Ieri a Torino arrivava la Grande star del Gossip calcistico Zemànn (come lo chiamano dalle mie parti) e lo Juventus Stadium grondava di Paparazzi. Bohemian Rhapsody, strascica lessico, il profeta del calcio sparlato, Champagne supernova, l’idolo dei giornali. Era venuto per fare il protagonista… ma purtroppo per lui alle 20.45 la partita è iniziata e le chiacchiere sono rimaste a zero. E’ tornato a Roma carico di meraviglia. La stessa che s’erano presi lo scorso anno con Luigi Enrico.
18 minuti ed eravamo già 3-0, per tutto il primo tempo poi è stata più la rabbia delle occasioni sprecate che la gioia dei gol fatti. Annichiliti i giallorossi restavano alle corde, mentre il viso aggrottato del chiacchierone malefico dicevano tutto. Il campo ha sempre parlato una lingua diversa dalle parole, è per questo che tutti ci invidiano. Come quel Mazzaro’ livornese trapiantato a Napoli, suo erede, che oggi non si lamenta affatto del trattamento ricevuto dal suo Napoli con la povera Samp di Ferrara,il boemo è il re delle chiacchiere da bar. Ha fatto del suo odio un baluardo talmente ingombrante che ora tutti (gli antijuventini) non riconoscono più neppure più imparzialmente i suoi demeriti, tanto lo osannano per il perdente che è sempre stato. Per molto meno strateghi rivoluzionari del calcio rimangono a casa con la pensione, ma a nessuno importa.
Il Pirlo dato per bollito che segna su punizione è un altro schiaffo ai gufi. Finalmente quest’anno i rigori li vedono e Vidal è ufficialmente il nuovo rigorista dopo Il Capitano. Matri invece si sblocca finalmente, anche perchè ieri ha potuto muoversi come voleva tra la scarsissima difesa della Roma. Nel secondo tempo invece la rilassatezza, e forse il pensiero della Champions, ci hanno un po' frenato, lasciando alle mosche alito di fiato per cercare un improbabile rimonta ma non c’è stata storia, la luce la spegne la formica atomica, dopo uno splendido coast to coast di Barzagli, dopo solo foto ricordo coi musi lunghi del Boemo e con Totti. La prova di forza è stata imponete, tanto che alla fine quattro gol sono stati pochi. Ma le vere star della guerra alla signora devono ancora apparire. Never back down, martedì torna la Champions.
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