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La loro monotonia tattica nulla a potuto però di fronte a questa Juve, che archivia il gol di Klose sotto la voce "legge dei grandi numeri" (non ci aveva mai segnato) e va avanti. Vidal in un’altra vita deve esser stato romanista perché contro la Lazio segna sempre, implacabile di fronte a Marchetti non si lascia ipnotizzare e lo supera due volte in duello. Bonucci dice a Pirlo: “riposati un po’”, e confeziona un paio di lanci fantastici, che scardinano la difesa biancoceleste come una catapulta. Vucinic detto meteora, ormai ci abitua a passaggi sfavillanti in mezzo a cieli scuri, ma ieri forse qualcosa in più la fatta, soprattutto nei movimenti. E alla fine arriva Tevez, il bidone, colui che se non ci arrivi è acerbo, colui che non cambia le sorti perché non è un fuoriclasse. Non sarà Ronaldo o Messi ma chi capisce un po’ di calcio, o semplicemente guarda le partite, forse si sarà accorto della sua presenza ieri.
Alla fine la Lazio si dimena un po’ solo per l’inerzia dovuta al gol fatto e perché, anche se vestita di giallo, in fondo non è il Chievo. Ma per i “Simpaticissimi” sono quisquilie, il loro milione di tifosi impone telecronache mirate da parte dei media, che intendono accattivarsi le simpatie di un mercato tornato redditizio e che in altri ambiti lo è sempre stato. Intanto, tomo tomo, cacchio cacchio, nel grande circo ci manca un silenzioso rigore. No tranquilli era solo per dire, metti che qualcuno si offende, ma se fosse capitato a parti invertite… ma lasciamo stare, sarebbe un tedioso ripetersi. Siamo solo all’inizio e son sicuro che vedremo cose che noi tifosi non possiamo neppure immaginarci, nelle tv di quest’inverno.
To be continued…
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