Quanto la Juve ci credeva nella Champions e quanto poteva fare per crederci ancora? Lo ha detto questo turno di campionato. Avanti vanno e dietro frenano. Rosicchiamo un punto solo alla Roma che rimane comunque avanti. Ci avessimo messo almeno l’impegno dovuto sarebbe stato un provarci, stasera ci rimangono invece le parole di circostanza di un tecnico che tenta di salvare la poltrona.
Era stata annunciata come la partita dell’anno, con loro che orfani di un derby si sono ormai da anni proclamati nostri acerrimi nemici, scegliendo nel mucchio delle rivali chi a loro parere gli avrà scippato chissà quale antico fallo laterale (ormai solo loro lo sanno), entrando così bene nella parte che si sentano più rivali del Torino. Ci manca quasi che non costituiscono qualche giornata della memoria. Noi invece che siamo più pratici i nostri nemici li scegliamo con mestizia e questa per noi era solo un continuare a sperare in un traguardo quasi impossibile ma in verità solo a sei punti fino a stasera. Ti aspetteresti spettacolo invece non c’è stato neppure quella tensione che ti avrebbe fatto dire: “giocano male perchè si temono”. Il pomeriggio invece è stato più che altro sonnacchioso, con una Juve che parte allo stesso modo in cui era partita col Genoa, solo che stavolta spegne la sveglia e si gira dall’altra parte. Del Neri non poteva rinnegare di nuovo le sue zuppe, proprio ora che i in molti lo vogliono fuori, allora non cambia quasi nulla. La squadra continua così a trascinarsi per tutta la partita, senza cuore ne volontà. Diciamoci la verità, non ci han creduto affatto, tirando in porta 2-3 volte in tutta la partita e ostacolandosi anche da soli in qualche occasione.
Vedi una partita del genere e ti dici: quando non ci credete voi figuratevi i più scettici. Nemmeno a incazzarsi un po’, ubriachi di camomilla fanno incazzare noi. Il tecnico col la sua solita spocchia sciorina statistiche degne dei sondaggisti più di parte: “siamo più vicini di un mese fa”… si ma siamo lontani anni luce da qualche anno fa e soprattutto lontani dalla posizione che potevamo occupare già stasera, che discorsi sono?. E’ la mediocrità di pensiero che ti fa arrabbiare di più di tecnico e giocatori, la stessa mediocrità che si specchia con quella tecnica per confermare ancora una volta quando bassa sia la qualità e la mentalità della squadra. Del Neri ormai si tiene aggrappato a quella panchina sperando che il suo amico Marotta lo grazi, cosa che non è da escludere visto che anche lui ha i suoi stessi voti in pagella.
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