Fosse durata 45’ sarebbe stata l’ennesima penosa domenica, una di quelle che, spesso quest’anno, hanno vanificato quella precedente. Invece è stata una partita dai due volti con tanto di rimonta finale che ci tiene ancora vagamente aggrappati all’ultimo treno per l’l’Europa, qualunque essa sia.
Pronti, via e… restiamo negli spogliatoi. Loro vengono a Torino intenzionati a fare le barricate, tant’è che non gli pareva vero di esser passati in vantaggio all’olimpico, senza tirare neppure una volta in porta (a quello ci abbiamo pensato noi) e con una squadra che senza il suo 4-4-2 pareva fuori luogo e fuori tempo come la pubblicità della TIM. Se sai cucinare solo un uovo al tegamino non rischiare di infornare l’arrosto, potresti rimanere digiuno. E’ questa la Juve del primo tempo, con Matri che si sfacchina solitario in area in attesa di un buon assist, con la difesa genoana a fare il compitino contro chi dovrebbe saltarti con l’uno contro uno (arma spuntata in mano a questi uomini), con un Del Neri che inizia con Krasic a destra per poi spostarlo a sinistra per portare Pepe a sinistra Melo dietro Matri avanti Aquilani… si insomma, manco giocasse a JuveVille. Poi, quanto anche a noi ci va bene con una deviazione e pareggiamo, il dente avvelenato del rifiutato attaccante dal cognome Floreale ti fa pensare: ecco i demoni che ritornano. Vengono qui a vendicarsi tutti e in più Edoardo, detto paperissima, sembra voler diventare il primo portiere a prendere il pallone d’oro. Ma Del Neri si ricrede e si pente. Torna su i suoi passi e mette tutto a posto come fa da secoli, il suo bel 4-4-2 che può almeno farci giocare a calcio. Loro si ringalluzziscono ed escono dalla porta, allora Matri li punisce. E finalmente anche noi possiamo sfruttare un gol di un Ex dal dente avvelenato, Luca Toni che ci tiene a galla.
Terza vittoria consecutiva (finalmente) emozioni e sofferenza finale con Flores che si divora il pareggio (anche Toni non è da meno) mentre si stagliavano significativi i fischi per Motta e Martines, due alieni tra alieni, simbolo del marcio della campagna acquisti. Se dispiace per gli uomini, i giocatori quei fischi li meritano tutti e meno male che abbiamo preso Matri invece che Pazzini, non foss’altro perchè ha segnato più di lui, e Toni che tutti deridevano, compresi noi. Ora che il gioco si fa duro speriamo di poter beneficiare di qualche K.O. delle altre, sempre dopo aver fatto tutto il possibile noi.
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