Lo si capisce lontano un miglio che la UEFA quest’anno per la Juventus è un insetto fastidioso, pareggiare con una squadra che andava annientata (7 su 11 nel campionato austriaco) ne è il sentore principale. Peggio di quanto avevamo già fatto col il Lech Poznam. Non si tratta di sottovalutare squadre mai sentite prima, in ragione del rifiuto dell’accettazione che il calcio sia cambiato, il problema è l’organico bianconero
Con il Lech lo scatto d’orgoglio l’abbiamo avuto nel secondo tempo, proprio quando abbiamo inserito i titolari, come ieri sera con l’ingresso di Krasic e Melo. Ieri come allora non è bastato e in più stavolta è mancato persino quell’impegno. Ed ecco che la Krasic-dipendenza diviene un limite per chi in panchina schiera mezze calzette. Con tali uomini non possiamo affrontare la UEFA figurarsi la Champions dove il turn over è d’obbligo.
Vien da chiedere se sia più forte il loro orgoglio, mostrato ad esempio col il City, oppure la razionalità. Altro motivo per stagnare ancora nel limbo di una stazione che sarà senza infamia (speriamo) e senza lode
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