e spesso inserite nella stessa trama), dalle ottime mini-storie riguardanti gli "sconosciuti" che incontreremo nel cammino (più "rifinite rispetto a GTA IV, e più "simpatiche), dall'ottima realizzazione del personaggio principale (magari i personaggi di contorno invece sono molto meno memorabili, in quanto meno approfonditi)...
Ovviamente il gioco resta un free roaming, per questo "non per tutti", vista la sua classica serie di missioni principali alternate ad una massiccia dose di ore perse in giro cercando un obiettivo, o semplicemente godendosi il panorama, mantiene però la classica dispersività dei giochi appartenenti al genere (anche se molto più sfumata rispetto ai giochi precedenti).
La principale difficoltà da superare era conciliare la vastità del territorio (addirittura superiore a quella di San Andreas), con la necessità di non annoiare il giocatore con viaggi infiniti a cavallo (visto che, come per GTA si è costretti a vagare in lungo e in largo per la mappa di gioco, ma con "mezzi" decisamente più lenti), e il rimedio è decisamente riuscito: diligenze sparse nelle varie cittadine, o se proprio non vogliamo perdere tempo c'è sempre un opzione per essere trasportati immeditamente nel posto che desideriamo grazie ad un provvidenzile accampamento (che ci permetterà anche di salvare).
Inoltre anche nel bel mezzo del deserto potremmo trovare compagnia: animali assetati di sangue ci inseguiranno senza tregua (quando non saremo noi stessi ad andarli a cercare per stanarli), o potremo incontrare degli sconosciuti che attiveranno le sottomissioni, o ancoraaltri epronaggi in cerca del nostro aiuto (non sempre però si riveleranno santarellini).
Insomma la varietà e la vastità non sarà sinonimo di noia (a parte alcuni casi), ma ci darà modo si avere sempre qualcosa da fare in ogni momento.
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