Bene! Bene! Bene! Dopo una settimana di polemiche pretestuose e veleni sintetici è andata di scena una piccola legge del contrappasso. Insomma per una settimana ci hanno detto, tante volte da convincersene davvero, che la Juve ruba, che la classifica che vediamo non è quella che dovrebbe essere e che la Roma è l'unica vittima di questa situazione. Una settimana di manifestazioni, hashtag e dichiarazioni da querela, sempre contro un solo male: La Juve. Questa Juve.
Quella che ieri ha risposto sul campo, quella in grado di saper incassare i colpi del Milan e colpire cinicamente. Un po' come Rocky che guarda Ivan Drago e gli dice: "non fa male!", prima di metterlo al tappeto. Perché oltre alla grande prestazione di un ottimo Milan, nel primo tempo, fermato da Buffon, imprecisione e sfortuna, il calcio è fatto anche d’individualità, quei campioni che se li hai ti cambiano la partita e se non li hai, li subisci. Tevez questa estate l'ha preso la Juve e a Galliani non è rimasto altro che mantenere la sua promessa di portarlo a San Siro, anche se solo per una sera l’anno.
La Roma invece? La vittima "der sistema", con le curve chiuse per razzismo territoriale (norma insensata ma da cui non sono immuni, così come quella sui morti, da cui sfuggono spesso) va di scena in casa contro l'Inter e nel solo primo tempo si "scansa" due rigori e due espulsioni. Che succede? Nessuna protesta, nessuna recriminazione, tanto più che le due compagini parevano gemellate dal loro odio comune, a dispetto della simpatia invece esistente tra laziali e nerazzurri. Come si dice? Il nemico del mio nemico...
Altro che codice Etico, qui si tratta di codice Etnico, quello applicato all’appartenenza. Insomma questa settimana abbiamo scoperto che continuano a far passare sempre la solita falsità, quella di una Juve SEMPRE favorita e di una Roma SEMPRE sfavorita. Una bugia che continuano a portare avanti impuniti, grazie a giornali tutt’altro che Liberi (a dispetto del nome) che del famoso “conflitto di interesse” ne dovrebbe sapere qualcosa, in una Serie A chiamata TIM ormai da anni, sponsorizzata cioè da chi ha contribuito a creare farsopoli. Ecco che tanto più bello è stato ieri vincere e guadagnare due punti su questa Roma.
Ma di tutto questo ci si deve dimenticare presto, ora la nuova polemica sono le convocazioni e per “sinteticità” bisogna buttarcisi a capofitto. Non è andata giù a Conte la convocazione di Chiellini in nazionale, e vorrei ben vedere, visto che lo stesso è appena uscito da un infortunio e ieri non è stato neppure impiegato. C’erano tempi in cui i primi sostenitori della nazionale eravamo noi, prima di capire che l’Italia calcistica da noi pretende soltanto piaceri, ma in cambio ci tratta sempre con odio e pregiudizio. Hanno previsto il Lunedì per quelli che fanno l’Europa League, ma non l’abbiamo ancora conosciuto. Figuratevi che persino la Roma ha avuto modo di polemizzare con Prandelli per il codice etico applicato a De Rossi, uno che non è nuovo a queste cose.
A una giornata da Napoli-Roma un Napoli più vicino avrebbe potuto (forse) far comodo, ma gli ex candidati si fermano a Livorno. La Fiorentina invece, altra protestante della settimana, perde in casa con la Lazio e guarda caso alla prossima viene a Torino, dove già si scaldano i motori dell’eventuale polemica, ma finché continuiamo a vincere dovremo continuare a lottare anche contro il resto dell’Italia.
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