Torna prescrittese-Juventus e i media tornano a scatenarsi. Parte il circo delle interviste ai veterani del 1998, storia gia nota, la novità invece la gioca Mazzarò (che con l'inter ha trovato l'anima gemella) con la diatriba sterile sulla data da dispustarsi: "Campionato falsato se si gioca Venerdì". Azz manco fossimo alla terzultima e non alla terza. Al di là del pianginismo, possiamo quanto meno trovare un punto di incontro sul fastidio cronico che la nefasta nazionale gioca prima di queste partite. Tanto più prima dei match champions.
Ore 18, orario insolito... non tanto però se si pensa che lo scorso anno a San Siro si è giocato alle 15... cavolo allora che polemica facciamo? Non ci sono più gli inter-Juve di una volta! L'ho detto che siamo ancora alla terza?
Primo tempo. Inter tutti in porta e ripartiamo, anche in casa, in pieno stile mazzariano (ricordiamo bene le sue partite col Napoli). In panchina è sempre sul limite dell'infarto, ogni tanto per stemperare la tensione indica l'orologio o mangia le noccioline. Sogna il colpaccio contro il suo odiato Conte, quello che gli frega gli schemi. La Juve si piace troppo, compie giocate spettacolari ma é poco cattiva, e la cattiveria in queste gare serve sempre, come la giacca in autunno. Pogba si divora un gol a tu per tu con Handanovic e pensi che il campionato non sia ancora maturo per certe cose. Come è naturale che accada allora rischiamo troppo sui contropiede soprattutto quando Pirlo (detto anche: ecco che parte la bestemmia) appena fuori dalla loro area perde un pallone davvero brutto. Meno male che Guarin spara su Buffon.
Secondo tempo e accade ciò che si temeva, entra il Totem Icardi e alla prima zuppa di Chiellini siamo sotto. Mazzarò non ci può credere, chiede subito ad Handanovic di fare spazio in porta per nuovi colleghi, ma non fa in tempo a strepitarlo anche agli altri che Vidal rimette in piedi la baracca. Sol finale giusto lo spazio per fare entrare anche Isla, che, come avevo previsto, ancora non ha capito bene con chi ha iniziato questo campionato, così quando potrebbe risultare decisivo la butta fuori da due passi.
L'anno scorso Juve-Inter costituì uno spartiacque importante per il campionato di entrambi. A loro servì per montarsi la testa, per noi fu uno schiaffo per tener alta la guardia. L'effetto si vide, nelle giornate successive noi iniziammo a macinare vittorie e loro sconfitte. Vincere a Torino rimase così il loro unico trofeo, cosa che ad alcuni di loro ancora basta, nella loro provinciale mentalità. Il ritorno fu infatti tutta un'altra storia.
Oggi ne esce un pareggio giusto, considerando che abbiamo avuto anche i nostri rischi. Avremmo preferito, se non vincere, incidere di più, visto che nel secondo tempo ad un certo punto apparivamo appagati prima dello 0-0 poi dell'1-1, ma non siamo stati poi tanto malaccio. L'ho già detto che siamo ancora alla terza?
Tant'è! Lasciamo che i napolesi festeggino il sorpasso coi caroselli e che il corriere dello sport creda che sia stata una gara decisiva (stamane titolava: "inter-Juve per lo scudetto, un X non basta) e pensiamo invece alle cose serie: Martedi, Copenaghen, Champions League.
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