Stadio San Paolo di Napoli, nella capitale europea dell'accoglienza e della non violenza, di scena stasera andava la finale di Uefa Champions League (o almeno in una metà campo) tra Napoli e Juventus. Pittoresco il "folklore" dei locali, che ci accoglieva con "fiori luminosi e fumanti". Come può tale civilissimo popolo, essere così "ingiustamente" oggetto di discriminazione, fuori dai propri confini, ancora non me lo spiego. Eppure anche sui calci d'angolo ci pensano con le bottigliette.
Il campo dice Napoli campione d'Europa e Juve costretta a farle i complimenti, per averle rimontato 3 punti ed essere salita a soli 17 punti dalla capolista. Si unisce alla festa il "nemico del nostro nemico" da trigoria, in un gemellaggio commovente. Campionato riaperto, con la Roma che andrà a -8 quando vincerà con il Parma (mercoledì) e a -5 quando invece perderemo la penultima di campionato.
Peccato per quelli che non hanno Premium. Che spasso vederli festeggiare e dire: "abbiamo vinto il nostro scudetto anzi, molto di più che uno scudetto". Cercando di ricordare una sola intervista dell'andata, quando a quell'ora Torino già dormiva e pensava al domani. O ascoltare Bergomi esultare più che a Berlino 2006. Esultate tutta la notte, cogliete l'attimo, non sprecate nessun istante. Questa notte è più magica della vigilia di Natate.
Appena fate un poco di silenzio però, provo a parlare un po' del mio punto di vista. Non sempre si può vincere e questo era il turno favorevole per la legge dei grandi numeri, che inesorabilmente arrivano sempre assieme. Sconfitta dopo 22 giornate e nessun gol segnato dopo la bellezza di 43 patite consecutive (record). Un calo fisiologico (come ha detto anche mister Conte) che paragonato alla loro foga e alla voglia di vincere (la partita della vita) nulla ha potuto. Sconfitta dunque meritata, più dell'altra con la viola, arrivata dopo un black-out finale in una partita che meritavamo di vincere. Tenere questo ritmo non è cosa da poco, lo vediamo in ogni partita, quanto è difficile collezionare un'annata record e giocare ogni tre giorni partite decisive per campionato e coppa.
La differenza si è vista subito, quando loro avevano più gamba e velocità dei nostri. Solo dopo il loro vantaggio, il loro arretrare e gestire poteva darci la speranza di cambiare la partita ma non l'abbiamo sfruttata. L'assenza di Tevez si è dunque fatta sentire, come avevamo previsto. Osvaldo perde una grossa occasione (forse l'Occasione) per ottenere un riscatto a fine stagione. Esce anche dalle grazie di molti che come me si sono spazientiti più della maglia buttata che (forse) per il risultato. Dopo una partita del genere non può considerarsi ancora uno da Juve, visto che fino ad ora non ha quasi mai inciso quando chiamato in causa. Io ad esempio mi ricordo quanto poco incise erano le sue partite con Roma, allorquando più serviva. Per quel po' che è stato in campo Vucinic è stato molto più pericoloso di lui
Lo si vede dalla quantità di lanci sbagliati, sempre lunghissimi e senza criterio, l'inconcludenza offerta stasera. Una partita giocata già con il preventivo di perderla. Siamo passati in svantaggio con un gol in fuorigioco, e mi premerebbe ricordare il casino che fecero loro all'andata con un fuorigioco inesistente, arrivando a parlare di vittoria immeritata (cosa da cui noi stasera ci guardiamo bene dal fare a parti invertire), con Chiellini che ingenuamente perde tempo a bordo campo con Benitez a protestare, mentre cambia la maglietta sporca di sangue e perde l'appuntamento con Callejon in area.
Speriamo invece che questa sconfitta ci faccia drizzare le orecchie perché è giunto il tempo di buttare il cuore oltre l'ostacolo, tenere duro fino alla fine, perché nella vita nulla deve essere dato per scontato fino a che non si è ottenuto. Non facciamo come Benitez che a margine non si smentisce: coi suoi tormentoni ha costruito il suo alibi per giustificare il gap su di noi. Ecco perchè la vittoria stasera per lui è una boccata d'ossigeno non indifferente. La sua ossessione (dopo il 75%) pare sia divenuto il fatturato. Non ci dorme la notte, la moglie si sveglia di soprassalto e lo guarda tutto sudato (anche colpa della pastiera e la pepata di cozze) metre lo nomina ne sonno e fa finta di non capire (come Conte invece gli fa notare nelle interviste) che l'importante non è quanto si guadagna ma come lo si spende.
[All'andata era andata...]
[All'andata era andata...]
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